Rassegna stampa

La Fiera apre al capitale privato

Nell’infinita telenovela sul riassetto del sistema fieristico marchigiano, entrano in scena altri attori. Che, stando ai progetti, saranno anche chiamati ad avere un ruolo da protagonisti.
I vertici della Fiera di Pesaro – che da mesi lavorano alla costituzione del polo unico fieristico regionale – stanno definendo i dettagli con due operatori privati pronti a scendere in campo all’interno della nuova realtà fieristica sottoscrivendo fino al 40% del capitale. Non insieme, ma in alternativa, mettendo mano al portafogli con un impegno non inferiore ai 600mila euro.
Dalla società di gestione del quartiere di Campanara (posseduta al 100% dalla Cdc pesarese) non arriva nessun commento ufficiale, ma a quanto risulta al «Sole-24 Ore CentroNord» ci sarà un ennesimo incontro nei prossimi giorni e restano solo da stabilire più chiaramente i contorni dell’intervento dei privati che, fanno sapere da Pesaro, ci sarà. O con la fiera unica che riunirà la gestione di tutte le attività fieristiche marchigiane – finora svolte dal disciolto Erf (che gestiva i quartieri di Ancona e Civitanova) e da Fiere di Pesaro – o con la “nuova” Fiera di Pesaro che, autonomamente, cambierebbe il nome in “Fiera delle Marche” e aprirebbe il proprio capitale al socio privato il quale ha già assicurato una sua disponibilità a partecipare al banchetto, in entrambi gli scenari.
Che si vada verso l’una o l’altra direzione lo si saprà dopo metà ottobre. È questo infatti il termine che i vertici di Fiere di Pesaro si sono dati per attendere le decisioni del versante anconetano sull’ipotesi di fiera unica che è stata messa sul tavolo.
Le previsioni erano per una società da 1,5 milioni di capitale sociale – spartito fra regione, camere di commercio, province e comuni capoluogo – con sede legale ad Ancona e padiglioni solo a Pesaro e Civitanova.
Quest’ultimo punto ha però generato l’impasse, visto che Ancona non ci sta a non avere un proprio quartiere fieristico. Poco importa che l’area attualmente occupata al porto andrà lasciata entro il 2013 e che dal 2011 il canone d’affitto balzerà oltre i 250mila euro. L’assenza di padiglioni nella provincia dorica non è andata giù, soprattutto ora che a Falconara e Chiaravalle c’è il progetto della Quadrilatero Spa per trovare investitori intenzionati a costruire uno spazio con all’interno padiglioni fieristici da dare poi in gestione. Magari proprio alla futura Spa unica. Ma da Pesaro è stata chiusa la porta e la regione – dopo aver sciolto l’Erf – si è sottratta al balletto delle decisioni in questo senso (pur dicendosi pronta, per bocca del governatore Gian Mario Spacca, a partecipare a un’eventuale nuova società).
Il progetto di una Spa unica sembra così vittima della melina che lo ha fatto naufragare già prima delle elezioni. A Pesaro si vorrebbe evitare proprio questo; da qui l’idea di andare da soli se non si trovasse la quadra. Del resto i conti in rosso di Campanara lo impongono. E la presenza dei soci privati è in qualche modo un’assicurazione ad andare avanti verso una società che, anche in questo caso, avrebbe un capitale da almeno 1,5 milioni (contro i 115mila euro attuali) e che punterebbe a uno sviluppo in proprio chiedendo in affitto il padiglione di Civitanova, di proprietà della regione.
Sui nomi dei privati bocche cucite, ma si parla di una società legata alla fiera di Milano e di un’altra società romagnola (che appare più accreditata) da oltre vent’anni presente nel settore, con la gestione e gli allestimenti di eventi fieristici, che opera con le fiere di Rimini, Verona, Roma. Che si vada verso un polo unico o verso una ricapitalizzazione della sola Fiere di Pesaro, al socio privato andrebbe la responsabilità della gestione. La regione manterrebbe invece il controllo sui conti con la presidenza del collegio sindacale. A ogni modo, la parte pubblica (Cdc di Pesaro, regione e gli altri enti camerali che vorranno partecipare) non scenderebbe sotto il 51 per cento.
andrea.biondi@ilsole24ore.com
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L’ANTICIPAZIONE
Il «Sole-24 Ore CentroNord» del 7 luglio 2010 ha anticipato i contenuti della bozza di progetto per il riassetto del sistema fieristico marchigiano. Il piano prevedeva la costituzione di un polo unico regionale con sede legale ad Ancona e padiglioni a Pesaro e Civitanova Marche

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