
Fiere in pista sull’Expo
Qualcuno sostiene che la formula delle manifestazioni fieristiche non funzioni più. Dall’Emilia-Romagna arriva la smentita. Bologna, che è il nodo centrale ma anche il più critico di tutto il sistema, ha sbagliato – per fortuna in positivo – tutte le previsioni: rispetto alla perdita stimata intorno ai 2,7 milioni, il gruppo di Bologna Fiere (di cui fanno parte anche i quartieri di Modena e Ferrara) ha risposto nel 2010 con un utile netto di 497mila euro e ricavi per 109,7 milioni; Rimini (2,2 milioni di utile dopo le imposte e un fatturato di 79 milioni) ha presentato ai propri soci il miglior risultato fra tutte le maggiori fiere italiane; e Parma lo scorso anno ha messo il sigillo su un bilancio mai raggiunto prima (30,2 milioni di fatturato e 2,2 milioni di utile netto). In attesa di una politica fieristica regionale, annunciata da mesi, i “big” delle fiere emiliano-romagnole continuano il proprio percorso di specializzazione nel l’organizzazione di eventi, studiano sinergie con altri quartieri anche stranieri, e si preparano al l’Expo 2015 di Milano che li potrebbe vedere impegnati in alcuni progetti comuni.
Fabio Roversi Monaco, presidente di Bologna Fiere, si gusta già i risultati «superiori alle previsioni e in attivo» delle manifestazioni ospitate nei primi mesi del 2011: Cosmoprof, Artefiera, la Fiera del Libro per ragazzi, Autopromotec. Di poche settimane fa la notizia della conferma fino al 2021 del Motorshow, il salone internazionale dell’automobile che si svolge tradizionalmente a inizio dicembre. Sarà, invece, un autunno “caldo” per Bologna, dopo la decisione della Fiera di Milano di spostare a ottobre il Made Expo, la fiera dedicata all’architettura e alle costruzioni, da sempre promossa a febbraio: una vera e propria sfida allo storico Saie, il salone internazionale dell’industrializzazione edilizia. «Questa è la nostra unica preoccupazione», taglia corto Roversi Monaco, che prevede entro il 2011 un’ulteriore riduzione dei costi vivi della società per «preparare ancora meglio un 2012 di alta qualità». Peraltro gli effetti sui conti del recente accordo sul contratto di lavoro firmato con i sindacati si faranno sentire proprio a partire da quest’anno: «Erano vent’anni che si cercava di modificare il contratto o dicevano di volerlo fare», spiega orgoglioso il presidente.
Malgrado i risultati eccellenti, il 2010 per Rimini è stato un anno di “complicazioni”: in cima alla lista c’è sicuramente lo stop – per un esposto presentato da alcuni politici locali alla magistratura, a pochi giorni dall’inaugurazione – al nuovo Palacongressi che comincerà la sua attività, con ogni probabilità, non prima di settembre. Questo non ha impedito al l’expo romagnolo di realizzare «il migliore risultato netto di tutte le grandi fiere italiane a conferma del primato nel rapporto fra volume di fatturato e redditività», come spiega il presidente Lorenzo Cagnoni. «Il preconsuntivo del primo semestre 2011 – continua – è incoraggiante: finora tutte le manifestazioni hanno avuto un segno positivo sia per i visitatori che per gli espositori. Anche in uno dei periodi più neri per il nostro settore siamo riusciti a far decollare nuovi prodotti, come la prima edizione di “Sport Days” che sarà promosso in partnership con il Coni il 9 e 10 settembre». Il board riminese è ancora disposto a studiare una forma di aggregazione con Bologna Fiere; ipotesi “congelata” invece dal capoluogo di regione. In attesa, spiega Cagnoni, «noi abbiamo elaborato delle proposte concrete per integrarci con le fiere di Cesena e di Forlì e credo ci siano le condizioni perché ciò avvenga».
Crescono le manifestazione “storiche” per Fiere di Parma che ha da poco concluso la prima edizione di Sps Drives, la fiera dell’automazione industriale organizzata in terra emiliana dalla Fiera di Francoforte. «È un fatto che ci onora e ci inorgoglisce – commenta il presidente Franco Boni –. Oltre alla Germania, abbiamo rapporti con le fiere di Napoli e di Piacenza e proseguiamo nella collaborazione con Verona, in particolare per la promozione dei prodotti alimentari in Russia, Cina e in India».
È ancora prematuro parlare di progetti concreti in vista del l’Expo 2015, anche se Bologna, Rimini e Parma si dicono disponibili a sedere a un tavolo per cogliere al volo le occasioni che potranno arrivare dalla manifestazione internazionale. Per Cagnoni «non siamo ancora riusciti a elaborare un percorso di coinvolgimento di tutto il sistema fieristico italiano», mentre Roversi Monaco rimane in attesa di conoscere gli sviluppi futuri, anche dopo le dimissioni dall’incarico di Commissario dell’ex sindaco di Milano Letizia Moratti: «La manifestazione milanese non potrà avere una pretesa totalizzante; noi siamo pronti e disponibili a promuovere iniziative “satelliti” nel nostro territorio». Attraverso il Comune di Parma, fa sapere Boni, è stato stipulato un accordo con Milano e Verona per valorizzare le eccellenze dell’agroalimentare durante l’Expo che è proprio dedicato alla nutrizione: «Sarà un momento d’oro a livello mondiale per promuovere la dieta mediterranea e il food italiano».
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