Rassegna stampa

L’ente fiera di Gorizia “assorbito” da Udine

di VINCENZO COMPAGNONE e RENATO D’ARGENIO
Via alla gestione unica di Udine Fiere spa e Fiera di Gorizia. L’operazione – in parte già concordata – sarà conclusa a giorni, quando le Camere di Commercio di Udine e di Gorizia la proporranno ai soci della spa friulana. L’obiettivo è quello di razionalizzare la gestione degli stessi enti fieristici, garantendo risparmi ed evitando doppioni; proprio come vorrebbe “mamma Regione” che, non molto tempo fa, aveva stimolato la creazione di Unionfiere, ente con il compito di coordinare l’attività delle quattro fiere del Friuli Venezia Giulia.
Il primo passo verso l’accordo l’ha mosso la Camera di commercio di Udine – socio di maggioranza relativa della spa friulana -, che la scorsa settimana ha approvato una delibera d’intenti seguita, ieri mattina, da quella della giunta camerale isontina, che si è espressa all’unanimità in senso favorevole, sia pure dopo qualche perplessità e critiche sul metodo, emerse in fase di discussione. L’accordo mira a razionalizzare i costi di gestione e strutturali – trasferendo i costi di funzionamento a un unica struttura -, ma non impedisce a Gorizia e, naturalmente, a Udine di organizzare le proprie fiere (oltre a Mittelmoda, nel capoluogo isontino si tengono attualmente la “storica” Expomego, Ruralia, Vinum Loci e Pollice verde che ha debuttato la scorsa primavera).
Ma non solo: la Camera di commercio di Gorizia – che chiuderebbe la propria Azienda speciale Gorizia Fiere pur restando proprietaria del quartiere espositivo – acquisterebbe una partecipazione del 5% di Udine Fiere e, si dice, avrebbe garantito un vicepresidente (si fa il nome del presidente dell’Ascom Pio Traini) oltre ad almeno un componente nel consiglio d’amministrazione. A Udine Fiere spa, che la Cciaa isontina vorrebbe mutasse la denominazione in “Udine-Gorizia fiere spa”, saranno poi trasferiti tre dipendenti della Fiera di Gorizia, tra cui il direttore Maurizio Tripani che, nel capoluogo friulano, avrà il ruolo di direttore dell’ente. Degli altri due dipendenti dell’azienda isontina uno verrebbe “riciclato” all’Ente porto di Monfalcone mentre un altro andrebbe in pensione.
«L’idea è quella di creare una forte sinergia – spiega l’assessore regionale, Enrico Bertossi – fra i due poli, ma senza che Gorizia abbandoni le proprie attività. E’ un processo di razionalizzazione della spesa che non mette assolutamente in discussione gli eventi dei rispettivi centri, contrariamente a quanto sostenuto dal consigliere regionale di An, Adriano Ritossa, nella sua interpellanza». Ritossa, ieri, ha infatti manifestato le proprie preoccupazioni al governatore Illy affermando che, secondo indiscrezioni, «a Gorizia rimarrebbe soltanto la manifestazione di Mittelmoda (che peraltro da un paio d’anni è “emigrata” a Grado, ndr ). Per questo – ha aggiunto il consigliere di An – chiedo al governatore se non considera improduttivo chiudere di fatto l’ente goriziano per trasformarlo in organismo satellite di Udine, svilendo una tradizione specifica sia in campo economico-commerciale sia nel settore della vitivinicoltura».
Tornando all’operazione pensata dalle Camere di Commercio di Udine e Gorizia, fra le novità previste non c’è soltanto l’ingresso con il 5% dell’ente isontino e l’uso in comodato gratuito degli spazi, ma anche l’acquisto, da parte della Camera di commercio di Udine, della quota (l’11,73%) della Regione Friuli Venezia Giulia. Acquisto che, tra le altre cose, farebbe cadere il patto parasociale secondo cui il presidente di Udine Fiere (che attualmente è Gabriella Zontone) è nominato dalla Regione.
Va detto infine che timori sono stati espressi non soltanto da Ritossa ma anche dal sindaco di Gorizia Brancati, che mutuando il termine dal vocabolario della sanità, ha paragonato l’operazione alla nascita di una sorta di «area vasta fieristica, in cui i poteri decisionali rischiano di essere appannaggio di Udine». Un sostanziale favore è stato manifestato invece dal presidente della Provincia Brandolin, «a patto – ha detto – che le fiere goriziane rimangano in vita».

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