
Iter palacongressi. Nuove precisazioni di Cagnoni: ritardo, ma non stop
Rimini: Iter palacongressi. Nuove precisazioni di Cagnoni: ritardo, ma non stop L’iter utilizzato dalla società del Palazzo dei Congressi di Rimini per assegnare i lavori del nuovo palas è supportato da pareri legali e dalla giurisprudenza. Lo conferma il presidente di Riminifiera Lorenzo Cagnoni in merito alle verifiche in corso da parte della Autorità di Vigilanza sui Lavori Pubblici. Un pronunciamento negativo, spiega Cagnoni, porterebbe a un ritardo di qualche mese, ma assolutamente non a uno stop. Pubblichiamo la dichiarazione completa di Cagnoni: PALACONGRESSI “Rimini Fiera svolge la propria attività (fiere, congressi ed eventi), così come le altre fiere italiane, sia direttamente che attraverso società controllate. Dopo la trasformazione da Enti Pubblici Economici a S.p.A., Rimini Fiera non è organismo di diritto pubblico e svolge attività in regime di concorrenza sul mercato, secondo criteri di rendimento, efficacia e redditività. Per queste fondamentali motivazioni le norme, la giurisprudenza nazionale e comunitaria hanno escluso le fiere dalla osservanza di procedure di evidenza pubblica per l’aggiudicazione dei propri contratti. Dovesse intervenire un parere negativo da parte della Autorità di Vigilanza sui Lavori Pubblici che, nelle motivazioni, mettesse in discussione fondamenti e procedure ormai consolidate, non solo dovrà essere attentamente da noi valutato, ma anche da tutto il sistema fieristico nazionale. Nella nostra posizione siamo supportati da pareri legali e dalla giurisprudenza, a nostro parere la procedura avviata è rispettosa delle norme vigenti e il percorso adottato per assegnare i lavori di costruzione del nuovo palacongressi corrisponde a quello abitualmente utilizzato nel nostro settore. Un dato vorrei particolarmente sottolineare. Nell’eventualità ricevessimo una comunicazione, non vincolante, che imponesse una ‘procedura pubblica’, i tempi di realizzazione sarebbero quelli normali e prevedibili. Infatti, al pronunciamento positivo dei soci rispetto al nuovo piano finanziario, i cui pareri risalgono a fine 2006, deve ancora aggiungersi l’iter di un dossier presso la Regione Emilia Romagna. Quindi ad oggi non sarebbe ancora possibile avviare l’iter di assegnazione dei lavori. Nessuno stop, quindi. Nel caso, solo un ostacolo rispetto ad un percorso individuato, nel rispetto della legge, del tutto teso ad avviare rapidamente i lavori per dotare la città di una struttura fondamentale nel più breve tempo possibile. Rispondo quindi anche alle dichiarazioni del consigliere regionale Gioenzo Renzi. Quando reclamò una procedura pubblica, nel 2005, la giurisprudenza in materia era consolidata e la stessa Autorità già dal 2001 espresse un parere coerente con la nostra posizione. In particolare rispondendo ad un quesito posto dalla Fiera di Brescia. Anche per questo motivo, un eventuale pronunciamento contrario alla nostra posizione sarebbe sorprendente e lo riterrei sbagliato. Vorrei precisare che la mia posizione non è di chi si lamenta. Sono invece molto irritato e quindi motivo il mio forte dissenso sulla vicenda. Così come sarebbe utile venissero risparmiati alcuni commenti che leggo e che qualifico fra il ridicolo e il disinformato”. I SUCCESSI DI RIMINI FIERA “Vorrei completare, visto che il giornalista del quotidiano La Voce di Romagna non ha sentito il dovere di farlo, le informazioni riguardanti presunti ‘inciampi’ di Rimini Fiera. Ho sempre creduto che il primo compito di un giornalista fosse quello di trasmettere informazioni complete. Mi piacerebbe continuare a pensarlo. La Guardia di Finanza fra l’aprile e l’agosto 2004 condusse una verifica di natura fiscale presso gli uffici della società Rimini Fiera. Una visita di routine, condotta con professionalità e in un clima di totale collaborazione reciproca. L’ispezione sfociò in un verbale e nell’apertura di un procedimento per la violazione