Rassegna stampa

Firenze Fiera, rinviato il piano

E’ un piano minimale, ma «di assoluta concretezza», quello che l’amministratore delegato Alberto Bruschini ha presentato ieri agli amministratori di Firenze Fiera. Un piano industriale di tre anni che deve portare la società lontana dal precipizio e più vicina al risanamento, anche se non arriverà al pareggio: il deficit scenderà dai 2,4 milioni del 2006 al mezzo milione del 2008. I consiglieri hanno preso tempo, visto che il documento da studiare è molto corposo – 49 pagine zeppe di tabelle e grafici – e hanno rinviato la votazione al 30 di gennaio. Intanto il piano verrà inviato ai soci perché possano esprimersi sulla sua fattibilità. Momenti di dura contrapposizione ci sono stati per la questione dei compensi degli amministratori, che una delibera voleva portare a 125mila euro totali. Alla fine, gli emolumenti sono rimasti a 22.500 euro l’anno per il presidente e a 50mila per il consigliere delegato, mentre da 8.750 euro sono scesi a 100 quelli dei cinque consiglieri che fanno parte del comitato esecutivo. Il piano prevede una corretta amministrazione ma non particolari sacrifici né tagli al personale. Il costo del lavoro resta anzi costante negli anni, nonostante il nuovo contratto, grazie al turn over. Tutto ruota attorno all’incremento delle manifestazioni che verranno ospitate, anche di piccole dimensioni. Il risanamento finanziario in realtà è tutto affidato ai soci che devono fornire, attraverso aumenti di capitale e trasferimenti straordinari, il denaro necessario per restaurare e adattare gli immobili: c’è da dotare la Fortezza di una rete telematica, da ristrutturare il Palaffari e spostare gli uffici dal primo piano di Villa Vittoria che sarà adibito anch’esso all’attività congressuale. Non si parla più dell’auditorium né dell’accordo con Pitti Immagine che viene rimandato di un anno. Per gli investimenti sugli immobili occorrono 14 milioni: il piano prevede che 3 arrivino dai soci (regione, camera di commercio, comune, provincia, comune ed enti di Prato), 4 dalla sola regione, 4 da un mutuo con le banche e il resto dalla vendita dei magazzini di via Perfetti Ricasoli. Per spostare i propri uffici Firenze Fiera chiede la disponibilità del liceo Machiavelli, mentre sollecita l’uso esclusivo dei 545 posti auto del parcheggio sotterraneo. Il capitolo “aumento della produttività” si basa fondamentalmente su tre punti: le mostre dirette (e cioé l’Artigianato, perché Marta e Florence World Vision sono state sospese) da migliorare puntando sul filone artistico per differenziarsi dalla mostra nazional-popolare della Fiera di Milano; le indirette (cioé quelle organizzate da altri) che si spera di incrementare pescando tra le fiere specialistiche di prodotti ad alto valore aggiunto; i congressi, da aumentare accogliendo anche piccoli convegni e lavorando sugli ordini professionali e sulle aziende sanitarie. Un passo riguarda il posizionamento di Firenze Fiera nel mercato: siamo quasi ultimi, ovviamente dopo Milano ma anche dopo Rimini, Padova, Vicenza, Bari e Roma. Le prospettive? Rimontare un paio di posizioni.

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