
La crisi sale in taxi – Ancona perde il 40% delle corse
Arrivando con un treno alle dieci di sera oggi non si prende più il taxi, ma si cerca di farsi venire a prendere da qualche familiare per risparmiare. Piccoli risvolti quotidiani della crisi che sembrano uguali in tutto il Centro-Nord, dove sta calando pesantemente il mercato dei taxi, sia per i privati che i clienti business. La situazione più grave la denunciano da Ancona e dalle Marche in generale: «Siamo a una flessione del lavoro del 40% – racconta Benito Borioni presidente regionale di Confartigianato Taxi – perché qui, oltre alla crisi e la gente che si muove meno, si aggiunge la difficile situazione dell’aeroporto di Ancona-Falconara e le nuove regole di sicurezza al porto che non ci permettono più di avvicinarci alle banchine». Conferma dalla provincia di Macerata Roberto Sanpaolo, presidente regionale di Confartigianato taxi: «I molti voli tolti hanno diminuito le partenze e anche le aziende stanno riducendo il nostro utilizzo, la situazione non è buona, basti pensare che più della metà dei comuni marchigiani non dispone di servizio taxi, le licenze ci sono ma non vengono richieste».
Non va meglio la situazione a Firenze dove a gennaio, secondo le stime della cooperativa tassisti fiorentini che aggrega poco meno della metà dei tassisti, il mercato è calato del 32%: «Sono mancati soprattutto i clienti business e quelli delle mostre – spiega il presidente Co.ta.fi., Valter Del Bene – eventi come Pitti moda hanno subìto un pesante calo e non si vedono più stranieri, per il momento non ci sono nemmeno prospettive di miglioramento e sicuramente il rilascio di nuove licenze non ha aiutato». Situazione analoga per Pisa: «Il calo si vede dalle aziende e dai minori congressi che vengono organizzati – racconta Nicola Colombini, presidente Cotapi – per il momento ci salva la cittadinanza, il centro e l’ospedale dove è meglio andare in taxi per evitare Ztl e parcheggi a pagamento».
Mercato in difficoltà anche in Umbria, come testimoniano i taxisti di Terni, alle prese con una contrazione delle attività già da qualche anno, anche se ma la città si sta anche muovendo per migliorare il servizio, dal radiotaxi a un nuovo regolamento comunale.
Meno pesante, invece, il calo a Bologna, dove il 2008 si è chiuso – secondo i dati calcolati della Cooperativa taxi Bologna, che associa la maggior parte dei conducenti – con un calo rispetto all’anno precedente del 5,5% delle corse. «I dati di gennaio parlano già di un -10% – afferma Riccardo Carboni, presidente Cotabo – ma prima della crisi abbiamo fatto investimenti per fidelizzare la clientela e siamo ottimisti per il futuro». Un cauto ottimismo si respira anche nei centri minori dell’Emilia-Romagna. Il presidente della cooperativa modenese, Marco Genesini, conferma la flessione del 10%, circa 200 euro in meno al mese, ma è anche convinto che «grazie a un servizio strutturato riusciremo a reggere, dovremo solo abituarci a soste in più in attesa. Abbiamo lanciato nuovi servizi, soprattutto per i giovani, che stanno dando buoni risultati». A Rimini il mercato è sceso quasi del 20%: «I giovani che prima ci chiamavano per andare a ballare escono meno e anche le fiere richiamano meno – conclude Egidio Mastantuono della cooperativa tassisti riminesi – ma probabilmente quest’estate la crisi porterà più persone in Riviera, perché per molti sarà l’unica vacanza possibile».