
«Gli affari alla Fiera? Mai andati così bene»
Gli affari? Vanno bene. E gli espositori della Fiera sorridono anche se per trarre un bilancio conclusivo preferiscono aspettare domenica, giornata conclusiva della rassegna. Un exploit – dicono i diretti interessati – figlio di una serie di «concause»: dall’ingresso gratuito al tempo incerto, dal ritorno della rassegna nel comprensorio di Montebello alla scelta di puntare forte sull’enogastronomia. E qui lo stile «sagra» non guasta.
«La strategia di puntare sulla sagra della luganiga mi trova d’accordo – assicura Carlo Angeli, che propone stufe e caminetti presso uno stand esterno ai padiglioni – In altre fiere italiane questo genere di proposte enogastronomiche non funziona. Ma a Trieste sì». Angeli, che si definisce «istro-argentino e triestino d’adozione», è un habituè della Fiera, se si eccettuano gli ultimi due anni nei quali la rassegna si è svolta alla Stazione marittima. «Ma la vera Fiera di Trieste è questa di Montebello. Io propongo prodotti impegnativi, anche nel prezzo, e raramente riesco a vendere qualcosa stando in Fiera. Domenica scorsa, però, ho addirittura chiuso due contratti».
«L’ingresso gratuito è di certo un fattore positivo – scherza Tullio Fonda, nello stand dedicato al prosciutto cotto nostrano – anche se poi la gente, quando vede i nostri prodotti, pensa che siano gratis anche questi».
Il produttore vitivinicolo di Prepotto Benjamin Zidarich si alterna con i colleghi della provincia allo stand del Consorzio dei vini del Carso. «Una giornata a testa – spiega – in assoluta sintonia. Gli affari stanno andando bene con alcuni picchi. Io domenica scorsa non c’ero, ad esempio, ma mi hanno detto che c’era davvero tanta gente».
«L’afflusso di visitatori è buono – conferma Attilio Cravera allo stand del gelato artigianale – anche se poi gli affari veri e propri sono un’altra cosa. Si sa che questo è un momento economico difficile e la gente, di conseguenza, ha un po’ le tasche cucite». Quanto alla qualità della Fiera di quest’anno, Cravera dice di aver sentito, generalmente, «opinioni positive».
Di tutt’altro avviso, invece, è Elena Maver, dello stand di un’azienda d’arredamento di Sistiana. «L’ingresso gratuito è un’ottima strategia ma la Fiera, di per sé, offre pochi espositori di alta qualità. Ed è un po’ triste, inoltre, uscire dai capannoni e vedere i vialetti di collegamento così vuoti, senza forme d’intrattenimento. Per noi l’importante è essere presenti per promuovere i nostri prodotti, e di questo siamo pienamente soddisfatti, ma negli anni precedenti la qualità dell’intera rassegna mi era sembrata migliore».
Gli standisti che vengono da fuori Trieste, tuttavia, tendono a promuovere la rassegna triestina, confrontandola ad altre manifestazioni analoghe. «Giro le Fiere da una vita – spiega Abouhaouri Nordin, titolare dello stand di artigianato marocchino – e questa, come qualità, mi sembra migliore di tante altre. Il flusso di visitatori è costante anche se gli acquirenti, per il momento, restano pochi. Prevalgono i curiosi, insomma».
«Ho partecipato alla Fiera una decina d’anni fa – gli fa eco Dean Kragelj, allo stand di un’azienda slovena che propone strumenti musicali – e ho la netta impressione che la qualità degli espositori sia nettamente migliorata rispetto a quella volta».
«Il brutto tempo dello scorso week-end ci ha dato una mano», chiosa con sincerità Roberta Zambotti, che distribuisce depliant turistici del Trentino. Donatello Curia, che propone «con buoni risultati» le specialità enogastronomiche pugliesi dell’azienda di famiglia, si sofferma sull’età media dei visitatori. «Ho visto pochi giovani. Le persone anziane rappresentano il 90 per cento della gente che si è fermata al nostro stand».
Michael Hendl è il titolare dello stand che sembra riscuotere il maggior successo, quello del wurstel bavarese. «Sarà che la tradizione triestina è affine culturalmente alla mia ma noto che i visitatori di questa Fiera si intendono davvero delle nostre specialità». La birra poi scorre a fiumi. «Qui di boccali ne spilliamo molti di più rispetto a Firenze o Milano…».