
La Fiera ci ripensa: il futuro è sempre nell’oro
Alla fine l’oro ha vinto: i prossimi investimenti della Fiera di Vicenza saranno indirizzati principalmente a quello che è il core-business della società. Il direttore generale Maurizio Castro lo ha annunciato ieri, presentando nei dettagli il nuovo piano industriale alle categorie economiche (nella mattinata) e ai sindacati (nel pomeriggio). Due relazioni lunghe, durate più di tre ore ciascuna, dalle quali è emersa una fotografia dello stato attuale della Spa. Al contrario di quello che è stato detto fino ad ora, sia dal precedente Ente Fiera che dal consiglio di amministrazione all’esordio della Spa nata lo scorso aprile, gli sforzi futuri, economici e strategici saranno per la quasi totalità indirizzati al comparto orafo. La paura degli orafi agli annunci che l’amministrazione avrebbe puntato su altri settori, è stata fugata dalla riunione di ieri. Grande soddisfazione per le categorie economiche, quindi. «Per il nostro settore è un messaggio confortante», ha sottolineato Tranquillo Loison, delegato di Apindustria, «Temevano che il nostro settore fosse considerato maturo e che sarebbe stato lentamente abbandonato, ed invece il messaggio è stato chiaro: il centro di tutta l’attenzione è per il comparto orafo». D’altra parte, la stessa fotografia che emersa dall’analisi di un piano industriale particolareggiato (sarà reso pubblico la prossima settimana) ha indicato che l’84\% dei ricavi della Fiera provengono dalle tre edizioni di Vicenzaoro. A risentire di qualche cambiamento nel calendario saranno casomai quelle manifestazioni che hanno registrato delle perdite. Una strada, questa, già in parte percorsa con la cessione della Rassegna del Novello a Verona e, viceversa, con l’acquisizione del Salone del Lusso. Qualcosa cambierà di sicuro anche per le tre mostre orafe annuali. Un aggiustamento dei prezzi, innanzitutto, con l’aumento del costo degli spazi espositivi posti in posizioni più privilegiate. «Ma se si paga di più per avere di più non penso che qualcuno possa lamentarsi», ha commentato al proposito Loison. E a proposito di costi, novità in arrivo potrebbero esserci anche per quanto riguarda l’annoso problema di ridurre da tre a due il numero degli appuntamenti con l’oro. Se molte aziende hanno lamentato che la presenza ad ogni Vicenzaoro, obbligatoria per non perdere i contatti, è troppo onerosa, l’ipotesi ventilata è quella della specializzazione. E cioè, dedicare Vicenzaoro Winter ad un ambito internazionale, Vicenzaoro Spring al mercato Europeo e lasciare Spring ai dettaglianti, magari aprendola al pubblico. Di sicuro gli investimenti per il piano di rilancio, che dovrebbe prevedere anche un aumento dell’organico della Fiera, sarà un impegno economico non indifferente. «Ma credo che investendo sull’oro si possano recuperare risorse», ha concluso Loison, «anche perché se si tagliano le fiere in passivo si può arrivare di sicuro al pareggio».Pietro Rossi