Rassegna stampa

Futuro secondo tradizione

L’idea, datata di almeno un decennio, di cambiare gradualmente la Campionaria e farne una Fiera di rassegne specializzate è rimasta sulla carta. Un amore quasi ostinato per la formula, difficoltà di carattere logistico. Forse, qualche timore di troppo. Il coraggio di cambiare non era mancato nel 1969 quando nacquero i primi saloni specializzati e la Campionaria cominciò a cambiare pelle. Anche oggi la Fiera organizza manifestazioni specializzate, soprattutto in altri periodi dell’anno.
Trentacinque anni dopo, aiutata da uno slogan sempreverde (“Fra tradizione e innovazione guarda al futuro”) la Campionaria scommette ancora su se stessa. “Eppure questa formula – annota Raffaele Fasano, imprenditore barese delle Tlc e vicepresidente di Assindustria Bari – ha fatto la sua storia. All’estero le rassegne ormai sono tutte specializzate e calamitano espositori e visitatori con cui fanno business”.
Tuttavia la Campionaria, nonostante l’innegabile perdita di appeal a vantaggio di altri poli espositivi nazionali, ha tenuto. Ma ai tempi di Internet e della globalizzazione non è più possibile, aggiunge Fasano, “pensare di vendere padelle o mobiletti all’utente finale: non è ciò che serve davvero agli imprenditori”. La Campionaria, però, è lì e le novità 2004 – ritorno del salone dell’autoveicolo industriale, nove Paesi in più nella Galleria delle Nazioni – con la previsione di un milione di visitatori e quasi 2mila espositori su circa 140mila metri quadri di stand, fanno dire al presidente dell’ente, Luigi Lobuono, che la ricetta funziona ancora.
“La nostra campionaria – sottolinea Lobuono – è la più importante in Europa e funge da incubatore di rassegne specializzate poi estrapolate e portate a vivere di vita propria. In calendario, infatti, abbiamo ormai quasi 35 saloni specializzati annuali e biennali”. Campionaria a parte, la fiera barese ha conquistato negli ultimi anni una notevole proiezione estera. Il network realizzato tramite accordi siglati con le maggiori rassegne fieristiche dei Balcani e del Mediterraneo si è rivelato una buona intuizione, lanciata nel 1995 e perseguita con impegno.
Muove piccoli passi, invece, il progetto di fare della Fiera la sede del Segretariato tecnico del Corridoio Adriatico 8, complici la decisione della Ue di non considerarlo prioritario e la caduta di tensione sulla ricostruzione postbellica dei Balcani, nonostante alla Fiera spetti il ruolo di soggetto attuatore della legge 84/2001: il Corridoio non è neppure tra i temi ufficiali dei convegni. L’unica novità vera, al proposito, è di queste settimane e riguarda la selezione dei quattro addetti del Segretariato tecnico.
Nel frattempo l’area di interesse dell’ente pugliese dai Balcani ha preso a estendersi verso il Nord Africa (soprattutto Libia, Tunisia ed Egitto) con la consueta strategia dei due tempi: ospitarne gli operatori nelle manifestazioni specializzate organizzate in Italia – specie quelle relative a meccanica strumentale, meccanica olearia, confezionamento ed imballaggio – e poi ampliare la rete e intensificare i rapporti con quei mercati, organizzando gli incontri mirati con i buyer locali, l’assistenza logistica e d’interpretariato, il sostegno alla presenza in fiera e ai successivi sviluppi commerciali.
Quanto al rinvio della trasformazione in Spa – data per certa già lo scorso maggio, ma che deve misurarsi con il diverso assetto politico di due dei tre soci fondatori, Comune e Provincia di Bari, da giugno guidati dal centrosinistra – non sembra avere inciso tanto sui risultati della gestione, quanto piuttosto sulla sua elasticità operativa. I risultati dell’ente, fra i quali un Mol in aumento costante da tre anni, che nel 2003 ha raggiunto i 2,015 milioni, sono frutto delle attività assicurate in questi anni: fiere organizzate direttamente, manifestazioni ospitate e, soprattutto, hosting di grandi eventi.
Una parte dei ricavi, infine, è sempre più legata ai proventi dell’attività congressuale realizzati nel nuovo Spazio 7, anticipazione del Centro congressi ancora nella fase dello studio di fattibilità. L’opera aumenterebbe e distribuirebbe nell’anno l’indotto che oggi la Fiera alimenta su Bari: quasi 100 milioni di euro. Una partita da non perdere, quindi.
“Per finanziare il Centro – conclude Lobuono – potremmo ricorrere alla cartolarizzazione mettendo a valore aggiunto, in 15 anni, le provvidenze statali previste”.

Il fatturato.
L’ente Fiera del Levante ha chiuso l’esercizio 2003 con un fatturato in crescita del 4,4% (da 22,5 a 23,4 milioni) mentre il Mol, in aumento pressoché costante da tre esercizi, ha toccato quota 2,015 milioni.
Il progetto.
Procede a rilento l’idea di fare della Fiera la sede del Segretariato del Corridoio 8, complice la decisione Ue di non inserirlo tra le priorità delle infrastrutture. Intanto, la scorsa settimana è stata completata la selezione dei quattro addetti.
La cartolarizzazione.
In mancanza di fonti di sostegno finanziario sufficienti e per non perdere la sfida del rilancio, il presidente Lobuono pensa di trovare le risorse per il Centro congressi ricorrendo a cartolarizzazioni.

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