
Fiere, Padova spiazza il Veneto
di Maurizio Battista < CW> Ha ancora senso parlare di un sistema veneto delle fi ere e che Verona si dia da fare per costruire un asse con Padova (oltre che con Venezia, Vicenza e Rovigo) se poi le rassegne fieristiche che si svolgono in questi due quartieri vengono portate a Milano? Il dibattito, già caldo per conto suo, ieri si è infiammato in tutto il Veneto dopo la notizia che l’imprenditore Ferruccio Macola, presidente di Padovafiere, ha venduto due marchi di sua proprietà alla Fiera di Milano. E si tratta di Transpotec che si svolgeva a Verona con cadenza biennale e di Webbit che si svolgeva a Padova. Macola è impresario di fiere e segue il mercato: porta i suoi marchi dove ritiene sia più conveniente per garantire crescita e successo. Non importa se poi come presidente di Padovafiere, si ritrova con una manifestazione in meno e tira un calcio negli stinchi a quel sistema veronese cui si rivolge per avere una mano a privatizzare una spa che ha 40 milioni di debiti per il patrimonio immobiliare. «È semplicemente allucinante», tuona l’assessore regionale alle Fiere, Giancarlo Conta. E il sindaco Paolo Zanotto, che aveva partecipato al vertice con Galan e Macola a Padova per studiare un piano industriale per le fiere venete, è ancora più duro: «Sono sconcertato, è incredibile». Il presidente di Veronafiere, Luigi Castelletti, vorrebbe trattenersi ma non ce la fa: «Ma come? Mentre tutti sono chiamati al capezzale di Padova, il capitano lascia tutti e porta i suoi marchi dal Veneto a Milano? Proprio un capitano coraggioso». Reazioni risentite anche perché c’è un retroscena: da tempo si sapeva che Transpotec poteva lasciare Verona e ovviamente erano state presentate delle controproposte di valore, si dice, uguale a quanto offerto da Milano. Solo che qui ora entrano in gioco i «pesi» dei due sistemi fieristici e quello milanese, con il complesso Rho-Pero è talmente gigantesco che competere diventa quasi impossibile. «Ma sapremo reagire e faremo le nostre contromosse: non dimentichiamoci che abbiamo Bus & Business, altra rassegna del settore trasporti e non abbandoneremo i motori e le quattro ruote», afferma Castelletti. Verona se da un lato cerca di costruire con la Regione un sistema fieristico veneto di cui essere capofila, dall’altro si muove su scala nazionale e internazionale con un occhio di riguardo anche alla nuova fiera di Roma, visto che sarà il polo alternativo a Milano su scala europea. «Io non capisco», riprende l’assessore Conta, «come si possano svendere delle fiere per tirar su un po’ di soldi quando Verona si sta dando da fare per tenere in piedi il polo veneto. Se questo è il modo di fare sistema, da parte di Macola, mi pare che davvero siamo fuori di testa. Tra l’altro questi soldi andranno nelle casse di Padovafiere visto che ha un bilancio pesantemente negativo che suscita tante perplessità? Non credo». Attenzione però, perché Macola, da imprenditore fieristico, sostiene che a Verona non c’erano più spazi sufficienti per il suo Transpotec e che il nuovo polo milanese garantisce spazi doppi, progetti di sviluppo consistenti, di caratura europea, che garantiscono di essere protagonisti nella competizione internazionale. Su questo Verona dovrà riflettere. «Macola avrà più spazi a Milano? È vero, ma proprio perché il Veneto cerca di mettere a sistema le sue fiere, non doveva fare tutto di nascosto. Si poteva trovare una soluzione nel Veneto. così invece la sua sembra una fuga. Prevale sempre l’interesse personale su una valutazione globale e non si riesce a fare massa critica». «Quella degli spazi è una balla», taglia corto il sindaco Zanotto, «perché Transpotec sarebbe tornato nel 2006 e per quella data