
Giro d’affari a quota 20 miliardi
I progetti di industriali impegnati nelle fiere o di gestori dei quartieri fieristici subisce qualche ritardo di troppo mentre tra operatori si parla di federazione di scopo o di una di rete di soggetti tra l’Associazione degli operatori fieristici (Aefi) e il Comitato fiere industria (Cfi), l’agenzia di Confindustria dedicata a promuovere le maggiori fiere internazionali dell’industria che si svolgono in Italia.
Nel protocollo d’intesa firmato da Aefi e Cfi gli obiettivi sono chiari: un interlocutore rappresentativo e autorevole che possa dialogare con il governo non solo su un calendario “concordato” delle manifestazioni (evitando sovrapposizioni e doppioni) ma anche quando si tratta di Iva, diritti Siae e norme di sicurezza.
L’anno scorso Cfi e i sui aderenti hanno organizzato e promosso decine di fiere internazionali: 52 eventi specializzati (61 l’anno prima), con 48mila espositori (42mila) e 3 milioni di visitatori (3,2). Aefi invece, con una quarantina di enti fieristici, promuove un migliaio di eventi. Il business è di quelli ricchi: nel complesso in Italia le manifestazioni originano ogni anno un business di una ventina di miliardi, con forti ricadute sull’export. E nonostante la recessione economica abbia prodotto un forte calo di attività, il business rimane centrale anche per il made in Italy.
Nasce la fiera diffusa
Anche per tessere alleanze in grado fare fronte comune agli scenari recessivi, in ambito Aefi si è costituito il gruppo Fiere in rete, di fatto indirizzato alle piccole fiere (che comunque sono enti di rilevanza straordinaria a livello locale e nazionale). «Parliamo – spiega Davide Lenarduzzi, coordinatore della Commissione piccole e medie fiere – degli enti che rappresentano la stragrande maggioranza dei 64 quartieri fieristici nazionali e sono un driver imprescindibile per lo sviluppo economico italiano».
Ogni quartiere è caratterizzato da una storia e tradizioni di grande valore e in molti casi ha generato con successo manifestazioni anche a livello internazionale. Questo sistema di medie e piccole fiere garantisce un indotto sul territorio che vale da 5 a 10 volte rispetto ai ricavi generati «ed è indispensabile – aggiunge Lenarduzzi, da due anni direttore di Piacenza Expo – per la nostra economia quale strumento di politica industriale e internazionalizzazione». Fiere in rete sta sviluppando alcune iniziative uniche a livello mondiale legate a nuovi modelli fieristici, con in pole position il modello di fiera diffusa. L’incontro tra domanda e offerta viene facilitato e valorizzato andando incontro a una delle richieste più pressanti degli operatori economici. «Immaginiamo la più grande fiera – spiega Lenarduzzi – esistente ma dislocata in maniera capillare sul territorio. Inoltre stiamo lavorando all’integrazione tra il canale di comunicazione fiera e i nuovi strumenti legati al mondo online».
La commissione Piccole fiere si è costituita lo scorso giugno presso la sede di Piacenza Expo con due importanti pacchetti di motivazioni: le esigenze specifiche di condivisione di esperienze e soluzioni su temi come imposte di pubblicità, vigili del fuoco, Siae, consumi energetici, vendita pubblicità, formazione e così via; e le opportunità di creazione di occasioni di sviluppo (rete vendita comune, nuovi marchi comuni, accorpamento settori non centrali nell’attività di ogni Fiera e così via).
Il gruppo Fiere in Rete è stato fin da subito partecipato da diverse fiere italiane tra cui Piacenza Expo, Bergamo fiere, Fiere di Reggio Emilia, Longarone fiere, Fiera millenaria (a Gonzaga, Mantova), Modena fiere, Riva del Garda fiere e congressi, Lario fiere, Brescia fiere, Fiera della Sardegna, Pordenone fiere, Ferrara fiere, Carrara fiere, Cesena fiera, Fiera di Forlì, Fiera Bolzano, Fiere delle Marche e molte altre, che volta per volta, si aggiungono al progetto.
I mercati e le modalità di comunicazione hanno subito negli ultimi anni profonde trasformazioni: le fiere, troppo spesso, non ne hanno tenuto conto creando distorsioni rispetto alla loro corretta e proficua missione. «Fino ad oggi – spiega Lenarduzzi – si è battuta la strada del continuo aumento dimensionale perseguendo, in molti casi, solo una sterile rincorsa al metro quadrato in più: ma la fiera deve essere il mezzo… non il fine.
In realtà non esistono fiere grandi e fiere piccole ma fiere giuste. Giuste nel senso che la dimensione dipende solo dalla dimensione di un mercato o parte di esso che si vuole rappresentare. Quasi tutte le grandi fiere sono l’insieme di fiere più piccole spesso fatte coesistere senza un beneficio in termini di costi, fruibilità ed efficacia per l’operatore; questo vale ancor più per il mercato business to business».
La fiera è la modalità più antica e consolidata che ha permesso ai mercati di scambiare informazioni, valori e merci. «Ed è per questo che – commenta il direttore di Piacenza Expo – riportando la fiera a misura d’uomo, si colgono i massimi risultati per chi, all’interno di una manifestazione fieristica, cerca un ritorno misurabile e tangibile del proprio investimento economico e di tempo». Negli ultimi decenni molto è cambiato e a velocità esponenziale. Ma l’uomo no.
Ed è per questo che avrà sempre necessità di potersi incontrare dal vivo per scambiare informazioni, sensazioni, emozioni soprattutto quando questo incontro è determinante e necessario all’interno di una trattativa commerciale. «Per questo – conclude Lenarduzzi – le fiere, non solo saranno sempre necessarie ma anzi, se ben gestite e riviste in relazione alle mutate esigenze del mercato, saranno sempre più determinanti. Ancor più quelle medie e piccole che avranno lo specifico compito di offrire un dimensionamento e un’efficacia realmente a misura d’uomo. È quello che i mercati ci stanno chiedendo».
Il grande appuntamento
Intanto il calendario delle manifestazioni entra nel vivo. A Milano si è appena concluso il Macef, il salone internazionale della casa; dopo domani (fino al 5 febbraio) sarà la volta di Fieragricola, edizione numero 110. L’appuntamento è a Verona Fiere. Questa manifestazione è il punto di riferimento nel panorama agricolo mondiale, unica manifestazione internazionale in Italia che presenta un’offerta completa delle tecnologie e dei prodotti nel settore della meccanica agricola, dell’allevamento, delle agro-forniture, delle energie rinnovabili e dei servizi per l’agricoltura.
Crisi a parte, con cui necessariamente si deve fare i conti, gli operatori sono dunque tutti in pista per serrare i ranghi e fare sì che il sistema fiere italiano resti uno dei fiori all’occhiello del nostro Paese.
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