Rassegna stampa

Internet allunga il salone

Vincent Gérard è il direttore generale dell’Unione delle fiere internazionali (Ufi), un organismo che raggruppa 537 società fieristiche in 82 paesi del mondo.
Questo belga di 60 anni ha 23 anni di esperienza nel grande mondo delle esposizioni. In questa intervista al Sole 24 Ore, tra le altre cose, spiega che internet sta permettendo ai saloni di rimanere aperti anche quando sono chiusi; rivela come stiano nascendo fiere regionali e low-cost e segnala la forte crescita delle aziende cinesi in campo fieristico.
Cominciamo dalla situazione economica. La recessione è terminata in molte regioni del mondo: come se la cava il settore delle fiere?
Secondo il nostro ultimo sondaggio trimestrale presso i nostri soci, il 2009 è stato evidentemente peggiore del 2008. Gli interpellati si aspettano un rimbalzo a metà 2010.
Quali fiere hanno sofferto di più?
Quelle per il grande pubblico sono andate bene. Quelle professionali, meno. In particolare sono andati male i saloni dedicati all’immobiliare, all’auto e ai beni d’investimento in genere.
Continua a pagina 2

C’è stata una perdita limitata della superficie espositiva, e un calo più forte del numero di visitatori. In media nel 2009 il giro d’affari è sceso tra il 5 e il 20% a livello mondiale e a seconda del settore.
In termini più strutturali, non crede che Internet e in generale la comunicazione del XXI secolo stiano facendo concorrenza alle fiere?
No. Forse per i prodotti di consumo più elementari dove non è sempre necessario il contatto fisico e visivo, ma per qualsiasi altro prodotto tecnicamente più sofisticato l’incontro tra acquirente e venditore rimane cruciale. Magari internet permette di guadagnare tempo, organizzare gli appuntamenti, rimanere alla fiera un giorno anziché due, ma il vantaggio di poter raggruppare gli incontri sotto a uno stesso tetto resta enorme. Le dirò di più: la rete ci permette di tenere aperti i saloni anche quando sono ufficialmente chiusi.
In che senso?
Grazie a internet, le fiere vogliono allungare il periodo di apertura, inaugurando portali dedicati per esempio allo scambio di informazioni tra venditori e acquirenti. È sempre più utile rimanere aperti anche tra una fiera e l’altra e in questo senso la rete è utilizzata come strumento di marketing prima e dopo il salone. Per esempio, non si dimentichi che siamo in possesso di banche dati enormi, utilissime sempre, anche quando il salone è terminato.
La crisi economica comporteràprobabilmente cambiamenti profondi nel vostro settore.
Non c’è dubbio che la difficile situazione economica ci sta spingendo a rivedere le nostre priorità, a migliorare la nostra offerta. Dobbiamo chiederci per esempio se tutti i saloni attualmente esistenti sopravivranno. Notiamo a livello continentale che le grandi fiere professionali sono ormai una, anziché due. Stanno poi nascendo fiere regionali, complementari a quelle più grandi, e fiere a buon mercato, per così dire low cost, più vicine a un certo numero di clienti.
Sempre a proposito di cambiamentistrutturali: quanto stanno crescendo i mercati emergenti?
Tradizionalmente, la Germania è sempre stato il paese leader nel mondo fieristico. Ha grandi società, presenti anche all’estero. Da circa due anni però i cinesi sono saliti al primo posto nella nostra classifica dei soci. Sono certo che la Cina continuerà a svilupparsi: l’emergere di una classe media nel grande paese asiatico rappresenta per il mondo fieristico un potenziale enorme.
Beda Romano
beda_romano@hotmail.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA ]]> –

Newsletter