
Fondazione Fiera, a Roth la gestione commissariale
MILANO – L’interminabile braccio di ferro sul rinnovo dei vertici di Fondazione Fiera Milano – che ha visto crearsi una spaccatura profonda all’interno di Forza Italia – sfocia nella gestione commissariale, decisa ieri dalla Giunta della Regione Lombardia (l’istituzione che, per legge, esercita la vigilanza sull’ente fieristico). Ma non ci sarà alcun ribaltone: a Luigi Roth, presidente uscente della Fondazione Fiera, subentra lo stesso Roth, questa volta però in veste di presidente del collegio commissariale. Roth manterrà i pieni poteri e il collegio commissariale, «per garantire la continuità della gestione» chiarisce il governatore lombardo Roberto Formigoni, sarà formato dai medesimi componenti (nove, compreso Roth) che attualmente costituiscono il comitato esecutivo della Fondazione Fiera.
Perché si è reso necessario arrivare alla gestione commissariale? La legge stabilisce che si deve procedere al rinnovo degli organi direttivi di Fondazione Fiera Milano entro 45 giorni dalla scadenza del loro mandato; il conto alla rovescia è scattato il 21 dicembre scorso, giorno in cui il Consiglio generale di Fondazione Fiera Milano ha approvato il bilancio consolidato dell’ente. Calendario alla mano, il 45° giorno cade proprio oggi. E la Giunta lombarda, «preso atto che alla scadenza dei termini per la ricostituzione degli organi della Fondazione Fiera non è stata completata la procedura di designazione da parte delle amministrazioni competenti», ha nominato ieri sera il collegio commissariale che guiderà l’ente sino alla formazione dei nuovi organi direttivi. In realtà non è solo un problema burocratico. Le ultime settimane sono state contrassegnate da un durissimo scontro politico sulla nomina del nuovo presidente della Fondazione Fiera. Da un lato c’era il governatore Formigoni determinato a riconfermare nella carica Luigi Roth, che ha condotto in porto con successo l’operazione "nuovo polo" (il maxiquartiere fieristico sorto a tempo di record nell’area di Rho-Pero). Sull’altro versante della barricata c’era quella parte di Forza Italia, spalleggiata dalla Lega Nord, che spingeva per la sostituzione di Roth con Giampiero Cantoni, senatore azzurro ed ex presidente della Bnl. Sul nome di Cantoni hanno speso parole di appoggio il premier, Silvio Berlusconi (che inviato una lettera a Formigoni), il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, e il senatùr Umberto Bossi.
Formigoni però ha tenuto duro e alla fine ecco spuntare il ricorso alla gestione commissariale, che si protrarrà almeno sino a giugno 2006 (e comunque non oltre sei mesi). Nel frattempo si saranno svolte le elezioni, in programma il 9 aprile, e quindi il rinnovo degli organi direttivi di Fondazione Fiera Milano potrebbe avere un quadro politico di riferimento diverso (forse anche molto diverso, dipende tutto dall’esito del voto) da quello attuale. A quel punto si riapriranno i giochi, anche se appare certo che Formigoni punterà ancora su Roth. Cantoni invece potrebbe uscire di scena. In definitiva: la decisione di Formigoni, condivisa da tutti, congela la partita delle nomine e rinvia il bollente dossier sulla Fondazione Fiera Milano a tempi migliori.