
Il mobile chiama i designer
A CURA DI
Emanuela Cavalca
Durante la settimana del Salone internazionale del mobile (18-23 aprile) Milano si trasforma in una città dal respiro internazionale: la manifestazione non si limita al quartiere fieristico di Rho, ma, grazie al Fuorisalone, si percorrono strade, cortili, hotel e negozi alla scoperta delle nuove proposte di architetti, designer noti ed emergenti. Per i giovani è stato creato lo spazio Satellite dove le aziende presenti al Salone potranno raccogliere i curricula lasciati dai designer in erba.
«I giovani hanno buoni spazi – spiega Rosario Messina, presidente di Flou e del Salone del mobile -, con 20mila aziende italiane pronte ad accogliere le novità. L’importante è non montarsi la testa, occorre umiltà, spirito di sacrificio, voglia di arrivare lavorando e progettando a fianco delle aziende». Il campo lavorativo dell’industrial designer spazia dalla classica progettazione di mobili e lampade all’automobile, dal prodotto moda ai game interattivi e al cibo. Gli oggetti non cambiano è la funzionalità che si evolve, basta attualizzare i prodotti. Momo Design, ad esempio, ha creato una collezione eterogenea di articoli che spaziano dai caschi agli orologi, dall’oggettistica agli occhiali e dalla citybike alla linea d’abbigliamento. Nell’ufficio design e progettazione l’età dei collaboratori va da 25 a 37 anni. «I designer devono essere giovani, solo in quell’età si possiede quella fantasia che una persona più vecchia ha ormai perso – rileva Roberto Mayer, vice presidente Momo Design – non devono essere specializzati in un prodotto, ma pronti ad affrontare qualsiasi settore». Il design è anche uno "strumento per competere". «Un nuovo modo di fare impresa – spiega Dalia Gallico, presidente Associazione disegno industriale lombardo (Adi) -: per comunicare l’azienda, la qualità e il servizio».
Cento scuole di design
Il primo corso di laurea in design risale al 1993, presso il Politecnico di Milano, seguito nel 2000 dalla prima facoltà di design, sempre al Politecnico. Diverse sedi universitarie e istituti pubblici e privati hanno cominciato ad offrire una serie di corsi in design, specializzazioni e master. «In Italia troviamo ben cento scuole di design – dice Gallico -, come ogni settore produttivo, anche il comparto della formazione nel design necessita di strategie e d’incentivi alla qualificazione».
Bisogna conoscere il mercato
Ma i giovani laureati quasi sempre non sanno cosa significa lavorare nelle industrie. «Quando i giovani visitano l’azienda – conferma Carlo Guglielmi, amministratore delegato di Fontana Arte – ci accorgiamo di quanto scarsa e lontana dalla realtà sia la loro conoscenza del mondo industriale».
Il rapporto tra tecnologia e design oggi si è fatto più serrato: ergonomi, designer, ingegneri e psicologi progettano oggetti sempre meno invadenti, più semplici da usare. Una marcia in più è per chi sa abbinare tradizione e nuove tecnologie. «Negli ultimi anni – dice Messina – si è instaurato un forte legame tra designer e architetti. Ci incontriamo spesso, parliamo di mercato e dalle riflessioni nascono nuove idee, come la messa a punto dello schienale reclinabile per vedere la televisione dal letto».
Fondamentale lo stage
Vista l’inflazione di titoli di studi in questo settore, la scelta non deve essere determinata da un approdo facile, ma dalla passione. Qualche suggerimento utile a un giovane? «Per sviluppare un prodotto ci vuole fatica – risponde Guglielmi – non solo capacità d’ingegno. Quello del designer è un lavoro di costante analisi, ricerca, sperimentazione e per affrontarlo ci vuole passione e una base culturale elevata. Per capire la filosofia aziendale è fondamentale uno stage all’estero, in primis negli Stati Uniti».
www.casa24.ilsole24ore.com
Cliccando sul link «Speciale Salone internazionale del mobile» si trovano tutte le informazioni e novità del Salone, comprese quelle sullo Spazio Satellite, pronto ad accogliere designer e studenti
DIFESA DEI PROGETTI
– Dopo la conversione in legge del Dl 10/07 la tutela delle opere di design è prolungata fino a 70 anni dalla morte dell’autore. In seguito ai Dlgs 95/01 e 30/05, i prodotti del design industriale, possono ora accedere sia alla tutela per i disegni e i modelli (articolo 31, Codice di proprietà industriale) sia a quella per le opere del diritto d’autore (articolo 2 della legge autore). Le due protezioni sono cumulabili (si veda Sole-24 Ore del 4 aprile).
– L’Adi, insieme a Confindustria, ha creato nel 1995 il Giurì del design, che intende evitare imitazioni o atti sleali. La Commissione consulenze professionali fornisce pareri su problemi contrattuali. Nel registro dei progetti è, invece, possibile depositare per 4 anni, copia della documentazione (www.adi-design.org).