
In Italia trimestre nero per la gioielleria
FIRENZE
Tempi duri per la gioielleria italiana. La volatilità del prezzo dell’oro, le incertezze della congiuntura economica internazionale e il nodo irrisolto dei dazi d’ingresso sul mercato americano (questione annosa), a cui si somma la penalizzazione valutaria del cambio euro/dollaro, fanno crollare gli acquisti di oro da parte delle imprese del settore, costrette a fronteggiare un sensibile calo della domanda.
«La situazione del comparto, nei primi tre mesi dell’anno in Italia, è stata veramente drammatica», commenta Ivana Ciabatti, amministratrice unica di Italpreziosi, ad Arezzo per la 29esima fiera OroArezzo. La flessione ha toccato il 30% per quanto riguarda gli acquisti d’oro. «In tempi d’incertezza economica – aggiunge – è normale che ci sia una contrazione della domanda».
Eppure la rassegna aretina ha chiuso i battenti con numeri incoraggianti: 7.600 i visitatori professionali (+12%), con un marcato incremento degli operatori stranieri (+38,3% pari al 37% del totale). Tra i Paesi più rappresentati: Spagna, Grecia, Stati Uniti, Francia, Emirati Arabi, Russia e Germania. «Abbiamo mantenuto l’impegno di portare in Toscana 230 top buyer: adesso speriamo gli ordini raccolti riportino il sereno», commenta Franco Fani, vice presidente della Fiera.
«Dopo un 2007 sostanzialmente positivo, siamo in un momento di stallo del mercato – spiega Dario Micheli, presidente della sezione orafa di Confindustria Arezzo –. Il nostro distretto ha superato la crisi strutturale, riorganizzandosi, ma se dovesse durare l’attuale congiuntura negativa sarebbero dolori per molte imprese».
Tra gli obiettivi prioritari del settore c’è la riduzione dei dazi americani (-20% l’export verso gli Usa nel 2007). «Puntiamo a ottenere almeno la loro applicazione sul solo valore aggiunto dei prodotti, escludendo dal conteggio la materia prima, cioè l’oro», dice Antonio Zucchi, presidente nazionale di Federorafi e leader del gruppo Unoaerre. Il dazio è del 5,8% ma finisce per incidere per più del 50% sul lavoro manifatturiero. «Grazie anche all’impegno delle Regioni Veneto e Toscana speriamo di arrivare a un risultato concreto entro l’anno», conclude Zucchi.
C.Per.