
Firenze vede il rilancio con un partner forte
PAGINA A CURA DI
Silvia Pieraccini
– Tre anni fa era una macchina destinata a sbandare, minata dai conti in rosso e dall’emorragia di mostre e congressi. Oggi Firenze Fiera può finalmente brindare al rientro in carreggiata e progettare un posto "al sole" tra i centri fieristico-congressuali italiani, anche se la strada che resta da percorrere non è certo in discesa.
Almeno due tasselli sono andati a posto nel 2007, anno peraltro segnato dal sequestro di otto padiglioni fieristici da parte della magistratura per violazioni edilizie: il fatturato della società a maggioranza pubblica ha ripreso a crescere dopo anni di stagnazione, balzando da 15 a 18 milioni (+20%), grazie al traino dei congressi (+84% a 9,4 milioni); è stato raggiunto l’accordo, che dovrebbe essere perfezionato entro poche settimane, per il passaggio di proprietà della Fortezza da Basso, preziosa sede espositiva (valore stimato 150 milioni), dal Demanio alle autonomie locali: un passo fondamentale per far partire gli investimenti immobiliari attesi da anni (nuovi padiglioni fieristici e centro congressi).
I conti di Firenze Fiera restano in rosso, ma la perdita (920mila euro nel 2007, che sconta i 700mila euro rimborsati agli organizzatori delle fiere "menomate" dal sequestro dei padiglioni, rispetto a 1,4 milioni di deficit 2006) dovrebbe azzerarsi quest’anno, con dodici mesi di anticipo rispetto alle previsioni del piano industriale. «Il 2008 segnerà il definitivo risanamento della società – dice Roberto Negrini, presidente di Fiera Firenze – e il rilancio dell’attività, con un fatturato vicino ai 20 milioni. E sarà anche l’anno della scelta del partner per la gestione del business fieristico-congressuale». Finalmente, dopo anni di buoni propositi, dovrebbero dunque chiarirsi l’assetto e la gestione di un polo fieristico-congressuale che ha carte da giocare sul terreno della location (storica e in pieno centro cittadino) e della qualità degli eventi, più che sulla dimensione (gli spazi superano di poco i 50mila metri quadrati).
I soci pubblici che controllano la Fiera, guidati da Regione Toscana (31%) e Camera di commercio di Firenze (28%), hanno manifestato da tempo l’intenzione di separare proprietà immobiliare e gestione del business, da affidare a un partner industriale. Il nome più probabile resta quello di Pitti Immagine, la società fiorentina specializzata nell’organizzazione di fiere della moda (Pitti Uomo, Bimbo e Filati a Firenze, Touch, Neozone-Cloudnine e Modaprima a Milano), che è il maggior cliente del polo espositivo fiorentino. Dalla gestione dipenderà anche la strategia di alleanze di Firenze Fiera, che, fino a oggi, si è proposta soprattutto come locatore di spazi (ormai organizza direttamente solo la storica Mostra-mercato dell’artigianato) piuttosto che come promotore di eventi fieristici. Impegnata com’era nel risanamento societario si è, tutto sommato, chiamata fuori dalla guerra dei campanili che ha infiammato altre realtà, subendo piuttosto la fuga di fiere importanti come PratoExpo (che si è aggregata alle altre manifestazioni tessili per formare il salone Milano Unica) o Btc, la Borsa del turismo congressuale emigrata a Roma.
Di strategie aggressive, finora, se ne sono viste poche, anche se le cose potrebbero cambiare proprio con l’arrivo di Pitti Immagine – società controllata dall’associazione pubblico-privata Cfmi (Centro di Firenze per la moda italiana), nella quale peraltro si ritrovano tutti gli azionisti di Firenze Fiera – che ha già sollevato qualche mugugno milanese proprio per aver "invaso", col debutto di pochi giorni fa del salone Pitti W dedicato alle precollezioni donna (in contemporanea con Pitti Uomo), il terreno della moda femminile, tradizionale "riserva" del capoluogo lombardo.
L’altro possibile terreno di scontro tra "campanili", questa volta tutti toscani, potrebbe essere la gioielleria. Firenze Fiera ammette di avere contatti in corso con Fiera di Vicenza, interessata a portare nel capoluogo toscano una mostra di nicchia sul gioiello di tendenza. Per la Fiera di Arezzo, storica organizzatrice della mostra Oro Arezzo, che sta faticosamente cercando di evolvere dall’oreficeria alla gioielleria di moda, sarebbe un brutto colpo, sferrato da un vicino di casa (Firenze) alleatosi col concorrente di sempre (Vicenza). E sarebbe l’ennesima riprova delle scarse (per non dire inesistenti) sinergie messe in atto finora dai tre poli fieristici toscani, che peraltro hanno tutti come socio, e finanziatore strategico, la Regione Toscana. Regione che nelle settimane scorse ha deliberato la costruzione di un nuovo centro espositivo da 40mila metri quadrati a Prato (costo previsto 80/100 milioni), destinato ad affiancarsi a quello fiorentino, sotto la stessa gestione.
www.firenzefiera.it
L’IDENTIKIT
18,05 milioni
Il fatturato
I ricavi 2007 di Firenze Fiera, in crescita del 20% sull’anno precedente
920mila euro
Il «rosso»
È la perdita prevista nel 2007, in calo rispetto agli 1,4 milioni
del 2006
9,4 milioni
Dai congressi
La quota di fatturato derivante da congressi, in crescita dell’84% sul 2006
245
Gli appuntamenti
Sono gli eventi congressuali – convegni, convention, meeting e riunioni – ospitati nel 2007, di cui 35 internazionali, 88 nazionali e 122 regionali
24
Le fiere ospitate
Tra queste, dieci sono state organizzate direttamente
da Firenze Fiera
50mila mq
Gli spazi
È la capacità espositiva