Rassegna stampa

Fiere, manca un regia

torna all’elenco La proposta di legge della giunta regionale rinuncia a programmare

Non mi sono piaciute le affermazioni dell’assessore Secchiaroli, che, sulla stampa locale, parla a difesa della proposta di legge della giunta regionale sul sistema fieristico delle Marche, puntualizzandone gli aspetti ed i risvolti principali e, soprattutto, ipotizzando una strumentalizzazione politica che Forza Italia avrebbe messo in atto abbandonando l’aula per finalità esclusivamente propagandistiche. Non è Forza Italia a fare propaganda, né la minoranza a lasciarsi andare ad atteggiamenti propagandistici ma la giunta regionale che, per bocca dell’assessore Secchiaroli, fornisce un’interpretazione falsata della valenza della legge sull’ordinamento fieristico regionale.

La proposta di legge regionale sulle fiere più che essere una legge cornice è un atto notarile che prende atto della situazione esistente, senza programmare lo sviluppo del sistema fieristico regionale.

Il documento della giunta regionale non fissa le strategie per la creazione di un polo fieristico regionale che possa proiettare le Marche nel panorama nazionale e internazionale ma soprattutto non tiene conto dell’esigenza di valorizzazione dei tre poli fieristici che le Marche attualmente esprimono, cioè Pesaro, Ancona e Civitanova, ognuno con proprie specificità e proprie esigenze. Non c’è coordinamento e non c’è un momento di sintesi e anche su questo piano si evidenzia il grave limite progettuale e programmatico dell’esecutivo regionale, che rappresenta il segnale più preoccupante dell’assenza di una cultura di governo di questa giunta regionale.

Questa legge, a dispetto di quanto afferma l’assessore Secchiaroli non corrisponde alle istanze e alle esigenze degli operatori economici, delle rappresentanze dei singoli poli fieristici, delle istituzioni locali, poiché manca di un elemento fondamentale, cioè la definizione di una “cabina di regia” in grado di mettere in rete un sistema disarticolato che rischia di restare fuori dal treno dello sviluppo fieristico nazionale ed internazionale e che non consente, inoltre, una programmazione unitaria del complesso delle iniziative espresse dai singoli poli fieristici. In tale contesto a farne le spese è ancora la provincia di Pesaro e Urbino che non vede riconosciute il ruolo e le specificità della fiera di Campanara e soprattutto non acquisisce il diritto, alla pari delle altre strutture, di poter accedere ai finanziamenti regionali per sostenere le proprie iniziative e la ulteriore qualificazione della propria struttura.

Il voto contrario di Forza Italia al provvedimento è nato da queste motivazioni e la scelta di abbandonare l’aula del Consiglio regionale è scaturita esclusivamente dalla constatazione della incapacità della maggioranza di sostenere con il proprio voto l’approvazione di tale atto.

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