Rassegna stampa

Firenze Fiera, privati in pista

FIRENZE – Risanamento, gestore privato e rilancio. Sono questi i tre obiettivi indicati al nuovo consiglio d’amministrazione dagli azionisti di Firenze Fiera. La strada, però, si presenta in salita.

Il vero nodo da sciogliere, nei prossimi mesi, sarà il secondo punto della strategia voluta da Regione (31,6% del capitale della società), Camera di commercio (28,5%), Comune e Provincia di Firenze (ciascuno con il 9,2%), Amministrazione comunale di Prato (11%) e aziende di credito (10%), per cercare di arginare la caduta libera del polo fieristico e congressuale del capoluogo toscano che chiuderà il 2005 con 16 milioni di ricavi (contro i 18 del 2004), un mol negativo di 2,8 milioni e una perdita di 5,7 milioni in netto peggioramento rispetto al rosso di 2 milioni dell’esercizio precedente, anche per affetto di poste straordinarie e dell’azione di pulizia intrapresa dagli attuali amministratori.

L’individuazione del futuro gestore delle attività di Firenze fiera, dopo la separazione dalla proprietà immobiliare, è slittata fino a settembre 2006, e il consigliere delegato Alberto Bruschini si appresta a presentare un piano industriale, atteso per metà dicembre, che non prevede nessun passaggio di consegne nei prossimi tre anni. «In mancanza di un progetto certo per il nuovo auditorium e non avendo partnership su cui contare in questo momento, il nostro sarà giocoforza un piano "stand alone", anche se ci prepariamo ad affrontare il tema delle alleanze», dice Bruschini.

E l’arrivo di un soggetto privato? E il nome di Pitti Immagine che è uscito con forza da tempo? La sensazione è che la partita sia ancora da giocare. «Tutti gli azionisti hanno individuato come prioritario l’obiettivo di separare attività immobiliare e core business fieristico-congressuale, assegnando agli amministratori la missione di valutare possibili partnership industriali per uscire dall’attuale situazione negativa», conferma Anna Rita Bramerini, assessore regionale al Commercio con delega sul polo fieristico. «Come soci di maggioranza, siamo pronti a prendere in considerazione tutte le candidature, ma la prima operazione deve essere quella di riorganizzare e di rendere appetibile la Fiera», aggiunge.

Sull’opportunità di valutare più opzioni, se il mercato le offrirà, concordano anche gli industriali, che però temono un allungamento dei tempi per trovare il gestore privato: «La scadenza è slittata a settembre, ma se per quella data il problema di affidare l’attività a un soggetto professionale di alto livello non sarà stato risolto, la nostra opinione è che si debba sciogliere il consiglio», dice Sergio Ceccuzzi, presidente di Confindustria Toscana. La scelta peggiore, a giudizio degli imprenditori, sarebbe quella di pensare ancora una volta di poter fare tutto in casa, senza appoggiarsi a chi invece opera con successo sul mercato delle fiere e dei congressi.

Il nome più gettonato è quello di Pitti Immagine, la società controllata dal Centro di Firenze per la moda italiana, che organizza le rassegne fiorentine sulla moda maschile e da quest’anno si occuperà anche di alcune manifestazioni femminili sulla piazza milanese (in accordo con Sistema moda Italia). «Con Pitti deve esserci un rapporto privilegiato, ma non esclusivo, e il Cda della Fiera ha il mandato per vagliare tutte le candidature – spiega Anna Rita Bramerini -. Il polo fieristico e congressuale rappresenta un volano importante dell’economia, e per questo la Regione ha investito risorse importanti nel suo potenziamento infrastrutturale: adesso è indispensabile imboccare la strada del rilancio, ricapitalizzando la società e aggregando capacità». Per il momento, Bruschini porterà in consiglio un piano industriale che punta al pareggio in tre anni. Ma senza alleanze.

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