
Fiere, il riordino punta al polo unico
Fiere, si cambia. La Giunta regionale delle Marche ha infatti presentato lo scorso 5 novembre un progetto di legge per la riorganizzazione dell’ordinamento fieristico sul territorio marchigiano: 19 articoli che recepiscono i criteri europei sul libero mercato e che, fra le righe, nascondono la volontà di una profonda trasformazione.
La situazione attuale vede oggi come protagonisti – e, nella sostanza, concorrenti – due realtà differenti: l’Erf, Ente fieristico regionale, che gestisce le aree espositive di Ancona e Civitanova Marche, rispettivamente di 12mila e 5mila metri quadrati; nella provincia più a nord è invece attiva la Fiere di Pesaro Spa – il cui azionista di maggioranza è la locale Camera di commercio – che ha a disposizione sei padiglioni per complessivi 36mila metri quadrati coperti. Da tempo si parla di creare un polo unico regionale, per raggruppare le forze e reggere meglio la concorrenza di altre realtà vicine, come quella di Rimini. Questa ipotesi, oggi, sembra più concreta.
Oltre a deliberare la trasformazione dell’Erf in società per azioni partecipata da soggetti pubblici e privati, il disegno di legge prevede infatti l’istituzione di una Commissione regionale per il settore fieristico. Una sorta di tavola rotonda, alla quale prenderanno parte la Regione, gli enti locali, le Camere di commercio, i sindacati e le associazioni di categoria. Un organismo con compiti propositivi a supporto della Giunta marchigiana nella promozione e nello sviluppo del sistema fieristico. Ma non solo. La Commissione, infatti, come specifica l’articolo 13 del Pdl, dovrà redigere «un progetto riguardante il riordino del sistema fieristico regionale, prevedendo anche l’eventualità della fusione tra gli enti operanti nel settore».
Una fusione che non significa necessariamente lo smantellamento di alcuni quartieri fieristici, che potrebbero, in linea di principio, continuare a sopravvivere sotto una gestione unificata, in cui – nessuno lo dice esplicitamente, ma tutti lo fanno capire – il ruolo di Pesaro dovrebbe diventare preponderante. «L’articolo 13 è la chiave di tutto il disegno di legge – commenta Marcello Secchiaroli, assessore regionale al Commercio, fiere e mercati – e se ci sarà l’unificazione questa significherà rendere più forte e omogeneo l’intero panorama fieristico marchigiano. Oggi, infatti, c’è una sovrabbondanza di manifestazioni che non supportano efficacemente il nostro sistema produttivo».
Dietro il Pdl c’è comunque la chiara volontà della Regione – dovuta anche agli indirizzi che provengono dall’Unione europea – di fare un passo indietro sulla questione. «Il sistema fieristico – continua infatti l’assessore – non può basarsi sui contributi regionali. Non vogliamo più la cogestione, in futuro i nostri aiuti finanziari saranno mirati verso obiettivi specifici e manifestazioni di qualità». Di finanziamenti, comunque, il disegno di legge parla in maniera piuttosto vaga, rimandando nella sostanza il tutto alle singole leggi di bilancio annuali. Bisognerà quindi aspettare per capire quale sarà l’entità dell’impegno che la Regione Marche – attualmente in una situazione non certo florida – deciderà di assumere.
Il Pdl sul riordino del sistema fieristico dovrà ora passare al vaglio del Consiglio regionale. L’opposizione, per bocca del consigliere dell’Udc Francesco Massi, si dichiara possibilista: «L’importante è che ci sia una programmazione equa che possa valorizzare tutte le aree della regione, perché più che sul dove – spiega Massi – bisogna ragionare sul come vengono fatte le manifestazioni». In teoria potrebbe dunque arrivare anche un voto favorevole, purché vengano date precise garanzie sull’attenzione che i nuovi soggetti daranno alle varie province della Marche. «In passato infatti – conclude il consigliere – abbiamo duramente contestato i progetti che erano impostati con una focalizzazione sbilanciata su Pesaro».