Rassegna stampa

In vista tagli per fiere e terme

– Le intenzioni ci sono, ma prima di passare ai fatti e tagliare le partecipate la Regione Toscana aspetterà ancora. Entro il prossimo 31 ottobre il Consiglio regionale approverà il documento (a cui la Giunta ha dato l’ok pochi giorni fa) che stabilisce quali società sono coerenti con l’attività istituzionale e quali no. Già la Finanziaria 2008 chiede peraltro che le Regioni snelliscano entro giugno 2009 il pacchetto di azioni, invitando i Governi regionali ad abbandonare i settori non pertinenti con le finalità proprie della Pubblica amministrazione. Ma all’indomani del voto definitivo la situazione non cambierà molto: nel documento, di fatto, si dice solo che col tempo i vertici della Regione dovranno fare un passo indietro dal comparto fieristico e termale, stabilendo il principio di separazione tra proprietà e gestione (dentro la quale la Regione non dovrà più essere impegnata). Sui tempi e sui tagli concreti, però, nulla di stabilito. «Il percorso è avviato, abbiamo deciso di ridurre gradualmente alcune quote azionarie e uscire dalle spa che non esprimono le finalità proprie dell’istituzione regionale – dice Giuseppe Bertolucci, assessore toscano al Bilancio –. Le modalità le valuteremo strada facendo».

Le partecipazioni in pancia alla Regione Toscana riguardano 23 società e si realizzano all’interno di quattro macro-aree: il settore creditizio, quello fieristico, quello termale e quello infrastrutturale. Il primo e l’ultimo non sono in discussione. «Le garanzie per il credito e lo sviluppo economico rimangono delle priorità. Vale anche per le infrastrutture, alle quali vogliamo assicurare la messa a punto di una strategia regionale integrata», aggiunge Bertolucci.

Ad essere eventualmente ritoccate saranno quindi le partecipazioni nelle società termali e fieristiche. Si tratta principalmente del Centro affari e convegni di Arezzo (29,08%); Firenze Fiera (31,65%); le Terme di Casciana (67,59%); le Terme di Chianciano (57,45%), le Terme di Montecatini (50%). Per tutte queste spa, come sottolinea l’assessore al Bilancio, la Regione «favorirà la separazione tra la proprietà, all’interno della quale potrà mantenere una quota azionaria, e la gestione, da dove la politica dovrà uscire». Ma in che tempi, ancora, nessuno lo sa.

S. Mo.

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