
L’editoria «salvata» dagli adolescenti: sette su 10 leggono
Stefano Salis
TORINO. Dal nostro inviato
Buona notizia. I lettori di libri aumentano. Dal 1993 a oggi in Italia il numero di lettori è andato sempre crescendo e, negli ultimi 12 mesi, il 60,5% della popolazione italiana con più di 6 anni (si tratta di 33 milioni e 351mila persone) ha letto almeno un libro.
Cattiva notizia. La stessa ricerca dell’Istat che fornisce i dati indica che sono ancora 20 milioni e 300mila le persone che non hanno letto neppure un libro. È in questa forbice che si trova il destino dell’editoria italiana. La ricerca Istat, che sarà presentata nel dettaglio oggi alla Fiera di Torino, è, in fondo, la radiografia (ottimistica, per la verità: tra i lettori vengono annoverati anche coloro che le precedenti analisi non avevano considerato tali, e cioè chi ha dichiarato di aver sfogliato libri per la casa e guide turistiche)dei "clienti" del settore.
Ed è, però, la ragione stessa dell’esistenza della Fiera del libro. L’incentivazione e l’allargamento della lettura. Un auspicio (di più: un proposito di azione di governo) che è stato fatto proprio dal ministro dei Beni culturali, Francesco Rutelli, che ieri ha inaugurato ufficialmente – facendo precedere il suo discorso da una passeggiata per gli stand – la manifestazione. «L’editoria libraria – ha detto Rutelli – ha un enorme valore economico. Fattura quattro miliardi di euro, circa 10 volte quel che fa il cinema e dunque diffondere il libro e la lettura è un dovere nazionale».
Per il ministro sarà il neonato Centro per il libro che dovrà avere il compito di fare da cabina di regia per la creazione di nuovi lettori e, con le procedure burocratiche in via di completamento (il Consiglio di Stato sta per approvarlo, seguirà poi il via definitivo del Consiglio dei ministri), la sua azione dovrebbe farsi sentire a breve. Tra le sue funzioni, quella di sorvegliare sul diritto d’autore. Su questo punto Rutelli ha rassicurato Federico Motta, presidente degli editori italiani, che aveva chiesto «regole precise, attuabili, trasparenti e soprattutto una struttura adeguata per garantirle, altrimenti tutta la catena dell’industria dei contenuti rischia la destabilizzazione».
L’indagine dell’Istat, in ogni caso, consente di essere ottimisti. La quota dei lettori, infatti, registra un picco del 70% nella fascia d’età tra gli 11 e i 24 anni (addirittura tra i 15-17enni è del 76,3%); continuano a leggere più le donne che gli uomini (65% contro 55,8%).
Più sottili i dati per quanto riguarda la distribuzione geografica dei lettori. Nel 2006 l’84,1% delle famiglie dichiara di possedere libri in casa e, secondo l’Istat, si legge di più nel Nord-ovest (67,5%) e nel Nord-est (66,9%), mentre nel Sud e nelle Isole la percentuale di lettori è di circa il 50%.
E se i romanzi continuano a essere la lettura preferita dei nostri connazionali, tra i motivi per non leggere prevale la noia (29%), la mancanza di tempo (25%), il preferire altri svaghi (19%). Il costo dei libri, invece, non è una scusa per non leggere (solo il 5% lo indica). Tra le curiosità dell’indagine emerge che le case con biblioteche più fornite (oltre 100 libri) si trovano in Sardegna e in Friuli. Primato opposto per la Puglia: il 24% delle famiglie non possiede in casa nemmeno un libro.
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