Rassegna stampa

Il mercante in fiera fa saltare il banco

«Tutto esaurito. Pazzesco. Forse dovevo tenere i prezzi più alti» ansima Nicola, mentre sposta l’ennesima poltrona arancione a forma di mano. «Magari invece di 250 o 300 euro l’una potevo fare 500. Perché son cose che valgono, le mie. Guarda che fattura…». Certo, fan presto a venire i dubbi quando 1500 pezzi di design si volatilizzano in pochi mesi. Quando i clienti continuano ad ordinare senza darti tregua, e c’è da lavorare anche a Natale e Capodanno. E mai una sosta, neanche per fare una vacanza con la fidanzata cubana…
Per Nicola Gramegna il boom è arrivato così, tutto d’un colpo. E sembra che la ricetta sia stato un inedito mix di produzione in Cina, sito internet del negozio, aste online, oggetti di modernariato originali e qualche mobile ben "taroccato". Dalla chaise longue di Le Corbusier al divanetto o poltroncina Bauhaus che dir si voglia. Tutti articoli sotto i mille euro, per lo più. Che in un normale atelier, invece, costerebbero un occhio della testa.
Nicola li mette in bella mostra sul sito internet www.ilmercanteinfiera.com già dal 2000. Ma da quando inizia a fare offerte su eBay si rende conto che i numeri duplicano, triplicano, decuplicano, fino a centuplicarsi…
«Quando ho visto che grazie al meccanismo delle aste gli ordini continuavano a crescere, ho iniziato a ordinare tanti pezzi. Ho fatto una bella scommessa perché ci ho dovuto mettere un grosso anticipo. Ma mi son preso il rischio. E non è che non c’avessi paura – sospira Nicola -. Un ragazzo un po’ cresciuto più che un navigato imprenditore, un Indiana Jones di città più che un freddo Gordon Gekko (il Micheal Douglas protagonista del film Wall Street ndr). Personaggio tutto milanese, su Nicola il Rolex Daytona non fa status symbol: rappresenta piuttosto un grosso quadrante con cui scandisce minuti e secondi di telefonate, messaggi, ordini e consegne.
Trentatre anni passati sempre di corsa, perché lui di cose nella vita ne vuole fare tante. E anche oggi, sembra che quasi non si accontenti del successo della sua attività. A sentirlo parlare, la vita sembra tutta una sfida. A partire dal negozio, che non a caso si chiama come un "gioco di carte".
L’avventura è partita da lì. Centometriquadrati dove il sole non batte mai in zona Stazione Centrale, a Milano. Il posto è stato ereditato dai genitori, che «erano tra i più importanti grossisti di Milano e provincia – ricorda Nicola -. E precisa: una volta. I miei trattavano seta, cachemire, bei tessuti e belle marche. Poi piano piano la concorrenza dei cinesi ha iniziato a toglierci clienti, così, poco prima di chiudere, i miei non vendevano più ai negozi, che storicamente avevano sostenuto l’attività, ma direttamente al dettaglio».
Insomma, la solita "cantilena" degli ultimi anni: i cinesi ci hanno tolto il il business… «D’altronde, nel 2000 ci sono andato in Cina per capire cosa stava succedendo – continua Nicola, che di viaggi ne ha fatti -. Quando sono arrivato all’aeroporto di Pechino c’era un cantiere, e qualche mattone qua e là. Dopo un mese esatto, quando stavo per prendere il volo di ritorno, al posto del cantiere c’era già un palazzo fatto e finito. Spuntato come un fungo È da questi dettagli che ti accorgi con che velocità fanno girare gli affari in Oriente…».
In quel periodo, Nicola Gramegna vendeva già mobili di modernariato, e si occupava personalmente della scelta dei pezzi, nonché della loro fattura. Inviava i suoi progetti, con tanto di disegni, a un’azienda tedesca che confezionava i prodotti. «Ho cominciato a comprare un camioncino al mese, cioè circa cento pezzi. Un divano come quello a forma di mano mi costava 275 euro l’uno». Finché l’anno scorso, un bel giorno di maggio, Nicola non riceve una mail in perfetto inglese. Mittente: il signor Murphy, dalla Cina. «Mi scrive che è socio dei tedeschi che già producono i miei mobili, e che se avessi fatto un ordine consistente, di circa 1500, avrebbero potuto darmi una poltrona a 110 dollari».
Nicola scopre l’antifona. In realtà i tedeschi erano meri "passacarte". Tutto quello che vendeva era già prodotto in Cina. Con un ricarico per il transito in Germania: «Ma 1500 pezzi non sono facili da smerciare. Inoltre, i container hanno delle pesanti tasse da pagare alla dogana, che incidono tra il 15 e il 20 per cento sul costo del singolo prodotto».
Sempre via email, il Mercante in Fiera decide di ordinare direttamente in Cina, dal signor Murphy. I pagamenti avvengono in anticipo, e la merce viene puntualmente consegnata, dopo un paio di mesi. «Fino a qualche tempo fa lasciavo il seminterrato sotto il negozio a disposizione di una scuola di tango, tanto spazio avevo. Adesso ho sbaraccato tutto per far posto ai mobili. E ho anche affittato un magazzino di mezzo chilometro».
A Milano è lui stesso ad effettuare le consegne: «Ma i miei mobili piacciono a Napoli, Palermo, Catania, e anche a Roma. E mi contattano anche dall’estero: Francia, Olanda, Inghilterra e anche Germania. Sembra impossibile, ma d’altronde, con i miei prezzi…».
Il sogno nel cassetto di Nicola è di aprire un’attività commerciale con Cuba: «Vorrei essere lì nel dopo-Castro e ordinare dal signor Murphy un container di sedie sdraio per la spiaggia di ottima fattura. Tu pensa quanti turisti arriveranno. E allora: ordini in Cina, passi per l’Italia, e poi mandi a Cuba. Mezzo giro del mondo, che però conviene…". La fidanzata cubana di Nicola sorride. Chissà cosa pensa, dei suoi bastimenti carichi di…

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