dell’art. 2.621 del codice civile. Alla fine il comportamento di Rimini Fiera venne considerato corretto direttamente dall’Agenzia delle Entrate e tutto si concluse con un esborso finanziario di 7.895 euro, senza che si aprisse contenzioso tributario. Il procedimento penale si chiuse con l’accettazione da parte del giudice per le indagini preliminari della richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero. Considerando l’imponenza dell’opera e la complicata gestione di tutte le fasi, una verifica di cinque mesi e di tale portata che si conclude con 7.895 euro la lascio giudicare ai cittadini. Per ciò che concerne la prima fase di privatizzazione, confermo la forte soddisfazione. Quando annunciammo gli advisor, nel febbraio del 2003, prevedemmo una quota di privatizzazione tra il 15% e il 20%, sottolineando come fosse fondamentale l’arrivo di partners influenti al fine dello sviluppo del business di Rimini Fiera. A fronte di questi ingressi di qualità indiscutibile, appare macroscopico, tanto da apparire palesemente strumentale, non riconoscere come un successo il risultato raggiunto, pienamente rispettoso di quella previsione. Cito per tutti l’ingresso nella compagine azionaria di Promotor International, Impregilo Edilizia, Banca Opi e l’autorevole panorama di associazioni e istituzioni locali. In merito alla valutazione di Rimini Fiera e a presunti scontenti, ricordo che quella valutazione fu affidata a nomi d’eccellenza del panorama internazionale come Banca Opi (Gruppo Sanpaolo – Imi) e la società internazionale di consulenza Kpmg. Con quei valori autorevolmente individuati, i vari soggetti interessati fecero le loro valutazioni e presero le decisioni che ritennero opportune. Non mi sento io tirato in causa o in colpa per una valutazione che altri hanno ritenuto eccessiva. A proposito del Festival del Fitness, dopo aver svolto una estenuante trattativa, nella quale Rimini Fiera ed i soggetti pubblici coinvolti fecero il massimo per trattenere la manifestazione a Rimini, come a tutti ormai noto abbiamo immediatamente avviato un progetto, RiminiWellness, capace di sostituirlo. Al debutto la manifestazione ha avuto ottimo successo, incontrando il favore delle imprese e del pubblico. Ricordo i 71.842 visitatori certificati e Rimini Wellness è l’unica manifestazione in Italia del settore ad aver certificato le presenze. Aggiungo il successo mediatico (75 milioni di contatti certificati) e quello espresso tangibilmente dagli operatori turistici locali. La differenza sostanziale è che siamo passati da una manifestazione di proprietà ‘terza’ ad una nostra, nostra del territorio. Già nel 2006, guardando ai risultati, s’è capito chi ha fatto scelte giuste e chi le ha sbagliate. Chi volesse farsi un giudizio ancor più preciso, fra poche settimane si rechi prima a Firenze e poi a Rimini ed avrà le idee più chiare. Sottolineo anche il valore di RiminiWellness sotto il profilo del coinvolgimento del territorio e di decine di soggetti, modello che ha avuto successo e che stiamo applicando ad altre manifestazioni. Infine la quotazione in borsa. Sono convinto che prendere decisioni nell’interesse della società sia un valore irrinunciabile. Non siamo stati i primi e non saremo gli ultimi a scegliere i tempi giusti per la quotazione. Sin qui le decisioni assunte dal consiglio d’amministrazione di Rimini Fiera hanno garantito ottimi risultati, spesso migliori delle ipotesi preventive. Il nostro impegno è di continuare su questa strada. A Rimini Fiera siamo interessati all’interesse degli azionisti e, per questa via, a quello dei cittadini. Che brillino stelle è fattore del tutto secondario e di nessuna rilevanza. Sono sconcertato dal tono e non condivido la lettura volutamente negativa e parziale che è stata data a fatti avvenuti. Piuttosto, evitare strumentalmente di ricordare come questi episodi si siano conclusi mi pare un servizio irrispettoso dell’intelligenza e della buona memoria dei cittadini”.