il nostro quartiere fieristico sarà più ampio, con nuovi padiglioni, parcheggi e servizi. Anzi, proprio per tenere rassegne come Transpotec erano state fatte certe scelte tecniche nei padiglioni, e poi i clienti meglio serviti se ne vanno. Sconcertante». E il sistema veneto? «Se qualcuno», conclude il sindaco, «voleva pensare a costruire questo sistema fieristico, beh, Macola ha preso la strada opposta: cercava partner per la sua sposa e poi le ha impoverito la dote portando Webbit a Milano e togliendo a noi Transpotec. Ma sono sicuro che la nostra Fiera saprà recuperare con ulteriori business». Transpotec & Logitec è la più importante rassegna nazionale di trasporti e si svolgeva a Verona dal 1988. n A cadenza biennale, sarebbe ritornata in Fiera nel maggio 2006, quando i padiglioni veronesi dovrebbero essere già allargati e potenziati con nuovi servizi. n Il marchio è di proprietà di Ferruccio Macola, imprenditore fieristico e presidente di Padovafiere. Veronafiere, dunque, svolgeva solo la funzione di locazione dei padiglioni. n L’edizione di quest’anno, secondo i dati di Veronafiere, ha fatto registrare 850 espositori e 80 mila visitatori. Calcolato su base annua, il bilancio di Transpotec per la Fiera veronese è di 700 mila euro. n Transpotec e Transpotec Show sono due marchi confluiti nella società Ti.Ti Expo spa assieme a Webbit, rassegna fieristica che si tiene a Padova. La Fiera di Milano ha acquistato la società con le tre manifestazioni pagando 4,2 milioni di euro per il 60%. n Le rassegne di Verona e Padova vanno nel nuovo polo di Rho-Pero; i soldi andranno nel patrimonio della famiglia Macola. Ferruccio Macola, presidente di Padovafiere e imprenditore fieristico, nella sua città è sotto tiro da qualche tempo per conflitto di interessi. Non si capisce, dicono a Padova, se coincidono sempre gli interessi dell’ente fieristico con quelli delle sue rassegne. Presidente Macola, com’è che porta le fiere dal Veneto a Milano? «Mi metto il berretto da imprenditore. Le fiere sono mie e non ho mai avuto commistioni né conflitti di interesse. Io devo andare dove ho la possibilità di crescere. Non posso rimanere con Transpotec a Verona e restare nano per fare un piacere ai veronesi. Il mercato è aggressivo e in continua trasformazione: o cresci o implodi. Io voglio essere competitivo con le fiere europee e mi servono spazi che a Verona non ci sono: l’unico ente che mi ha offerto un progetto industriale di livello mondiale è stato Milanofiere. Avrei dovuto portare Transpotec a Padova allora, dove c’è ancora meno spazio?». A Verona e nel Veneto non l’hanno presa benissimo… Lei è presidente di Padovafiere, si sta cercando di costruire un sistema veneto, no? «Io faccio l’imprenditore, non sono un politico e sono apartitico. Faccio scelte imprenditoriali, al di là delle chiacchiere e dei bla bla. Si vuol fare il sistema veneto, che ritengo basilare? Bene, parliamo di mercato ma non di politica, di scelte imprenditoriali e non di alleanze politiche. Se Verona non ha plateatico a sufficienza, la colpa non è di nessuno; però il mercato impone certe scelte. E poi per fare sistema ci vogliono strutture omogenee…». Vale a dire? «Mi metto il cappello da presidente di Padovafiere. Noi abbiamo scelto la privatizzazione in spa da tempo, nei limiti di legge. Non posso essere preso adesso per le orecchie adesso: gli altri hanno voluto aspettare, rimanere in un sistema pubblico e così se vogliamo metterci assieme ci sono mille problemi. La situazione andava governata prima. Vogliamo correre ai ripari? Parliamo di soldi e di nuovi progetti». Ma il ricavato della vendita dei marchi a Milano andranno in cassa a Padovafiere? «Eh no, parliamo dell’imprenditore: sono fiere mie».