Rassegna stampa

Germania, il rilancio è verso Est

I positivi segnali provenienti dal mondo economico confermano l’attesa delle fiere tedesche di una ripresa della congiuntura fieristica dopo alcuni anni di leggero regresso. Secondo Thomas Hagen, presidente dell’Auma, la commissione fieristica dell’industria tedesca, anche il netto aumento previsto per il 2006 nel settore export e import contribuisce a rafforzare il ruolo delle fiere tedesche come piattaforma internazionale di commercio e informazione.

Circa 173mila espositori saranno presenti quest’anno alle 153 manifestazioni internazionali che si svolgeranno in Germania, assicurando il secondo miglior risultato dopo il record del 2000 con 189mila espositori. Sono attesi 9,5 milioni di visitatori, mentre le superfici noleggiate registrano un incremento dell’1% rispetto al 2005, per un totale di 6,5 milioni di metri quadri.

La Germania è il paese fieristico per eccellenza. Cinque delle dieci più importanti manifestazioni fieristiche mondiali hanno la loro sede in Germania. Ma il mercato ristagna, i fatturati oscillano ormai anno dopo anno attorno ai 2,4 miliardi di euro, mentre il numero degli espositori, dei visitatori e delle superfici affittate denuncia un trend negativo, anche se vi sono fondate speranze se non proprio di un’inversione almeno di un arresto del trend nel corso del 2006. L’economia fieristica tedesca, in ogni caso, è certamente entrata in una nuova fase di sviluppo. Mantenere le quote di mercato si è fatto più difficile anche in seguito al sorgere di sempre più piccole e specializzate manifestazioni fieristiche, una dozzina l’anno negli ultimi tempi, di cui circa la metà ha dimostrato di essere in grado di imporsi.

Non meraviglia, quindi, che alcune tra le più importanti fiere tedesche abbiano cercato la loro crescita sui mercati esteri in un processo d’internazionalizzazione andato delineandosi negli anni Novanta. Le regioni preferite sono la Cina, con 46 fiere nel corso di quest’anno, la Russia con 20 e l’India con 17 fiere. Nel 2005 le varie società fieristiche tedesche hanno organizzato 172 fiere all’estero, il 40% in più rispetto al 2003. Un esempio di questo processo d’esportazione delle fiere tedesche è la Cebit di Hannover. La più importante fiera mondiale dedicata al computer viene esportata dal 1999 in vari continenti. L’iniziativa ha avuto successo a Shanghai, a Sydney, meno a New York dove quest’anno è stata cancellata dal calendario, mentre è ancora incerto il futuro della manifestazione Cebit Eurasia a Istanbul. Il modello Cebit, come manifestazione fieristica, non è in ogni caso esportabile a piacimento perché in questo modo si finirebbe per sottrarre inevitabilmente visitatori alle fiere in Germania.

Secondo una recente indagine svolta dall’istituto di demoscopia Emnid presso 500 rappresentativi espositori tedeschi, circa un terzo delle società progetta per il biennio 2006-2007 un aumento degli investimenti in partecipazioni fieristiche, pari al 40% del loro bilancio previsto per il settore della comunicazione d’affari. Circa la metà delle imprese interpellate manterrà invariata la spesa, mentre soltanto il 16% la ridurranno.

La crescita del prodotto interno lordo tedesco potrebbe arrivare quest’anno anche fino al 2%, dopo 0,8% nel 2005, ma nel 2007 il problema sarà di vedere di quale ampiezza sarà la caduta congiunturale in Germania in seguito all’aumento di 3 punti (dal 16 al 19%) della tassa Iva.

Luciano Barile

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