
L’ingegnere azero Agalarov prepara la prima fiera del lusso
MOSCA – «Il desiderio di avere cose che non si potevano comprare». Nelle grigie giornate al tramonto del regime sovietico, «quando c’era una forte sensazione di vuoto», ad Aras Agalarov la spinta è arrivata da lì. Le «cose» erano le scarpe italiane e l’ingegnere ebbe un colpo di fulmine per quelle di Sergio Rossi. «Le vidi a una fiera e ne comprai duemila paia: nel ’90 aprii il primo negozio di scarpe a Mosca e quattro anni dopo con Sergio Rossi il primo monomarca. Adesso ne ho quindici con molte firme». Un rapporto particolare quello con l’azienda romagnola, tanto che lo storico negozio sulla Stoleshnikov, la Montenapoleone moscovita, dedica sei vetrine a Rossi per sfidare il gigante Louis Vuitton, sull’altro lato della strada. Per arrivare al lusso, Agalarov ha percorso molte strade con lo spirito commerciale innato per chi viene da Baku, la capitale azera del petrolio. A Mosca portava anche prodotti cinesi a buon mercato. «Una volta ho comprato un milione di impermeabili, tutti uguali. Sono andati a ruba e ne ho venduto un altro paio di milioni. Per strada l’avevano tutti».
Lui veste con abiti eleganti ma senza cravatta e le firme preferite sono quelle con cui è in società: Ravazzolo e Luciano Barbera, anzitutto. Si muove in Rolls Royce dal palazzo nella Bolshaya Gruzinskaya Ulitsa, modestamente chiamato «Agalarov house», fino al Crocus. «Mi è costato 60 milioni di dollari e ne sto investendo trecento per gli altri edifici: un albergo a cinque stelle con 850 camere, un casinò, altri due padiglioni per la fiera e un’estensione del centro commerciale con altri cento negozi per il 2007», spiega Agalarov. Mentre parla, nella fiera già costruita a fianco del mall i russi scelgono case in legno da piazzare in campagna.
A ottobre negli stessi spazi entrerà il design italiano: il Cosmit verrà con 120 aziende del Salone del mobile in trasferta a Mosca. E l’anno prossimo Agalarov vuole portare trecento marchi di moda per una nuova fiera. «La chiameremo Fashion fair – dice il figlio Emin – e sarà dal 2 al 6 marzo. Vogliamo i migliori marchi di Pitti e del Micam, il meglio del made in Italy». Nei rapporti con le firme italiane, lo assisterà come sempre Roberto Righi, che da quindici anni fa da ponte tra Italia e Russia: crea i contatti con le aziende e li gestisce quando entrano al Crocus. «Con la fiera – spiega – si potranno sfruttare le potenzialità delle altre città: in Russia ci sono tanti posti dove la moda può crescere».