
La Fiera chiama a raccolta il sistema Veneto
Venticinque milioni di euro a favore della Fiera di Milano per le infrastrutture; in totale alla Lombardia una quarantina di milioni di euro. Quando a Veronafiere hanno letto i giornali economici hanno fatto un salto sulla sedia: l’assalto alla diligenza, cioè alla legge Finanziaria in discussione al Senato, ha portato a suon di emendamenti una pioggia di miliardi di vecchie lire sulla concorrenza lombarda. In particolare la Fiera di Milano, quel gigante di livello europeo che ha appena aperto tra Rho e Pero e sta rastrellando manifestazioni fieristiche dappertutto pur di riempire i suoi enormi padiglioni sotto l’enorme vela di Fuksas, potrà godere di 25 milioni di euro in tre anni. Cose mai viste a Verona, che ogni tanto grazie alla buona volontà di qualche parlamentare veronese riesce a strappare contributi diluiti in 15 anni, neanche fossero mutui. Per questo da Veronafiere ieri è partito un invito molto preciso a sottosegretari, onorevoli e senatori, presidente e vicepresidente della Regione, assessori regionali, presidente della Provincia, sindaco, presidente della Camera di commercio con una cortese richiesta: incontriamoci lunedì per mettere a punto una strategia concreta che consenta anche al Nord est di recitare un ruolo di primo piano nel sistema fieristico nazionale. In particolare, sembra arrivato il momento di concretizzare il sistema veneto delle Fiere, dopo gli estenuanti dibattiti dell’anno scorso. Occorre fare massa critica e crescere di livello se si vuole ottenere almeno una parte di quello che il Governo sta investendo su Milano. A tal punto che ormai si teme, tra gli addetti ai lavori, che il sistema Fiere diventi troppo Milano-centrico, togliendo ossigeno alle altre realtà che chiedono di avere almeno parità di opportunità e non a caso, sul finire dell’estate, sul Sole 24 Ore c’è stato un acceso dibattito tra i presidenti degli enti fieristici proprio sul ruolo di Milano. Una richiesta che non arriva solo da Verona, ma anche dal sistema fieristico emiliano, da Rimini, da Roma dove deve nascere un’altra grande fiera. E allora ecco il motivo del richiamo: ritrovarsi tutti, dai sottosegretari (Bricolo, Brancher e anche quelli veneti) al presidente Galan e al vice Zaia, dal sindaco Zanotto al presidente della Camera di commercio Bortolazzi per cercare almeno un minimo di riequilibrio nelle risorse, di avere un po’ di peso a Roma e soprattutto nei momenti decisivi, come la preparazione della Finanziaria. Prima che tutti i buoi, o se preferite i cavalli, siano già usciti dalla stalla. (m.b.)