Rassegna stampa

Fiere, nozze in vista nel 2006

ANCONA – Un presidente debuttante all’Ente fieristico regionale e due nuovi enti di gestione in arrivo a Pesaro e ad Ancona, che potrebbero rappresentare il collante per realizzare il progetto di fusione da anni al centro della politica marchigiana. Si prospetta un 2006 di svolta per il sistema fieristico della regione.

Nominato il 15 dicembre scorso da Gian Mario Spacca il nuovo presidente dell’Erf, l’ascolano Dante Merlonghi (coordinatore regionale dell’Italia dei valori-Lista Di Pietro), l’amministrazione di Palazzo Raffaello punta ora dritto alla fusione del suo ente pubblico (che gestisce i due quartieri di Ancona e Civitanova) con quello pesarese. «Occorreva un vertice prettamente politico che affiancasse la direzione tecnica – così il vicepresidente delle Marche con delega alle Fiere, Luciano Agostini, giustifica la scelta di Merlonghi, responsabile della Protezione civile di Ascoli – per garantire agibilità politica in questa fase delicata per il settore. Il nostro primo obiettivo, infatti, è arrivare a unificare il sistema, come previsto dalla legge di riforma del 2004. In tempi di bilanci magri, le fiere sono un onere non solo per gli imprenditori, ma anche per la Regione. In questo senso noi auspicavamo che la giunta esecutiva dell’Erf rispondesse al bando di gestione di Pesaro».

Così non è stato, a causa della riorganizzazione societaria in atto ad Ancona. «In base alla legge regionale 24 del 24 novembre scorso – spiega l’ormai ex presidente dell’Erf, Sandro Barcaglioni – avevo un anno per depositare statuto e bozza della trasformazione dell’ente, con la creazione da un lato di una fondazione proprietaria di patrimonio e marchi e, dall’altro, di una Spa di gestione. Ho depositato il progetto a fine ottobre. La Giunta aveva 30 giorni per approvarlo ma non l’ha ancora fatto. E questo è uno dei due rammarichi con cui lascio l’incarico». L’altro rimpianto è che se fosse stata costituita la Spa – il via libera della Giunta dovrebbe comunque arrivare in tempi brevi – Ancona sarebbe stata giuridicamente alla pari di Pesaro (si veda articolo sotto) e si sarebbe potuto procedere alla fusione delle due società di gestione. L’occasione va sfruttata ora da Merlonghi, d’intesa con la Camera di commercio di Pesaro (che detiene il 70% della locale fiera), a meno che qualche gestore esterno non riesca ad aggiudicarsi prima la gara per le attività pesaresi.

Nelle Marche, a parole tutti sono a favore di un unico polo fieristico regionale, con tre "distaccamenti". Ma i campanilismi impediscono il suo concretizzarsi. La Giunta del Comune di Pesaro precisa infatti che il baricentro dovrà essere la provincia settentrionale, più adeguata strutturalmente dal punto di vista fieristico, nonostante i circa 3 milioni di rosso, la necessità di ammodernamento e la schiacciante vicinanza con i padiglioni riminesi. L’Erf (220mila visitatori nel 2005 tra Ancona e Civitanova Marche e poco meno di 3 milioni il valore della produzione) deve fare a sua volta i conti con spazi inadeguati a fungere da fulcro delle attività espositive marchigiane. Se a Civitanova il Prg ha già previsto una nuova grande area dove ospitare gli stand delle macchine per calzature, Ancona dovrà invece traslocare presto dall’attuale sede nel porto. Nel 2008 scade infatti la concessione demaniale. Ma l’ambizioso progetto a Falconara della Quadrilatero si scontra non solo con l’opposizione di Rifondazione comunista e Verdi marchigiani, che criticano soprattutto l’eccessivo impatto ambientale, ma con la tempistica e la burocrazia di un’opera che difficilmente sarà pronta in un paio d’anni.

Dal canto loro artigiani e industriali sono compatti nel criticare il meccanismo fieristico regionale perché frammentario, dissestato e troppo politicizzato, e da tempo sostengono la necessità di privatizzare i poli espositivi, aggregarli e gestirli con logiche aziendalistiche e non politiche. Ferma restando la validità, soprattutto per le Pmi, di manifestazioni fieristiche locali specializzate nei settori d’eccellenza delle Marche.

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