Rassegna stampa

L’inefficienza costa 40 miliardi

Le risorse statali per le infrastrutture si sono esaurite, il concorso pubblico al 95% è una formula da archiviare, il futuro è del project financing.
È questa la sintesi dell’intervento di Altero Matteoli, ministro dei Trasporti e delle infrastrutture, agli Stati Generali della logistica che si sono svolti ieri alla Fiera di Milano.
Il confronto tra gli addetti ai lavori ha però evidenziato come il vero nodo della logistica non stia nella costruzione di nuove infrastrutture, quanto nell’ottimizzazione dell’azione dei molteplici attori del sistema.
Un dato su tutti: si perdono 40 miliardi all’anno in diseconomie legate alla gestione inadeguata e non concertata della logistica, come rivela lo studio sul tema «Logistica e trasporti per lo sviluppo» commissionato da Fiera Milano.
L’ente fieristico si pone come interlocutore di riferimento lungo un percorso destinato a culminare nel 2013 con la manifestazione Transpotec Logitec, interamente rinnovata. Di qui lo stimolo alla riflessione su questi temi fortemente legati allo sviluppo.
Una “tassa impropria”, questa sulla logistica, innescata dai maggiori costi che implica per il sistema delle imprese, per la congestione e l’inquinamento generati che si traducono in costi sociali non trascurabili, per l’incapacità che un sistema logistico inefficiente ha di attirare “traffici commerciali” in grado di ottimizzare la posizione dell’Italia, pur collocata al centro del Mediterraneo, in una posizione vantaggiosa, tutta da sfruttare.
Lo studio presentato in Fiera denota come l’incidenza dei costi logistici sulle attività produttive sia più alta che nel resto dei Paesi europei: valutata mediamente dell’ordine del 20,5%, per l’agroalimentare raggiunge talora il 35%, mentre il 25% dei maggiori costi incide sull’ultimo miglio.
La domanda di traffico merci italiana, inoltre, ha una sorta di “peccato di origine”: è locale. Il 78% del traffico autostradale nasce e finisce nella stessa regione, inoltre l’autotrasporto è dominato da padroncini con bassi livelli di integrazione orizzontale e verticale, la distribuzione commerciale è poco sviluppata e i porti sono poco articolati se comparati all’efficienza di quelli di altri paesi europei.
Trenitalia Cargo, inoltre, non è certo un operatore logistico di livello comparabile con Deutsche Bahn: il servizio ferroviario non ha la regolarità adeguata. Mancano gli strumenti informatici adeguati a tenere insieme il sistema.
Un quadro a dir poco drammatico. Giorgio Spatti, architetto, esperto di mobilità, coautore della ricerca, fa un passo avanti e prova a indicare qualche soluzione: «L’efficienza logistica è un importante fattore di competitività per il sistema Paese – dice Spatti – capace di rafforzare il posizionamento geo-economico sia a livello di apertura degli scambi commerciali quanto per il consolidamento della crescita economica».
Questa la premessa. Che fare? «Innanzitutto, bisogna contenere il traffico urbano – incalza Spatti –, perché i problemi della distribuzione possono essere affrontati solo nell’ambito di politiche di contenimento complessivo del traffico veicolare».
E aggiunge: «L’insieme degli interventi e provvedimenti da adottare deve garantire per le diverse filiere e categorie un risultato di innalzamento delle prestazioni del servizio».
Una svolta che, da sola, non può bastare. Ma, almeno, sarebbe un inizio.
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