Rassegna stampa

Il Nord-Est cerca spazio a Dubai

Mauro Pizzin
DUBAI. Dal nostro inviato
Osservato dai piani alti di uno dei suoi numerosi hotel, il panorama di Dubai è sempre lo stesso: un mosaico di cantieri edili aperti 24 ore su 24 sperso dentro una selva di gru, il brulicare degli operai a terra, i clacson delle auto su strade trafficate anche a notte fonda.
Una facciata di normalità, ma la grande crisi ha iniziato a mordere anche qui, partendo proprio dall’edilizia. «In meno di un mese – sottolinea il direttore dell’Ufficio Ice, Francesco Alfonsi – l’immobiliare si è contratto del 30%, fermando una corsa al rialzo dei prezzi che in due anni aveva visto raddoppiare gli affitti». Portando come conseguenza ad «un momento di riflessione» sui mega progetti futuri (45), mentre saranno conclusi quelli avviati. «Anche se il sistema bancario locale ha iniettato subito liquidità – chiosa Alessandro Tissino, addetto commerciale dell’Ambasciata italiana – verrà fatta pulizia di molte piccole e medie aziende».
Gli spazi per concludere ottimi affari restano, però, elevati e questo spiega l’interesse per gli Emirati del legno-arredo nordestino, le cui Pmi possono puntare sull’arma della qualità, meglio ancora se ragionando secondo una logica di rete.
Va inquadrata in quest’ottica la missione della Camera di commercio di Udine, presente alla Fiera Index di settore con uno stand regionale destinato a fare da vetrina al “made in Friuli”. Sette le aziende aderenti all’iniziativa (oltre a quelle con stand propri), che ha visto realtà come Electrolux e Snaidero affiancate a imprese dai tratti artigianali.
A tracciare la rotta è Franco Buttazzoni, capo della delegazione e ad della Blifase di Corno di Rosazzo (Ud), 2 milioni di fatturato e una specializzazione nel fascia medio-alta del contract per sedie e imbottiti. «Senza coordinamento fra le aziende – spiega il consigliere e membro di giunta camerale in rappresentanza degli artigiani – è difficile lavorare in Paesi come questo. Proporre un interlocutore unico agli acquirenti può permettere ad un sistema artigianale come il nostro di sfruttare la persistente richiesta di prodotti di fascia alta».
Questo mercato, del resto, non fa sconti, chiedendo grandi numeri e tempi di consegna blindati. «Nel recente passato – avverte Tissino – ci sono state aziende italiane costrette a pagare pesanti penali per i ritardi nelle forniture. Ritengo che le nostre Pmi possano ottenere i risultati migliori più nel segmento del mercato residenziale che in quello del grande contract, operando soprattutto sulla capitale Abu Dhabi». Uno spostamento di baricentro su cui concorda anche Loris Paravano, quarantenne di Rivignano (Ud) e chief engineer di Interbeton Abu Dhabi, appartenente al colosso olandese delle costruzioni Royal Bam Group. «Finora – chiarisce l’ingegnere, negli Emirati dal ’96 – i grandi progetti sono stati sviluppati a Dubai, ma per il futuro credo che prevarranno le necessità costruttive e la forza economica della capitale, che produce gran parte del petrolio locale».
Sulle prospettive del mercato arabo sono molte le aziende disposte a scommettere: 102 quelle italiane a Index, di cui 21 del Veneto, 6 del Friuli-Venezia Giulia (al netto delle realtà presenti sotto l’egida camerale) e 1 dell’Alto Adige. «I dati sull’export di settore – chiarisce l’altoatesino Roberto De Martin, 64 anni, direttore nazionale di Federlegno Arredo presente a Dubai – fino allo scorso settembre erano ancora positivi, mentre la domanda interna risultava più frenata. Quelli provvisori relativi ai mesi caldi di ottobre-novembre ci dicono che la contrazione è stata minore rispetto ad altri comparti».
Un aiuto potrebbe arrivare dal Governo, le cui recenti proposte di riduzione del bonus fiscale del 55% per interventi di risparmio energetico allarma gli operatori. «Un’azienda come la mia rischia di uscirne fortemente penalizzata – ammette Silvano Forapan, ad della Fbs di San Martino Buon Albergo (Vr), 10 milioni di fatturato a fine 2008 e una specializzazione negli infissi blindati per il residenzale –. Speriamo che alla fine prevalga il buon senso». L’imprenditore, qui nell’ambito di una missione organizzata da Confindustria Verona, promuove la scelta di presentarsi in una logica di rete «anche se – chiarisce – ogni azienda ha poi la sua storia».
Precisa Carlo Albertini, presidente sezione legno della territoriale veronese, nonchè direttore generale dell’omonima spa di serramenti di Colognola ai Colli da 20 milioni di fatturato: «La scelta di presentarci compatti sta pagando perchè stiamo avviando numerosi contatti. Merito anche della scelta degli imprenditori di presentarsi con prodotti di alta fascia». Un segmento, quest’ultimo, senz’altro premiante, come testimonia Thomas Faustig, presidente dell’azienda brissinese che prende il suo nome e fattura 9,5 milioni di euro producendo lampadari in cristallo. «Siamo qui da 25 anni – osserva Faustig – e abbiamo sempre venduto benissimo proprio perchè copriamo la fascia del lusso».
mauro.pizzin@ilsole24ore.com

Newsletter