Rassegna stampa

In zona 18 largo ai giovani

Vale la pena tenere gli occhi bene aperti sulla zona 18 di Artefiera dedicata alle gallerie che hanno meno di 5 anni di vita. Il panorama qui è decisamente internazionale, i lavori in mostra costano tra i 500 e i 10mila euro, e si possono indovinare ottimi acquisti. Per fare solo un esempio, nel 2008 con mille euro ci si portava a casa un’opera di Shepard Fairey, lo street artist che quest’anno è diventato celebre (e quotatissimo) disegnando l’immagine multicolor «Hope» di Obama, diventata simbolo della nuova America. I “giovani” di Artefiera puntano infatti su street art, bad painting, lavori in digitale e installazioni grandi o piccole, accattivanti, come fanno la barcellonese Adn con un teschio-pallone di Eugenio Merino, Amt di Milano con il laboratorio naif di Albert Pinya – una stanza piena di disegni, corna incorniciate e oggetti bizzarri – e Gallo di Berlino, con le sculture di Massimiliano Nazzi che paiono riciclare interi arredamenti completi di elettrodomestici. Ampio l’orizzonte della galleria Riccardo Crespi, con un ventaglio di artisti che va dall’illustratrice Maddalena Sisto ai video del brasiliano Marcelo Moscheta.
Le new entries giovani sono nove, tra cui Cardi Black Box di Milano, che presenta un artista ultraconsolidato come Thomas Bayrle (classe 1937) accanto a una giovane come l’iraniana Shirana Shabazi. Fotografia contemporanea per For Gallery di Firenze, con le letture ironiche e sorprendenti dell’Israele di oggi di David Kassman. Si è già fatta notare per i suoi lavori coloratissimi, in puro stile Cina contemporanea, anche la Fu Xin di Shanghai.
Interessante la vicenda della Galleria La Veronica, nata a Modica nel 2007, che dalla difficile provincia siciliana è riuscita ad arrivare alla fiera più importante d’Italia. È di ritorno invece la N.O. di Milano, che porta due giovani come Massimo Uberti e Davide Bertocchi: quest’ultimo è un esempio di scommessa vinta, dato il buon successo dell’anno scorso. Lo stesso vale per Francesco Pantaleone, che fa ricerca con autori come l’incendiaria Loredana Longo, al secondo anno bolognese con le «Explosions». Ingombranti e intelligenti anche i lavori della finlandese Kaarina Kaikkonen, già nota per le sue installazioni ambientali che riflettono sul gap generazionale, esposti da Z2O.
Pregevole poi l’iniziativa di G.l.o.w. (Galleries Linked Organization Worldwide), un collettivo di sei gallerie italiane e straniere che riunendosi in un’unica piattaforma portano a Bologna i loro artisti. In tempi di crisi, in cui il costo del debutto sul mercato rischia di frenare l’intraprendenza dei galleristi trentenni, sono idee come questa a tenere viva la scena, insieme all’attenzione del pubblico.
Pia Capelli
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