
Firenze Fiera ripartirà da Pitti
Cesare Peruzzi
FIRENZE
Cominciano a delinearsi i tempi, e anche le prospettive, del riassetto e del rilancio di Firenze Fiera. Dopo l’accordo tra Agenzia del demanio e istituzioni toscane, in base al quale la proprietà della Fortezza da Basso (valore stimato 180 milioni) sarà trasferita a Regione, Provincia e Comune di Firenze, in cambio di 11 immobili tra cui la sede della facoltà di Agraria alle Cascine, il Sole 24 Ore CentroNord è in grado di anticipare il timing delle prossime mosse.
Il primo passo riguarderà l’attuazione del piano di adeguamento delle strutture espositive all’interno della Fortezza (l’investimento previsto è di 55 milioni). «Il progetto esecutivo si può fare subito, in modo da ipotizzare l’avvio dei lavori già all’inizio del 2008», dice Luca Mantellassi, presidente della Camera di commercio di Firenze, azionista al 29% della Fiera. Tra febbraio e marzo dovrebbe concretizzarsi la permuta immobiliare tra lo Stato e gli Enti locali, con l’unico dubbio legato al trasferimento dell’Università: il Comune ha individuato la nuova sede per Agraria, ma i lavori per sistemarla richiedono tempo e soprattutto denaro (circa 30 milioni). «Non penso che questo problema possa rallentare un’operazione così strategica per la città», taglia corto Mantellassi.
Fatta la permuta, l’azionariato di Firenze Fiera sarà suddiviso tra i tre soggetti pubblici protagonisti dello scambio: Regione, Provincia e Comune. La mossa successiva sarà lo scorporo dell’attività fieristica e congressuale: da una parte gli immobili, dall’altra la gestione del business. Nella nuova società ci saranno inizialmente i vecchi azionisti a cominciare dalle categorie economiche, compresa Confindustria Firenze, che aveva disertato il recente aumento di capitale non condividendo l’immobilismo delle istituzioni pubbliche e che adesso ha già fatto sapere di essere pronta al rientro. «Avevamo chiesto un atto concreto: c’è stato e dunque guardiamo positivamente a un coinvolgimento che ci porti anche a rientrare in consiglio d’amministrazione», dice il presidente degli industriali fiorentini, Giovanni Gentile.
L’ultimo passaggio sarà quello di individuare un partner a cui cedere il controllo della gestione del business, che nel frattempo dovrebbe aver raggiunto un equilibrio di bilancio (nel 2006, su poco più di 15 milioni di giro d’affari, la perdita è stata di 1,4 milioni). Il gestore pagherà un affitto per la Fortezza e per le altre strutture che utilizzerà (Palacongressi e Palaffari), ed è su questi introiti che la società immobiliare deve contare per spesare la ristrutturazione della Fortezza e la costruzione al suo interno del nuovo auditorium (30 milioni saranno però finanziati dalla Regione).
Quanto vale il pacchetto di maggioranza della società di gestione, cioè della futura Fiera di Firenze? La cifra che circola è 10 milioni. Chi sarà il partner privato che s’impegnerà per rilanciare il business? Il nome più accreditato resta quello di Pitti Immagine. L’azienda presieduta da Gaetano Marzotto, la cui holding di controllo è il Centro di Firenze per la moda italiana, emanazione degli stessi soggetti pubblici e privati oggi azionisti della Fiera, nei mesi scorsi si era tirata indietro, ritenendo che non vi fossero le condizioni. Adesso però le cose sono cambiate.
«Con un progetto chiaro e trasparente, ispirato a criteri imprenditoriali, siamo disponibili a valutare un coinvolgimento», commenta Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti. Fatta la permuta e avviato il riassetto della Fortezza, l’operazione potrà andare in porto. Forse già entro il 2008.