Rassegna stampa

Gadget, l’ultimo amore dei capitalisti di ventura

I nuovi gadget elettronici e i servizi internet per consumatori stanno facendo strage di cuori, ma non solo degli utenti: sono l’ultimo amore dei capitalisti di ventura (venture capitalist). In passato, negli anni della new economy rampante, i venture capitalist hanno scommesso soprattutto sui servizi per il business, finanziando aziende e progetti innovativi. Adesso invece puntano tantissimo sui prodotti per consumatori. Negli ultimi mesi vi hanno speso centinaia di milioni di dollari. Per esempio, c’è la storia di PodShow, azienda dell’ex deejay Adam Curry, che è uno dei creatori dei podcast. PodShow ha ricevuto ad agosto 8,85 milioni di dollari da alcuni venture capitalist (tra cui Kleiner Perkins Caufield & Byers, Sequoia Capital e Sherpalo Ventures). Serviranno per sviluppare il fenomeno dei podcast, che sono un medium alternativo, nato nel 2004, formato da registrazioni audio o video disponibili su internet a chi si abbona a una trasmissione periodica.
Più di recente, a novembre, YouTube ha ricevuto 3,5 milioni di dollari da Sequoia Capital, per un servizio che permette agli utenti di condividere su video clip personali in un network complesso, via siti web, su blog e via e-mail. Dicembre è stato il mese fortunato per Meebo, un’azienda con soli tre mesi di vita: anche loro hanno ricevuto 3 milioni e mezzo, da Sequoia. Hanno sviluppato un servizio che permette alla gente di collegarsi, tramite sito web di Meebo, a instant messaging diversi (Aol, Msn, Yahoo!, Goolge), senza bisogno di scaricare i rispettivi programmi. Il mercato vedrà nei prossimi mesi i frutti di questi finanziamenti. Per esempio, sono usciti a fine 2005 alcuni gadget di consumo finanziati con i soldi dei venture a fine 2004. Come Sling Box di Sling Media (11,5 milioni di dollari ricevuti da Dcm e Mobius): uno scatolotto, in vendita a 250 dollari, che permette di trasportare, via internet, un programma televisivo dalla tv a un computer.
Sonos, grazie ai 10 milioni di dollari ricevuti da Bt Capital, vende ora a 499 dollari Zone Player, un prodotto che permette di ascoltare la musica digitale in vari posti della casa tramite controlli wireless. «Alla base del nuovo fenomeno c’è il grande interesse che riscuotono tutti quei servizi e prodotti basati su internet, la condivisione di contenuti personali, l’interconnessione di strumenti diversi, mobili e non», spiega Tad Shadler, analista del gruppo di ricerca americano Forrester Research. Gli esperti hanno già dato a questa tendenza il nome di web 2.0, che, attraverso attori come Google e Apple, sta guidando un nuovo boom del mercato hi-tech.
Un fattore trainante, del fenomeno, è la crescita degli accessi banda larga che fa da propulsore ai nuovi servizi e gadget di consumo. D’altra parte, i venture capitalist hanno poco interesse a scommettere nei servizi hi-tech per il business, perché le aziende in questa fase sono restie a spendere in tecnologia. Ecco quindi che sciamano a frotte, come mai prima, alle fiere di prodotti consumer, a caccia di nuovi affari. Al Ces (Consumer electronic show) di gennaio 2006, a Las Vegas, per la prima volta nella storia di questo evento la National venture capital association ha organizzato un incontro per 90 addetti del settore. «Ma l’evento più importante per loro sarà a febbraio: la fiera Demo, nel Texas – dice Shadler -. Quest’anno sarà gremita di venture capitalist alla ricerca del nuovo prodotto hi-tech di successo». Adesso il consumatore è il re. Per intuirne i desideri e cogliere i nuovi trend, Venture capitalist come Mobius, Kleiner Perkins Caufield & Byers e Mayfiel hanno persino cominciato a collaborare con venditori al dettaglio come Best Buy, cosa che mai si sarebbero sognati di fare negli anni Novanta.

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