
Il nuovo volto di Porto Vecchio
Carla Ciampalini
Sarà una Commissione di tecnici nominata dall’Autorità portuale con una delibera a esaminare le domande di concessione delle aree demaniali del Punto Franco Vecchio di Trieste e a verificarne l’ammissibilità sulla base di quanto stabilito dalla Variante al Piano regolatore portuale approvata con decreto del presidente della Regione il 10 settembre scorso. Le procedure per l’assegnazione delle concessioni – così come scrive in un avviso pubblico il presidente della Port Authority giuliana, Claudio Boniciolli – verranno attivate dal 1° giugno. La Commissione compirà una prima istruttoria sulla base della quale il Comitato portuale stabilirà in via definitiva le assegnazioni.
A presentare manifestazioni di interesse per quest’area da 750mila metri quadrati di superficie e da un milione di metri cubi tra edificato e nuove costruzioni, sono stati per ora circa quaranta investitori. «A coloro che hanno presentato le prime manifestazioni di interesse – spiega Luigi Rovelli, presidente della Società Porto Vecchio – abbiamo richiesto di implementare la documentazione, allegando progetti ed entità degli investimenti». Le domande dovranno essere corredate dalla relazione tecnica delle opere, dal piano della località e dai disegni degli impianti, come dispone il regolamento del Codice della navigazione. Aggiunge Rovelli: «Le domande giunte riguardano richieste di concessione di durata superiore ai quattro anni e devono essere sottoposte alla formalità del l’istruttoria e passare l’esame del Comitato portuale».
Ufficiosamente si apprende che si sono fatti avanti non solo gruppi europei, come le Assicurazioni Generali e l’olandese Multicorporation, ma anche imprese con sede nei Paesi Arabi e nel l’Estremo Oriente. Non mancano le presenze locali come la volontà manifestata dall’Istituto Nautico e dalle realtà di formazione post-universitaria come il neocostituto distretto tecnologico del mare o l’Accademia del mare. Anche la Fiera lavora per trasferire qui la sede; il Conservatorio Tartini sta progettando di realizzare un polo musicale con auditorium. In primo piano c’è l’imprenditoria vocata alla nautica, alla cantieristica e all’allestimento degli yacht. Tra poco meno di due mesi saranno noti i nomi di coloro che puntano sull’area per la quale si stimano investimenti superiori al miliardo di euro.
«Basta questa cifra per comprendere perché la riconversione del Porto Vecchio venga considerata un’opportunità di sviluppo che cambierà il volto alla città», afferma Ondina Barduzzi, il docente universitario che ha firmato la Variante al Piano regolatore, strumento che amplia la destinazione d’uso del sito, consentendo non solo un utilizzo portuale commerciale, ma permettendo l’insediamento anche di altre funzioni «purché complementari o di supporto allo sviluppo della funzione portuale commerciale». «L’Autorità portuale – continua Barduzzi – ha aperto alle funzioni ricettive, diportistiche a carattere sportivo, alla nautica da diporto, alla formazione e alla ricerca, oltre che alla funzione direzionale e di terminale di traghetti». La Variante concorre poi anche alla programmazione degli interventi infrastrutturali e di urbanizzazione come viabilità, parcheggi in impianti e sottoservizi.
NELLA STORIA
Appena nato già troppo piccolo
La questione del sito del Porto di Trieste fu oggetto di studi tra i quali quello dell’ingegnere francese Paulin Talabot che nel 1861 elaborò una prima proposta. Il luogo era vicino alla stazione: alla ferrovia era affidata la speranza di convogliare in Adriatico i traffici indirizzati verso il Nord Europa. Nel 1865 il progetto Talabot-Pascal fu approvato dalla Hafencommission imperiale. Trieste cercò di recuperare un primato, sancito dalla concessione del Porto Franco fatta da Carlo VI nel 1719. Nel 1891 la pianificazione era cosa fatta e presentava una conformazione urbana. Non erano già stati costruiti tutti i magazzini però, che già nel 1897 cominciarono a emergere i difetti del sito (fondali bassi e ristrettezza degli spazi). L’idea di realizzare un nuovo porto risultò vincente nel settembre 1900. L’area per il nuovo insediamento fu individuata tra l’Arsenale del Lloyd e la punta di S. Andrea. (Ca. Ci.)