
Il sistema Italia corre con la Fiera
«In questo momento i lavori per la nascita del polo fieristico di Rho-Pero sono il cantiere più grande aperto non soltanto in Italia ma in Europa. E tutto procede rispettando i tempi previsti. Saremo pronti per schiacciare il bottone di partenza nel 2006, aumentando di quasi un terzo gli spazi espositivi coperti fino a 470mila metri quadrati lordi che comprendono il quartiere esterno e quanto resterà di quello cittadino». Michele Perini, presidente di Assolombarda, è stato eletto nei mesi scorsi numero uno di Fiera Milano Spa e la nomina risulta emblematica dell’impegno diretto assunto dal sistema produttivo milanese nel lancio del nuovo polo in costruzione.
Nello stesso tempo sono in via di definizione le iniziative di internazionalizzazione, che saranno un altro asse portante dello sviluppo. «Il brand Fiera Milano verrà utilizzato per vendere all’estero filiere di iniziative che coinvolgano settori complementari», dice Perini. E spiega: «Diventeremo promotori di fiere che serviranno per lanciare il sistema Italia, lo stile di vita italiano, per filoni di attività come l’agroalimentare, il sistema persona e quello casa-ufficio. Naturalmente non faremo investimenti diretti in strutture espositive, mentre intendiamo allacciare accordi con le grandi fiere estere che sono i nostri concorrenti-partner naturali». Di sicuro la presidenza Perini coincide con la seconda fase di crescita della società, che utilizza la quotazione del titolo in Borsa come trampolino di lancio per consolidare in via definitiva il primato a livello mondiale.
Può fornire qualche numero sulle dimensioni attuali del gruppo?
Fiera Milano è il punto di riferimento dell’intero sistema fieristico italiano, con una settantina di manifestazioni all’anno, 1,6 milioni di metri quadrati netti complessivamente venduti, oltre 30mila espositori e 4,5 milioni di visitatori. Nel complesso il giro d’affari consolidato ha superato nel giugno scorso i 219 milioni di euro, in forte crescita rispetto ai 141 milioni dell’anno precedente. E nel primo trimestre del bilancio 2003-2004 i ricavi sono aumentati ancora del 44 per cento.
Quanto è costato il nuovo polo fieristico?
L’investimento fatto dalla Fondazione è intorno ai 750 milioni di euro ed è stato possibile anche grazie alla fiducia che il sistema bancario e finanziario ha riservato alla società operativa Fiera Milano Spa che negli anni potrà assicurare alla fondazione i mezzi finanziari per onorare gli impegni assunti.
Qual è il peso di Fiera Milano sul mercato italiano?
Rappresentiamo, da soli, il 40% circa dei visitatori di tutte le manifestazioni a carattere internazionale che si tengono in Italia e circa un terzo degli espositori. Il polo esterno in costruzione ci permetterà un salto di qualità decisivo. La novità saranno i 60mila metri quadrati all’aperto, che utilizzeremo anche per separare gli stand dagli eventi di richiamo. Ne sono previsti di rilevanza particolare. Per quanto riguarda la parte coperta è rilevante la qualità degli spazi che supera i limiti del quartiere fieristico attuale, disposto su più piani e con un numero elevato di colonne che interrompono la continuità delle vetrine espositive. I vantaggi per i clienti saranno significativi, a partire dal miglioramento dei tempi di allestimento e smontaggio degli stand.
Come vi state organizzando?
All’inizio dell’anno prossimo partirà il road show di presentazione internazionale delle strutture di Rho-Pero, che verranno ultimate nel marzo 2005. Poi dovremo allestire gli arredamenti interni e, tra la fine dell’anno e l’inizio di quello successivo, partiranno le prime manifestazioni, che serviranno alla messa punto del carburatore. Le fiere con cui esordire verranno scelte tenendo conto del tipo di infrastrutture che saranno in funzione.
Prevedete difficoltà?
