Rassegna stampa

In fiera arriva la procedura fai-da-te

Dopo trent’anni la Toscana ha una nuova legge sulle fiere. La riorganizzazione normativa del settore, indispensabile a dare ordine e maggior efficienza alle attività espositive della regione, è stata accolta con favore dagli operatori (vedere servizio a parte) e nei prossimi mesi produrrà una serie di aggiustamenti pratici che promettono di velocizzare procedure e tempi, migliorando la qualità del lavoro di chi organizza le manifestazioni.
In primo luogo è prevista una diversa assegnazione delle competenze. Le funzioni amministrative saranno infatti assegnate ai Comuni (autocertificazione sui requisiti e sull’idoneità per i soggetti e le manifestazioni), mentre spetterà alla Regione il ruolo di promozione e di coordinamento, con la realizzazione del calendario fieristico, il monitoraggio e le politiche sostegno al settore. La legge toscana, passata all’esame del Consiglio il 26 gennaio, promette insomma di snellire le procedure e di fare chiarezza tra i diversi soggetti in campo.
Non solo. Venuta meno per effetto della devolution la funzione finora svolta dal ministero delle Attività produttive per le manifestazioni più importanti, quelle di carattere internazionale, il testo messo a punto dalla Toscana prevede un coordinamento interregionale, con l’obiettivo di studiare soluzioni omogenee sia per quanto riguarda le modalità di composizione dei calendari, sia nell’individuazione dei requisiti per i quartieri fieristici.
Sempre nella logica della semplificazione, le qualifiche territoriali delle rassegne vengono ricondotte a tre tipologie (internazionali, nazionali e regionali). I criteri di riconoscimento sono legati a parametri oggettivi, in base al numero e alla provenienza degli espositori. “Uno degli obiettivi ai quali puntiamo – spiega l’assessore regionale al Commercio, Susanna Cenni – è quello di modernizzare il nostro sistema fieristico, aiutandolo anche dal punto di vista della normativa a diventare più competitivo sui mercati e a fronteggiare con nuovi strumenti le sfide della globalizzazione”.
Ed è proprio la semplificazione burocratica l’elemento più tangibile delle novità introdotte dalla legge. La vecchia autorizzazione è infatti sostituita da una semplice denuncia di inizio attività, che l’organizzatore di manifestazioni fieristiche deve inviare al Comune. Sempre all’Amministrazione comunale dovrà essere autocertificata la qualifica della rassegna, l’esistenza dei requisiti degli operatori coinvolti e l’idoneità della sede espositiva. Per la prima volta, poi, come la Toscana ha già previsto nel caso delle attività commerciali, la legge stabilisce l’obbligo dei requisiti morali e professionali per gli organizzatori, in linea con le indicazioni dell’Unione europea.
Il principio di sussidiarietà e l’indicazione di standard internazionali rappresentano dunque la ventata d’innovazione che ha cominciato a soffiare sul sistema fieristico toscano. I tre poli su cui si basa il settore, quello di Firenze Fiere nel capoluogo regionale, Carrara Fiere sulla costa e il Centro Affari di Arezzo, sui quali la Toscana ha investito più di 150 milioni negli ultimi anni, possono guardare al futuro potendo contare su un quadro di riferimento normativo più moderno e razionale.
La legge rinvia per ulteriori aspetti tecnici al regolamento attuativo con cui saranno definiti tra l’altro i requisiti per l’attribuzione della qualifica alle manifestazioni fieristiche, quelli di idoneità dei quartieri espositivi e le procedure per la formazione dei calendari. I Comuni, poi, nell’ambito della loro autonomia di regolamentazione, avranno in ogni caso facoltà di adottare singole disposizioni con cui disciplinare lo svolgimento delle funzioni a loro attribuite.

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