Rassegna stampa

Immaginare di impaginare

di Alessandro Bergonzoni

«Libro» arbitrio: facoltà di operare sul libro secondo la ragione, atto non necessariamente conforme alla legge, ma alla volontà alla potestà assoluta, a discrezione, creazione, con talento, autorità, beltà, signoria, giudizio, licenza e capriccio. Artatamente. L’arte di fare il libro d’arte. Arti del libro, arti superiori: gli occhi di chi li guarda le mani di chi li fa (la testa di chi li pensa) … Quali sono gli arti superiori se non questi? È il volume, di lavoro. Anche di questo si parlerà. La mole, una grande mole, qualcosa di Antonelliano, fogli, c’arte, pie’ pagina (arti inferiori). Meditare o editare? La differenza è sottile come un foglio, il pensare di fare, immaginazione impaginazione, grafie, foto grafie, sempre sottili come una pellicola. (Mi chiedo qual è la vera differenza tra girare un film e girare una pagina). Sempre arti. Sempre gesti, muscoli anche se minuscoli o maiuscoli, altri caratteri. Si tratta di forza, non per forza; è questione di azione, in questo caso di orizzonti, da orizzontale, steso, è stesura, asciugamento, d’inchiostro, di incisioni. L’arte è doganiera, confina e poi sconfina. È materia da intitolare, segnare: "lasciare il segno"; ma non come abbandono, ma come Re Perto, il grande monarca dei lasciti culturali. Dire, far stampare lettere e testamenti: non si tratta di penitenza ma del grande ludus che creano arte e libro, un rilegame eterno a se stesso e all’eterno, all’eccezione che fa la regola d’arte, al raro che si fa carne da aprire come un testo, tangibile sensualità dell’illustre, illustrato, antico, moderno, miniato.

L’arte di fare il libro d’arte? Chi lo fa? L’artigiano-bifronte, che da una parte agisce, stampa, clona, icona, allega, assembla, ordina, produce, riproduce, traduce, riduce, cataloga, smista, organizza, stratifica, ammassa, sceglie, incastona, scastona, tramanda, scandaglia, ritaglia, taglia (italia e non solo), copia, dispone, seleziona, scandisce, scopre, ingrandisce, prova, riesce, rimanda, ricuce, informa, illumina, legge, scova, stringe, abbrevia, dilata, e dall’altra attende, aspetta chi colleziona, chi legge, chi compra, chi vede la sala del bell’aspetto: e se il bell’aspetto non fosse altro che una meravigliosa attesa? Aspettare che migliori, che deflagri, che arrivi, agli arti superiori del visitatore che visita ma è anche visitato per guarire dal piccolo e capire, grande vedere, grande evitare la morte, l’infimo, il solo qui e ora per espandere in altro (vedi la differenza tra altro e altro) è esplosione, mine pro uomo: il libro d’arte è una bomba per far saltare l’uomo sul più bello, sul grande, sull’enorme, sull’incomprensibile sibilo, l’inaudito, l’imperscrutabile, il complesso, musica nuova per il terzo orecchio, il sesto senso, il senso dell’arte, l’occulto non più occultato, il mistero, la magia, la favola, favoloso voloso, aviazione artistica con vertigine estetica ed estatica a precipizio, una nuova energia enucleare che toglie i soliti occhi e li sostituisce col terzo occhio che moltiplica occhio per occhio quanto fa? Fa di più! L’energia del di più, oltre quella elettrica nucleare voltaica (voltar pagine) un’energia a pile di libri, ecco la surreale costruzione della sedia a pile un’opera che vorrò realizzare per sfidare la condanna a morte che dà il non leggere, il non cercare, il non sentire, il non vedere, (i cinque non sensi). Condanniamoci al peso dell’arte, dell’oltre, dell’altro: a differenza della sedia elettrica che paralizza e uccide, fa dimenticare, spegne, finisce, la sedia a pile di libri d’arte, uno sopra all’altro che riavvolgono, coinvolgono, abbracciano, la sedia che ti catapulta, ti manda. 1 Alessandro Bergonzoni inaugura

Artelibro, giovedì 25 settembre

Newsletter