Rassegna stampa

Gli orafi: «Pesa l’oscillazione del prezzo delle materie prime»

VICENZA
Risale al 1300 la tradizione orafa vicentina, un’arte custodita gelosamente fra le pieghe del tessuto imprenditoriale, quella costellazione di piccole aziende interrotta solo ogni tanto da qualche impresa di medie dimensioni, che è stata capace di diffondere il brand made in Vicenza dal Medio Oriente agli Stati Uniti sino in Giappone.
Una tradizione che oggi non basta più. «Sono ormai 4-5 anni che sperimentiamo difficoltà crescenti: all’errore da parte delle aziende di non chiedere aiuto a nessuno, si è unito il fatto che a volte i nostri imprenditori sono talmente “piccoli” da dimenticare che esistono», così Vladimiro Riva, rappresentante del distretto orafo-argentiero della città del Palladio, spiega come le 1.300 aziende esistenti nel 2004 si siano ridotte di quasi un terzo, arrivando alle 850 che oggi risultano iscritte, 100 delle quali però già non più attive. «A queste difficoltà strutturali si sono sommate quelle della congiuntura economica negativa attuale, a partire dalle fortissime oscillazioni del prezzo dell’oro, passato da 10 a 23 euro al grammo negli ultimi cinque mesi. Le stime al 31 dicembre scorso attesterebbero produzione e fatturato in calo del 24% sullo stesso periodo dell’anno precedente, con il IV trimestre del 2008 – continua Riva citando i dati di Confindustria Vicenza – che registra per il comparto orafo un calo del 14,7% sullo stesso periodo del 2007 (e sul -9% del trimestre precedente), con le vendite a -8,7% verso l’Italia, -18,3% verso l’Europa e -12,2% verso i paesi extra Ue».
Nere le aspettative degli industriali orafi vicentini per il I trimestre 2009: «Prevediamo un’ulteriore diminuzione del 13,6% della produzione, un calo del 7,9% delle vendite sul mercato interno e del 16,6% sull’export». Per il rappresentante di distretto il mercato globale si affronta con la crescita dimensionale, ma soprattutto riqualificando il made in Italy, a partire dal sistema fieristico cittadino, che «se da una parte deve tornare ad essere internazionale, dall’altra non deve aprirsi troppo agli espositori esteri: i buyers provenienti dalle diverse parti del mondo – spiega Riva – devono venire a Vicenza per comperare il “nostro oro”». Le esportazioni vanno poi aiutate con strategie di marketing all’avanguardia: da internet e strumenti come Amazon, ad una seria pianificazione pubblicitaria via televendite. Per «recuperare il gusto ormai perso di donare oro», bisogna poi investire nello studio di tendenze moda pensate ad hoc per il re dei metalli, «tendenze che siano finalmente indipendenti dal fashion style dettato dagli abiti e dagli altri accessori».

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