Rassegna stampa

Gelo sul sistema fieristico veneto

Si sono guardati in faccia e sono rimasti impauriti dalla profondità dell’abisso: 40 milioni di euro di debiti da ripianare con un piano di rientro. Chi mette i soldi? E qui è sceso il grande gelo sull’ipotesi di creare un sistema fieristico veneto. All’incontro, che si è svolto a Padova, erano presenti il governatore Giancarlo Galan, i sindaci Paolo Zanotto e il padovano Flavio Zanonato, il presidente della Provincia di Padova Vittorio Casarin, i presidenti delle Fiere di Padova Ferruccio Macola e di Verona Luigi Castelletti che rappresentava pure Vicenza. Obiettivo: cercare un’intesa per costruire in concreto il sistema fieristico veneto, visto che il 15 gennaio scadono i termini per rilanciare l’offerta per la privatizzazione di Padovafiere e contrastare così l’offerta del colosso francese Gl Events. Sia Verona che la Regione non vogliono che entrino stranieri nel sistema veneto, ma per controbattere servono risorse. Sì, perché Padova ha un debito per acquisizioni immobiliari di 80 miliardi di vecchie lire, per cui andrebbe creata una società di gestione a parte alleggerita dai debiti. Ma questi chi li paga? Il Comune di Padova possiede il 40% della Fiera, la Provincia altrettanto ma non possono certo farsi carico con i loro bilanci di oltre 30 miliardi di vecchie lire. Tantomeno chi è disposto a entrare, come Veronafiere, può essere disposto a buttare soldi a fondo perduto: il core business è la gestione. Di conseguenza, è emerso chiaramente che si deve procedere con i piedi di piombo. «Dobbiamo verificare il piano industriale di Padova», ha spiegato ieri il sindaco Paolo Zanotto, «e con il presidente Castelletti ci siamo riservati di verificare se entro quella data si può avanzare un’altra proposta». In un mese e mezzo, dunque, si dovrebbe mettere a punto un piano industriale, una cordata made in Veneto. Ma c’è una serie di problemi enormi da superare e di cui la Regione si è resa conto. Se questa poteva essere la prima prova per mettere in pratica il progetto Fiere della Regione, che prevede di creare una holding veneta scorporando la parte immobiliare e la parte gestionale, è anche vero che in questo caso la Regione dovrebbe sborsare qualche decina di milioni di euro. Che non ha. Nè possono contribuire gli enti locali, notoriamente in bolletta. E di fusione tra Fiere, nemmeno parlarne. Sia per i debiti, sia per le diverse caratteristiche societarie: Padova è già una spa, Verona e Vicenza no. Rivolgersi alle banche? Difficile, sono già impegnate. Lasciare tutto ai francesi? No, perché non ci sono garanzie per il futuro: potrebbero vendere per rifarsi delle spese e dei debiti. E allora addio sistema veneto. Aspettare che Padovafiere fallisca e rilevarla? Chissà.

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