
Genova vara la legge antisprechi
Andrea Vico
GENOVA
Almeno il 30% dell’acqua calda ottenuta da energia rinnovabile in tutti i nuovi edifici e in quelli via via ristrutturati; burocrazia semplificata; tutti gli alloggi certificati entro tre anni e mezzo e lotta agli sprechi nell’illuminazione pubblica e all’inquinamento luminoso.
Sono i contenuti della nuova legge regionale sull’energia che la Liguria ha approvato venerdì scorso, 18 maggio. E che viene varata alla vigilia di "Energethica", la fiera nazionale sull’efficienza e sulle energie rinnovabili che domani (24 maggio) per tre giorni porterà alla Fiera di Genova oltre 230 produttori, e decine di esperti e tecnici del settore riuniti in 6 convegni, 10 seminari e 5 workshop.
«In Liguria il 38% dell’energia viene consumata per riscaldare o raffrescare le abitazioni. Spiega Franco Zunino, assessore all’Ambiente della Regione Liguria: «Con la nuova legge si stabilisce che in tutti gli alloggi di nuova costruzione il 30% dell’acqua calda (una soglia minima, beninteso) debba essere prodotto con energia rinnovabile, solare in primo luogo. Lo stesso deve accadere con le ristrutturazioni degli edifici superiori ai mille metri quadrati. Inoltre, ove possibile, dovrà essere predisposto e stimolato l’uso di risorse rinnovabili o sistemi di efficienza per il raffrescamento e la produzione di elettricità. Tutti gli appartamenti, infine, dovranno avere una corretta certificazione energetica entro i prossimi tre anni e mezzo». Sarà il Piano energetico e ambientale della Regione (Pear) a stabilire ogni cinque anni le azioni concrete e le strategie per promuovere le risorse rinnovabili. Per ora, l’obiettivo della Liguria è ricavare, entro il 2012, il 7% dell’energia globalmente necessaria da fonti rinnovabili (oggi è al 3,2%) per abbassare di un 10% le emissioni di gas serra. Per la progettazione e le certificazioni energetiche che saranno a via a via obbligatorie verranno istituiti, da parte della Regione, appositi albi di professionisti. L’attività di controllo toccherà ai Comuni, all’Arpal e all’Agenzia regionale per l’energia. Mentre le Province avranno un ruolo importante: dovranno attrezzarsi per diventare "sportello unico" nel rilasciare le autorizzazioni dei nuovi impianti, sensibilizzare i cittadini e semplificare la burocrazia.
Altro punto importante della legge è la lotta agli sprechi nell’illuminazione pubblica. Fatta salva la sicurezza dei cittadini, le valorizzazioni del patrimonio artistico (e le luminarie natalizie, confidando però nella sobrietà dei sindaci) tutti i nuovi impianti dovranno orientare la luce verso il basso, utilizzare lampade a sodio o analoghe, ottimizzarne la potenza. Con gli stessi criteri dovranno esser valutate le nuove insegne pubblicitarie. Per evitare, oltretutto, quelle dispersioni che creano inquinamento luminoso e permettere la riscoperta dei cieli stellati. Entro i prossimi sei anni tutti i Comuni dovranno adeguare alla normativa anche gli impianti esistenti; i risparmi attesi sono sull’ordine del 30% di energia oggi necessaria.
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