É un’operazione complicata quasi come il trasferimento dei voli dall’aeroporto di Linate a Malpensa, anche perché il quartiere fieristico attuale resterà aperto. Ma ne vale la pena perché l’espansione di Fiera Milano servirà a trainare l’intero sistema delle imprese. Il polo fieristico è uno strumento formidabile per contribuire a valorizzarne le potenzialità.
É davvero sicuro che nell’era di Internet le fiere continueranno ad avere importanza?
La risposta migliore è una battuta di Bill Gates, di passaggio a Milano. Gli chiesi se in futuro la gente lavorerà da casa. Rispose senza esitazione: «Sì, dopo le cinque del pomeriggio». E spiegò che per lavorare al meglio, come per vendere al meglio, i contatti umani restano insostituibili.
In che modo crescerà la grande fiera?
Punteremo sul potenziamento delle manifestazioni in essere spingendo le azioni di marketing sui grandi compratori, sul lancio di nuove mostre, sulla internazionalizzazione. Inoltre cresceremo con altre manifestazioni che sceglieranno di trasferirsi a Milano come nel caso recente di Futurshow. Ma anche consolidando la diversificazione nel mondo dei servizi. La priorità, comunque, resta rappresentata dalle iniziative che metteremo in cantiere a livello internazionale.
Che progetti avete per la parte estera?
Prima di tutto intendiamo sviluppare la presenza di operatori esteri a Milano tramite la nostra rete di 34 uffici che coprono 56 Paesi. Poi puntiamo sulla esportazione di manifestazioni fieristiche in mercati emergenti interessanti come Cina, Russia e Brasile. Infine lavoreremo ad accordi da realizzare con le maggiori fiere estere.
Sono previste alleanze con poli fieristici italiani?
Non escludo intese di carattere tecnico per valorizzare le acquisizioni fatte diversificando nei servizi. Ora operiamo a tutto campo e siamo altamente concorrenziali.
Perché tanta attenzione all’estero?
La globalizzazione dei mercati lo impone. La leadership in Europa di Fiera Milano va mantenuta e rafforzata perché deve sostenere le aziende sui mercati internazionali. L’economia italiana è fatta soprattutto d’imprese di piccole dimensioni che hanno raggiunto successi importanti ma che sono in difficoltà a reggere da sole la competizione in grandi mercati.
Può fare un esempio?
Il caso della Cina è tipico. Ho incontrato recentemente il sindaco di Shanghai, molto interessato alla diffusione di modelli italiani. Non si tratta però di vendere un edificio, ma interi quartieri. E per fare questo occorre mettere a punto una offerta articolata. In vetrina va messo il sistema Italia e non i prodotti di singole imprese. Per questo stiamo lavorando e il modello verrà lanciato dopo avere selezionato le opportunità più interessanti.
Un ricco calendario
Fiera Milano conta circa 70 manifestazioni all’anno, 1,6 milioni di metri quadrati netti venduti, oltre 30mila espositori, 4,5 milioni di visitatori e 219 milioni di giro d’affari consolidato all’anno.
Il polo espositivo milanese coinvolge il 40% circa dei visitatori di tutte le manifestazioni a carattere internazionale che si tengono in Italia e un terzo degli espositori.
Il nuovo centro espositivo di Rho e Pero aumenterà di quasi un terzo la capacità espositiva coperta della società portandola a 470mila metri quadrati lordi.
La localizzazione è strategica perché il polo fieristico, interessato dal progetto dell’alta velocità ferroviaria transpadana, si trova lungo l’asse est-ovest che va da Lione a Lubiana e nel tragitto nord-sud che parte da Genova e arriva nel centro Europa.
Data: 17/12/2003
Testata: NORDEST
FRIULI-VENEZIA GIULIA
Poli fieristici – Trasformazione fra tre mesi – La nuova sede nel Porto vecchio
A Trieste prima la Spa, poi il trasloco
Simonetta Di Zanutto
L’Ente Fiera di Trieste è pronto a trasformarsi in società per azioni. Per chiudere l’operazione, che potrebbe concretizzarsi nel febbraio 2004, mancano solo le delibere dei soci di maggioranza (Comune, Provincia e Camera di commercio) che però, come ammettono all’Ente Fiera, potrebbero arrivare da un giorno all’altro.
