
Fortezza, permuta congelata
Il piano di rilancio del polo fieristico fiorentino s’è perso nelle nebbie della politica. La permuta immobiliare (si veda «Il Sole 24 Ore CentroNord» del 24 settembre 2008) che dovrebbe trasferire dallo Stato a Comune e Provincia la proprietà della Fortezza da Basso (valore stimato 175 milioni), in cambio di 11 edifici oggi nel patrimonio delle Amministrazioni locali, resta in stand by. Ma, né Agenzia del Demanio né Comune e Provincia danno una spiegazione ufficiale.
La prossima settimana apre i battenti la 76esima edizione di Pitti Uomo, la più importante rassegna internazionale di moda maschile, che, ancora una volta, dovrà fare i conti con la mancanza e inadeguatezza di spazi, sia per gli espositori sia per i visitatori (l’aggravio di costi per Pitti è di 2,6 milioni all’anno). Passano le stagioni ma i nodi infrastrutturali del capoluogo toscano non si risolvono. La soluzione del problema, in questo caso, è legata alla permuta: una volta acquisita la Fortezza, infatti, gli Enti locali ne darebbero l’utilizzo in concessione per 30 anni a Firenze Fiera (controllata al 31% dalla Regione e al 28% dalla Camera di commercio di Firenze), in cambio di un affitto “politico” (500mila euro all’anno) e dell’impegno a realizzare investimenti per 135 milioni, a cui si aggiungono i 30 milioni messi a disposizione della stessa Regione.
Apparentemente non manca nulla: il via libera dall’Unione europea sull’ipotesi di canone d’affitto calmierato per Firenze Fiera è arrivato. Il rischio di una revisione delle valutazioni per la sanatoria ottenuta su alcuni padiglioni realizzati nella Fortezza sembra scongiurato. In compenso, però, si è affacciata la prospettiva che uno dei cantieri per la costruzione del tunnel dell’Alta velocità ferroviaria sotto Firenze sia installato proprio davanti all’ingresso della Fortezza, un’eventualità che l’amministratore delegato di Pitti Immagine, Raffaello Napoleone, ha subito bollato come «disastrosa per le attività fieristiche della città».
Il presidente di Firenze Fiera, Carlo Bossi, resta ottimista: «Speriamo che entro l’estate si realizzi la permuta e sia possibile così ottenere la concessione lunga indispensabile per fare gli investimenti», dice. Certo che i tempi non saranno comunque brevi, perché, come sottolinea lo stesso Bossi, «ancora non ci sono i progetti, che andranno messi a punto e approvati». Per il presidente della Camera di commercio di Prato, Carlo Longo, la strategia dovrà tener conto anche dell’ex area Banci di Prato. «In questo momento non ci sono le condizioni di mercato per pensare a nuove realizzazioni così importanti – spiega – ma in prospettiva dobbiamo guardare a uno scenario di area e dunque prevederlo fin d’ora».
Dura la presa di posizione di Ferruccio Ferragamo: «Senza una struttura fieristica adeguata, e senza un aeroporto moderno, la città rischia di perdere le sue ultime attività di punta, come le fiere della moda», commenta. «Non pensiamo di abbandonare Firenze – dice Napoleone – ma certo ci auguriamo che le nuove amministrazioni locali mettano il problema della Fortezza ai primi posti della loro agenda politica». Il secondo semestre dell’anno si preannuncia peggiore del primo per il settore espositivo, e Firenze Fiera (18,6 milioni di fatturato e 697mila euro di perdita nel 2008) potrebbe pagare un prezzo alto per questi ritardi.
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GLI ACCORDI 135 milioni
Il piano
Il progetto di rilancio della Fortezza da Basso da parte di Firenze Fiera prevede una serie di interventi di ristrutturazione e riorganizzazione dello storico sito fiorentino. A questi fondi si aggiungono i 30 milioni messi a disposizione dalla stessa Regione
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Gli anni di concessione
Una volta acquisita la Fortezza dal Demanio, gli enti locali ne darebbero l’utilizzo in concessione per 30 anni a Firenze Fiera (controllata al 31% dalla Regione e al 28% dalla Camera di commercio di Firenze), in cambio di un affitto “politico” (500mila euro all’anno)