Rassegna stampa

In vetrina c’è l’arte ma anche lo sport

La Mostra d’Oltremare di Napoli ha operato dal 1937 al 2000 come ente pubblico economico, per trasformarsi, nel 2001, sotto l’impulso della legge Bassanini, in società per azioni, allo scopo di ridurre i costi di produzione e di affermare un’immagine più visibile all’esterno. Nel primo triennio di attività la Spa ha messo in cantiere investimenti per 12 milioni, il numero di visitatori è passato da 1,5 milioni a 2,8 nel 2003. Un risultato ottenuto grazie alla realizzazione di eventi di grande richiamo artistico (come l’allestimento di Notre-Dame de Paris nella cornice dell’Arena Flegrea) o di importanza sportiva (i campionati mondiali juniores di pallanuoto che si sono svolti nell’estate 2003 in una piscina olimpionica ristrutturata). Ma anche grazie a una sempre maggiore offerta di spazi e servizi qualificati per visitatori ed espositori. Attualmente, la società per azioni organizza 25 fiere annuali, oltre a congressi nazionali e internazionali che riscuotono l’interesse e l’adesione di almeno un milione di visitatori provenienti da altre regioni italiane e dall’estero.
«I risultati sono positivi – dice Raffele Cercola, presidente della Mostra – visto che il fatturato è cresciuto dai 10,4 milioni del 2002 agli 11,2 del 2003 e il margine operativo lordo è passato da 624mila a 690mila euro». Inoltre, il piano urbanistico interno ha avviato il recupero e la riqualificazione di alcuni edifici di grande prestigio, come l’Arena Flegrea, il Padiglione America Latina, la fontana dell’Esedra, le sale storiche del palazzo Uffici. Tuttavia, sono aumentate le perdite della Mostra per quanto riguarda la gestione del patrimonio immobiliare e, in particolare, gli ammortamenti che vengono a gravare sui singoli esercizi. «Ma nel il 2003 le perdite sono diminuite da 3,4 milioni a 1,5».
La Mostra è stata inaugurata nel 1940 come Mostra Triennale delle Terre Italiane d’Oltremare. La struttura comprendeva un grande parco protetto, che nel suo genere costituiva un unicum. Vi sorgevano 36 padiglioni espositivi immersi in aree verdi. Danneggiata durante la seconda guerra mondiale, l’area rimase in stato di degrado sino al 1998, quando partì un progetto di riqualificazione.
La società realizza attività culturali, di spettacolo, congressuali, espositive e fieristiche e gestisce il patrimonio dell’ex Ente Mostra d’Oltremare, la piscina olimpionica, aree attrezzate verdi e campi da tennis.
Il 70% del capitale della Spa è detenuto dal Comune di Napoli, la Regione ha una partecipazione del 20%, mentre le restanti azioni sono in possesso di Banco di Napoli, Provincia e Camera di commercio. L’attività economica della società evidenzia un elevato livello di autonomia finanziaria, con un flusso di entrate derivante da vendita di servizi pari al 20% circa e un valore superiore al 5% riferito alle sponsorizzazioni.
Attualmente la società ha un organico di 70 unità, di cui tre figure direttive, un quadro azienddale 34 amministrativi e 32 operai. Il numero di dpendenti risulta inferiore al passato in conseguenza di un’operazione di riorganizzazione degli incarichi di vertice del gruppo avvenuta lo scorso febbraio, quando si è provveduto anche a rinnovare le cariche scadute del consiglio di amministrazione.

I numeri
I dati della Mostra d’Oltremare
1940. Inaugurata come Mostra Triennale delle Terre Italiane, nasce l’ente pubblico Mostra d’Oltremare. Era un grande parco protetto, con 36 padiglioni espositivi immersi in aree verdi
2,8. I milioni di visitatori nel 2003, con una crescita notevole rispetto agli 1,5 milioni del 1999
70 per cento. É la quota di capitale in mano al Comune di Napoli
20 per cento. É la quota della Regione. Il resto è posseduto da Banco di Napoli, Provincia e Camera di commercio

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