La Regione non parteciperà al capitale della nuova Spa. La decisione della Giunta regionale, su proposta dell’assessore al Commercio e Turismo Enrico Bertossi, fa seguito all’intenzione di avviare il disimpegno, attraverso la graduale cessione delle proprie quote di capitale, dalle Spa in cui si stanno trasformando gli enti fieristici del Friuli-Venezia Giulia. Alla Regione rimarranno compiti politici di coordinamento e di indirizzo in campo fieristico, ma non più di gestione diretta. La nuova società, invece, darà spazio anche ai privati e i primi investitori si stanno già facendo avanti, anche in vista del business del Porto Vecchio, futura sede di una Fiera che è tra le più antiche d’Italia, essendo stata costituita nel 1948. Il trasferimento da Montebello alle Rive, aumentando la capienza espositiva da 14.500 a 51.862 metri quadri, grazie a investimenti che sfioreranno i 54 milioni, dovrà dare slancio alla Fiera giuliana, che vuole diventare il punto di riferimento espositivo per i paesi dell’Est europeo.
Pordenone. La privatizzazione della Fiera pordenonese è partita da poco più di un mese. «É presto per fare un bilancio – spiega il presidente Alvaro Cardin – ma in questo periodo di sperimentazione ci siamo già accorti di alcuni cambiamenti, in particolare della maggiore snellezza operativa». Il cda è passato dai precedenti 15 membri agli attuali sette. Per ora Pordenone Fiere Spa è tutta a capitale pubblico (1 milione 33mila euro suddiviso fra cinque soci: Comune e Camera di commercio di Pordenone, Province di Udine e Pordenone, Friulcassa), ma uno degli obiettivi futuri è aprire ai privati. La nuova fiera, nei prossimi tre anni, cercherà sia di rafforzare le iniziative esistenti sia di promuovere nuovi eventi. Sono previsti miglioramenti anche dal punto di vista strutturale: dalla crescita della superficie espositiva di circa 3mila metri quadri ad un restyling completo, dalla sala convegni alla zona biglietteria, mentre l’area esterna (di circa 77 mila metri quadri) sarà urbanizzata per la creazione di un ampio parcheggio.
Udine. La trasformazione della Fiera friulana da ente pubblico autonomo a Spa è stata sancita lo scorso 9 giugno, dopo quasi un ventennio di polemiche, ritardi e rinvii. Il patrimonio netto è di 8.630.350 euro. Il cda, composto da 17 membri, resterà in carico fino all’approvazione del bilancio di esercizio che si chiuderà il 31 dicembre 2005. Lo scorso settembre, inoltre, è avvenuta l’operazione di fusione tra l’Ente Fiera, gestore e titolare dell’attività fieristica, e la Udine Esposizioni Srl, proprietaria degli immobili. La compagine sociale, a seguito della fusione, vede Comune e Provincia di Udine presenti entrambi con il 24,07%, la Camera di commercio di Udine con il 32,2%, la Crup con il 7,82%, la Regione con l’11,73% e gli Artigiani con lo 0,01 per cento.
Gorizia. Partiranno nel 2004 e dureranno un anno i lavori di ristrutturazione del quartiere fieristico isontino. Gli interventi comprendono l’adeguamento delle strutture con la messa a norma degli edifici e dell’impiantistica. Tra gli obiettivi della riqualificazione, anche quello di adeguare gli spazi a nuovi possibili utilizzi, come l’attività didattica dell’università. Nel restyling sono in programma la riasfaltatura degli spazi esterni, la creazione di una copertura per l’area pedonale e lo spostamento verso nord dell’ingresso principale. SIMONETTA DI ZANUTTO