
Il cantiere del futuro
Dopo una tempesta non sempre arriva il sereno. Ne sanno qualcosa gli addetti ai lavori del comparto “edilizia e design” che si apprestano a vivere un 2010 sulla falsariga del turbolento 2009. La filiera del settore edile (progetto, cantieri, arredo) non vivrà, infatti, della luce riflessa dalla ripresa stimata del Pil nazionale (che secondo il ministero dell’Economia dovrebbe recuperare nel 2010 l’1,1% dopo il -4,8% archiviato nel 2009). Le previsioni di Federcostruzioni indicano che da qui a 11 mesi il settore potrebbe scivolare ancora dopo aver perso l’anno scorso il 20% del fatturato di 371 miliardi di euro (oltre il 20% del Prodotto interno lordo italiano), “censito” nel 2007. E che ai 100mila posti andati in fumo nel l’ultimo anno se ne potranno aggiungere altri 150mila, in linea con le previsioni tracciate da Confindustria proprio 12 mesi fa.
Temi, questi, che saranno al centro dei 181 convegni e incontri previsti in occasione del Made Expo, l’evento (acronimo di Milano architettura design edilizia) che apre i battenti mercoledì a Milano Fiera Rho e coinvolgerà, sino alla chiusura del 6 febbraio, oltre 1.700 aziende (di cui 254 estere) che occuperanno gli oltre 90mila mq netti di esposizione e accoglieranno 200mila visitatori attesi, operatori italiani e stranieri cui la manifestazione è riservata. «Per questa terza edizione puntiamo molto sull’innovazione e, allo stesso tempo, sul recupero del patrimonio edilizio esistente – spiega Andrea Negri, presidente di Made eventi, la società che organizza il Made Expo –. Tra le novità ospiteremo il Forum della tecnica delle costruzioni e un salone sui borghi e centri storici. L’obiettivo è dimostrare che si può parlare di efficienza mantenendo la componente storica. In Italia – prosegue – ci sono oltre 5mila borghi antichi da recuperare e questo può rappresentare una molla per uscire dalla crisi».
Sarà indispensabile, però, che le banche riaprano i rubinetti che «sono assolutamente chiusi e nulla fa credere che nel 2010 la situazione, sul fronte del credito alle imprese edili, possa sbloccarsi. È difficile essere ottimisti nel breve periodo – continua Negri – se si considera che allo stato attuale mancano incentivi e il “Piano casa” ha avuto solo un impatto mediatico e nessun effetto sull’economia reale». All’estero – come ricorda Paolo Buzzetti, presidente di Federcostruzioni – «ci sono state robuste iniezioni di capitali pubblici sulle infrastrutture. Bisognerebbe seguire la stessa ricetta anche in Italia, dove invece gli appalti pubblici languono».
Insomma, per la filiera dell’edilizia (capitanata dal settore delle costruzioni che da solo vale circa 150 miliardi di euro) i prossimi mesi non saranno facili. «Occorrono più agevolazioni fiscali e bisogna puntare sull’innovazione tecnologica – spiega Buzzetti –. Innovare significa insistere su risparmio energetico, domotica e sicurezza». E far sì che imprese e università dialoghino. «Ci sono gruppi di ricerca molto validi nelle nostre università ma scarseggia la sinergia con le aziende – lamenta Giovanni Plizzari, docente universitario e presidente del Collegio dei tecnologi dell’edilizia –. Ci auguriamo che attraverso gli eventi previsti nel Forum della tecnica delle costruzioni in programma in questa nuova edizione del Made Expo si crei questo “contatto”. Anche perché c’è poco tempo da perdere. Un esempio su tutti: in Italia la normativa antisismica è argomento degli ultimi 30 anni. Ciò significa che tutte le costruzioni antecedenti non sono a norma. E questo è un rischio che non ci possiamo permettere, come tristemente ricordano gli ultimi tragici eventi in Abruzzo e ad Haiti».
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