
Il fumetto riempie gli stand
Giovani lontani dall’obsoleto mondo delle fiere, che sanno di piccolo mondo antico? Dipende dalla fiera. Ce ne sono alcune molto gettonate dai ragazzi.
Marina ha 21 anni e una grande passione per la mangaka Rumiko Takahashi e tutte le sue creature. Soprattutto, per “Il chiassoso popolo della stella Uru”, un fumetto manga e cartone animato tradotto in Italia come “Lamù”. La passione di Marina è tale che ama vestirsi come la sua beniamina: bikini tigrato, vistosa parrucca viola, piccole corna da diavolessa spaziale.
Il palcoscenico per questa giovane giocatrice di cosplay, cioè letteralmente interprete in costume dello stile e dell’abbigliamento di personaggi del mondo dei fumetti, dei videogiochi o dei romanzi fantasy, è Lucca. A novembre nella cittadina toscana si tiene infatti la più antica mostra-mercato di fumetti al mondo. Lucca Comics e Games è nata solo per i fumetti nel 1966, la più antica fiera al mondo, ma oggi la quattro giorni toscana è diventata un collettore di fenomeni della cultura popolare contemporanea: dal fiorente mercato dei videogiochi (che peraltro ha le sue convention sia in Europa che in Asia e Stati Uniti) a quello del cosplay, fino all’enorme mercato dei collezionisti, oltre che di fumetti, di vecchi giochi, di card, statuette, modellini e tutto quel che c’è di collegato ai comics.
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Ma Lucca Comics, che per quattro giorni può gentilmente invadere una delle città medievali più belle d’Italia con i suoi 140mila visitatori, non è l’unica nel suo genere.
Più a nord, in Francia, si tiene un analogo festival del fumetto. Anzi, della bande dessinée. Ad Angoulême ogni gennaio dal 1974 apre l’International comics festival, anche questo visitato da circa 150mila persone. È un evento rinomato non solo per la bellezza della cittadina francese della regione di Poitou-Charentes, ma anche per i premi, veri e propri oscar del fumetto internazionale e soprattutto quello di qualità, che ha in Francia i suoi più grandi estimatori.
È in corso una convergenza tra fenomeni della cultura popolare, per cui accanto alla bella Lamù, a Tintin, ai Fantastici quattro e a Rat-Man si sommano anche videogiochi, i romanzi fantasy da Harry Potter fino al Signore degli anelli.
Gli ultimi due eventi del poker mondiale di grandi fiere dedicate ai fumetti ne è la controprova. Dall’altra parte del l’oceano si tiene la fiera del fumetto più importante del l’America: è il Comic-Con di San Diego, che si tiene a partire dal 1970, quando un pungo di appassionati si trovò all’hotel Grant. Adesso si sono spostati al San Diego convention center, perché la non profit che lo organizza con un centinaio di volontari su base cooperativa riceve ogni estate circa 140mila visitatori. Anche qui, tutto quel che c’è dai fumetti ai videogiochi.
Ma il vero evento si tiene a Tokyo: è il Comiket, abbreviazione di Comic Market. Nato negli anni Settanta, ha luogo in agosto e poi a dicembre, e genera da solo una ventina di eventi minori. I visitatori sono circa mezzo milione, come gli abitanti di una città che però scompaiono nel colossale “Tokyo Big Sight”, la fiera di Odaiba, l’isola artificiale al centro della baia di Tokyo.
Nel conference center fatto a forma di doppia piramide rovesciata con una hall da 250mila metri quadri, si ritrovano i ragazzi e le ragazze di 350mila circoli del fumetto giapponese: dalla coppia di appassionati che vive in un monolocale al fan club da due milioni di iscritti. In Giappone il fumetto è una cosa seria e occupa più della metà del fatturato del mercato editoriale. Accanto ai manga, c’è il cosplay. E il sogno di una ragazza, Marina, che per un giorno vorrebbe essere Lamù proprio là, in Giappone.
Antonio Dini
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