
I musei comprano a ParisPhoto
Successo per gli stati generali della fotografia, convocati come ogni anno al Carrousel du Louvre per la fiera Paris Photo. Questa 14ª edizione ha ospitato 106 espositori tra gallerie di fotografia storica e contemporanea, +20% rispetto al 2009 e ben 32 erano ritorni dopo lunghe assenze o new entries. Come la parigina Loevenbruck, che si è aggiudicata il Premio BMW per i paesaggi notturni di Gábor Osz (Ungheria, 1962), un curioso mèlange tra il principio della camera oscura e le potenzialità del colore e del grande formato. Il tempo di far girare l’informazione tra le sale e domenica quattro opere da 20mila euro erano state vendute. Tra i compratori istituzionali, il Getty Museum di Los Angeles e il Museum of Fine Arts di Houston hanno acquistato opere per 6mila euro da SAGE Parigi, mentre il tycoon del real estate Paul Sach si aggirava nell’elegante stand di Hamiltons, una sala da lettura con gli scatti più famosi di Irving Penn, Horst P. Horst ed Helmut Newton da 30 a 650mila dollari. Ha giocato d’anticipo la Photographers’ Gallery di Londra con le cinque sculture fotografiche da 2-3mila sterline dell’italiano Maurizio Anzeri (Loano, 1969), in mostra per «Newspeak: British Art Now» alla Saatchi Gallery fino ad aprile 2011. Ha ripetuto il sold out dell’anno scorso, con annessa lista d’attesa di 50 avventori, nella prima ora di fiera. Presa d’assalto anche la nuova serie «The Long River» di Nadav Kander (Israele, 1961), un progetto realizzato in due anni sulle sponde del Fiume Azzurro, allo stand di Flowers e nelle sale della galleria a Londra. Nonostante un’edizione di sette, molti scatti sono stati esauriti a prezzi di 5-12mila euro a seconda delle dimensioni della stampa, e tra gli acquirenti c’è anche un collezionista privato per conto del prestigioso Musée de l’Elysée di Losanna. La milanese Forma, una delle tre italiane presenti, ha venduto per 100mila euro tantissime immagini. Brancolini Grimaldi che rappresentava Massimo Vitali, ha venduto in media lavori da 25mila euro.
Sul fronte della fotografia storica, non sono più i rarissimi vintage – e i loro prezzi astronomici – a comandare l’interesse generale. La Yale University Art Gallery ha acquistato una riproduzione degli anni ’60 del miliziano spagnolo di Robert Capa, datato originariamente 1936, per circa 12mila euro da Howard Greenberg, New York. Proprietà della madre di Capa Julia Friedman, l’iscrizione sul retro rivela essere un suo dono ad un medico israeliano che le ha salvato la vita. «Nonostante un gusto piuttosto classico, il mercato fotografico parigino si mantiene su cifre medie, 10-90mila euro» spiega Efraín Bernal dallo stand della madrilena Fabrica, che ha venduto le stampe dell’«Estate» di Arbus in edizioni di 75 per 15mila euro, contro gli 200mila euro richiesti per un vintage invenduto da Bruce Silverstein di New York, e quelle di Francesca Woodman in edizione di 40 per 4-6mila euro, mentre sono tornati a Boston con il dealer Robert Klein i rispettivi vintage da 25-45mila euro. Ha fatto eccezione il materiale fotografico posto quest’anno sotto i riflettori, quello dall’Europa dell’est. Poche vendite nelle gallerie emergenti, nonostante prezzi tra 1-3mila euro per artisti tanto interessanti quanto Monika Wiechowska (Polonia, 1976) da Czarna e Jirí Thyn (Repubblica Cena, 1977) da Hunt Kastner; mentre per la fotografia vintage «Arles» (1929) di László Moholy-Nagy (1895-1946), ungherese di origine, la galleria newyorkese Edwynn Houk si è aggiudicata 265mila dollari.
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