Rassegna stampa

«Il turismo congressuale è il futuro»

Ventun anni, una laurea in scienze del turismo appena conseguita, una vacanza in programma per ritemprarsi prima di lanciarsi in un settembre denso di appuntamenti. Francesca Parente , luinese di origini liguri, stringe ancora la sua tesi fresca di stampa ma già è proiettata al futuro, un futuro abbastanza delineato. Giovane ma molto decisa e motivata, Francesca si sta costruendo con le unghie la sua vita: per frequentare la sede comasca dell’Università dell’Insubria ogni giorno faceva un viaggio di 4 ore (due ore andata e due ore ritorno) e nei momenti di pausa lavorava nel “suo” settore, quell’ambito turistico congressuale che dovrebbe diventare la sua professione: «Appena ho iniziato la facoltà – ricorda Francesca – ho cominciato a lavorare con grandi agenzie che si occupano di fiere e congressi: ho lavorato con Fiera di Milano, per Borsa Italiana, Villa Erba a Cernobbio, e tanti ancora. Oggi sono responsabile del personale legato all’accoglienza».
Francesca ha scritto una tesi di laurea incentrata proprio sul turismo congressuale , prendendo in analisi il caso Fiera Milano : «È una realtà storica che è diventata un punto di riferimento in Europa e nel mondo intero. Milano offre tutto: ottima accoglienza, efficienza ed organizzazione e una quantità variegata di proposte per tempo libero e shopping. Nella mia tesi ho analizzato la storia dell’ente dal 1881 ad oggi con una disamina della futura rivalutazione della sede cittadina». Nel suo lavoro, Francesca ha scoperto un dato estremamente interessante: «Nonostante in Italia il turismo congressuale non sia sviluppato come dovrebbe, rappresenta il 26% del turismo totale contro il 23% del turismo balneare. Il sistema fieristico italiano è vario e molto attivo: gli stranieri apprezzano la nostra organizzazione e soprattutto i contesti che ospitano gli eventi». La neo dottoressa è convinta che il settore sia alla vigilia del grande salto: «Affidando a professionisti il compito di sostenere il turismo congressuale si potrebbero avere risultati sorprendenti». Francesca è vissuta sei mesi negli Stati Uniti dove ha anche superato 4 esami: «Negli States sono molto attivi i ” Convention Bureau “, uffici di promozione autori di una politica di sostegno molto giovane ed efficace. Ogni paese, si può dire, ha il proprio Ufficio che attua campagne intense proprio “door to door”».
E degli sforzi varesini cosa pensa la futura professionista? «La scelta del “Conventuion Bureau” è molto intelligente, giovane e dirompente. Varese potrebbe avere diverse carte da giocare: ci sono limiti facilmente superabili con ottime organizzazioni. Le Ville Ponti hanno il “difetto” di essere una dimora storica con gli svantaggi logistici conseguenti (come quello di non essere servita in modo ottimale) ma ha il pregio di offrire un connubio di storia ed arte di cui gli stranieri vanno matti. Mi piacerebbe lavorare per la mia città e riuscire a dare un contributo per vederla affermarsi a livello internazionale». Per il momento, però, Francesca si limita ad analisi teoriche: il suo corso di studi deve proseguire con una laurea specialistica in economia e gestione delle imprese turistiche. Magari da conseguire negli States. Qualunque sia la sua scelta, per Varese sarà solo un arrivederci: tornerà per dare il suo contributo.

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