Rassegna stampa

Fortezza da Basso, presto il restyling

Seppur a fatica, qualcosa si muove nel paludato mondo delle fiere toscane, tre piccole realtà – Firenze, Carrara e Arezzo insieme realizzano ricavi per meno di 28 milioni di euro – che puntano sulla qualità degli eventi, più che sui grandi numeri, e che da tempo inseguono il rilancio. Per Firenze questo obiettivo passa attraverso il restyling dei padiglioni della Fortezza da Basso, prestigioso fortilizio mediceo cuore del polo fieristico-congressuale, restyling finalmente vicino alla progettazione dopo il passaggio di proprietà, a fine 2009, dal Demanio alle istituzioni locali.
Regione Toscana, Provincia e Comune di Firenze hanno impiegato un anno di tempo per “riequilibrare” le rispettive quote (il Comune aveva il 50,4%, la Provincia il 42,4%, la Regione il 7,1%), e ora detengono il 33% ciascuno del complesso immobiliare, oltre che la maggioranza (50,3%, pari al 16,7% ciascuno) di Firenze Fiera, società di gestione del centro fieristico-congressuale, 15 milioni di ricavi 2010 (-10%) e un margine operativo lordo di un milione (nel 2009 ha perso 1,3 milioni). Tra pochi giorni la Regione assegnerà a Firenze Fiera la concessione trentennale della Fortezza con un canone calmierato (10% del valore di mercato). Proprio Firenze Fiera bandirà, nel 2012, la gara da 50-60 milioni per i lavori di ristrutturazione della Fortezza da Basso che, forte di una location invidiabile (in centro città, a due passi dalla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella) oltre che di spazi storici, ha le potenzialità per trasformarsi in un centro fieristico di grande fascino e appeal. I tempi, però, saranno lunghi, perché l’intenzione è di non appendere il cartello “chiuso per restauri” ma di continuare l’attività fieristica facendo i lavori “a pezzi”.
Il sindaco, Matteo Renzi, ha già promesso: «Nella peggiore delle ipotesi tutto sarà pronto entro il 2015». Sempre il sindaco, inaugurando l’11 gennaio scorso Pitti Uomo, la più importante rassegna ospitata alla Fortezza, ha aperto la porta all’organizzatore Pitti Immagine come futuro gestore del polo fieristico-congressuale fiorentino: «Pitti non sarà solo il principale cliente della Fortezza – ha detto Renzi – ma sarà il partner numero uno per decidere che tipo di interventi fare. Crediamo nella Fortezza come motore di sviluppo per la città, visto che ogni euro investito in eventi innesca un indotto di 12-13 euro». In realtà la prospettiva – già inserita in un protocollo d’intesa votato dal Centro di Firenze per la moda italiana (Cfmi), la holding formata da enti pubblici e categorie economiche che controlla Pitti Immagine – è quella di dar vita a una newco, controllata al 51% da Pitti con il 49% a Firenze Fiera, a cui affidare la gestione del polo fieristico-congressuale.
Ha completato il riassetto organizzativo, invece, Arezzo Fiere, che con l’arrivo di nuovi spazi congressuali (un auditorium da 900 posti il cui completamento è slittato in primavera) ed espositivi (ottomila metri quadrati ultimati poche settimane fa) è pronto al rilancio. I nuovi spazi espositivi verranno inaugurati il 5 febbraio con una mostra sui «Dinosauri della Patagonia»; ma l’evento nuovo del 2011 sarà «Tuscany wine», fiera del vino toscano rivolta ai buyer, organizzata da Arezzo Fiere in collaborazione col Vinitaly di Verona. «Quest’anno acceleriamo il rilancio con più di 25 eventi – spiega il direttore Raul Barbieri, che ha appena presentato un piano industriale che prevede un forte aumento del fatturato rispetto ai 4,5 milioni del 2010 –, il nostro obiettivo è diversificare, non solo in ambiti diversi da quello fieristico ma anche in settori nuovi come il vino. E rilanciare OroArezzo, che resta l’unica manifestazione in crescita nel mondo orafo». Alla diversificazione guarda anche Carrara Fiere (otto milioni di giro d’affari nel 2010, anno in cui si è svolta la mostra del marmo Marmotec, ormai biennale), che nel 2011 vara la rassegna per le attrezzature del mondo del gioco Poker game (rinviata l’anno scorso) e investe due milioni per migliorare l’accessibilità del centro fieristico. «Puntiamo a consolidare le otto fiere organizzate direttamente – spiega il direttore Paris Mazzanti – e a organizzare eventi-ponte per promuovere il marmo nell’anno in cui non c’è la rassegna internazionale».
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