
Fiere, Milano apripista in Cina
Marco Morino
MILANO
Punto e a capo. Otto mesi dopo il suo insediamento, Claudio Artusi, amministratore delegato di Fiera Milano Spa – uno dei primi centri fieristici del mondo – annuncia al Sole-24 Ore una serie di novità che rappresentano, nel loro insieme, «una forte discontinuità» con il passato. «Concluso il risanamento ora inizia la fase dello sviluppo» dice Artusi. Le novità riguardano sia i conti della Fiera sia l’orizzonte strategico.
In sintesi: il margine operativo lordo – anticipa Artusi – che nel 2006 è stato negativo per 23 milioni di euro, quest’anno sarà a break even, per attestarsi a 30 milioni di euro nel 2008; sono appena state lanciate due nuove manifestazioni in settori in forte sviluppo quali l’edilizia con il Made (l’ex Saiedue che si è appena trasferito da Bologna a Milano) e l’agroalimentare con Tuttofood; Fiera Milano si prepara ad atterrare in Cina con una grande società insieme alla Fiera di Hannover; i rapporti con molti quartieri fieristici italiani sono migliorati, «come rivela l’accordo con la Fiera di Roma per lanciare dal 2008 nel capitale una mostra sulla casa» (in pratica un Macef Roma).
Desta particolare interesse, anche per i risvolti che produrrà sull’intero sistema espositivo nazionale, l’accordo con la Fiera di Hannover – l’altra "grande" d’Europa – per il mercato cinese. «Abbiamo ereditato dalla passata gestione una sorta di cornice, quale appunto era l’intesa tra Milano e Hannover (siglata nel luglio 2006, ndr), alla quale ci apprestiamo ora a dare un contenuto strategico» osserva Artusi. L’accordo, che verrà ufficializzato in settembre, prevede la costituzione di una joint venture (51% Hannover, 49% Fiera Milano), con 80 dipendenti e uffici a Shanghai, per organizzare e promuovere una serie di manifestazioni ed eventi in Cina (interessati tutti i settori chiave del made in Italy). Ma anche per favorire la presenza a Milano di una numero crescente di buyer asiatici. Fiera Milano avrà un peso rilevante nella gestione della futura joint venture italo-tedesca, al punto che il direttore generale sarà nominato da Artusi. Ma c’è un’altra novità: è previsto che al fianco di Fiera Milano possano entrare, nell’azionariato della joint venture, anche altre fiere italiane che siano interessate all’iniziativa. «In questo modo – dice ancora Artusi – offriamo a tutto il sistema espositivo nazionale un canale privilegiato per l’accesso al grande mercato asiatico. La società Milano-Hannover è una sorta di piattaforma a disposizione di tutte le fiere italiane per promuovere il made in Italy in Asia».
Per quanto riguarda Roma spicca l’accordo siglato di recente dalle due Fiere per creare una società mista (50% Roma, 50% Milano) che lanci anche nella capitale un grande salone dedicato agli articoli e agli oggetti per la casa, stile Macef (prima edizione dal 6 all’8 giugno 2008). Il senso dell’operazione è duplice: arginare l’avanzata di Francoforte sullo stesso terreno e intercettare la domanda che proviene dal Mezzogiorno.
Le capitali mondiali delle mostre