
«Il futuro della Fiera? Tocca alla Regione»
«Non capisco perché il consiglio comunale debba aver fretta di decidere se e come cambiare l’assetto della Fiera. La seduta convocata per il 15 e il 16 dovrà piuttosto segnare una svolta, nel senso che uno degli enti proprietari della Fiera prenderà in mano la situazione riflettendo prima di tutto sul perché si è arrivati fin qui e su che cosa fare per migliorare la situazione». Il capogruppo dei Ds in consiglio comunale, Alessandro Naccarato, vuole avanzare coi piedi di piombo prima di mettere la firma sul futuro, privatizzato o no, dell’ente. Anche perché bisogna fare chiarezza, dice Naccarato, su come si è arrivati fin qui. «A me pare che la discussione sia alimentata da qualche Udc come Gottardo che per anni quando gestiva il Comune non ha deciso nulla sulla Fiera, lasciandola invecchiare, e che adesso vuole dare lezioni dall’asterno al presidente Macola. Quindi bisognerebbe che chi strepita adesso si facesse un esame di coscienza. Secono punto: Macola, che secondo me ha ben agito, lo ha fatto su mandato della proprietà, ovvero di Comune, Provincia e Camera di Commercio. Andiamo a vedere chi sono i consiglieri di amministrazione del Comune, nominati il 24 ottobre del 2002. Sono tutti espressione della giunta precedente che quindi, come la giunta e il presidente provinciale e come il consiglio della Camera di Commercio e il suo presidente, hanno approvato gli investimenti che hanno portato al debito attuale di 38 milioni di euro. Quindi qui nessuno è immune da colpe e anzi dovrebbe essere questa amministrazione a chiedere a chi ha governato finora perché non si è fatto nulla». Ma queste sono solo le premesse. Cosa dovrebbe fare il consiglio comunale allora? «Primo, prendere atto che la gara per la privatizzazione del 60 per cento della Fiera è andata deserta e che l’offerta francese non risponde certamente al bando. Secondo capire bene, come hanno già anticipato Macola e il segretario Olivi in Commissione, come è nato il debito. Terzo come fare a ripianarlo. Secondo me la strada di chiedere l’intervento finanziario della Regione è quella giusta. La Regione potrebbe reperire risorse per fare un sistema fieristico nel quale destinare 10 milioni di euro alla Fiera di Padova per ripianare almeno in parte il debito che sarà contratto sotto forma di mutuo. Se arriviamo a 2.5 milioni di euro all’anno di rata per 20 anni credo che i tre soci fondatori potrebbero dividerselo» quindi senza cedere la maggioranza delle azioni della spa ai privati. «La Regione infine potrebbe dare finalmente un ordine alle varie manifestazioni fieristiche regionali in modo da sfruttare pienamente gli spazi a disposizione dei vari enti». E i francesi come potrebbero entrare in questo ragionamento? «Magari rifacendo una gara per far entrare i privati con una quota di minoranza nel pacchetto azionario. In ogni caso – conclude Naccarato – sono stupito che sia solo il consiglio comunale a preoccuparsi di questi aspetti. Come mai ad esempio né il consiglio provinciale né quello della Camera di Commercio ne hanno ancora discusso? Eppure anch’essi dovrebbero dare la loro opinione prima dell’assemblea dei soci che mi pare a questo punto se si terrà non potrà vedere all’ordine del giorno modifiche statutarie così profonde come la separazione della gestione dalla proprietà».