
Fiere e Borsa, la Ue verso la bocciatura
Dopo la trasmissione all’Italia delle osservazioni di Bruxelles, risultano sempre più a rischio le agevolazioni fiscali varate quasi un anno fa con l’articolo 1 del Dl 269/03 relative alle ulteriori deduzioni ammesse per la partecipazione delle imprese a fiere all’estero e per il premio per la quotazione in Borsa.
In effetti, a questa preoccupante conclusione si giunge dalla lettura delle due comunicazioni emanate dalla Commissione Europea e pubblicate sulla Guce, serie C, n. 221 del 3 settembre (si veda “Il Sole-24 Ore” di ieri), che evidenziano i profili che renderebbero le due misure del tutto incompatibili con la disciplina comunitaria degli aiuti di Stato.
La bocciatura di Bruxelles che verrà formalizzata, solo dopo le risposte dell’Italia e non prima del mese di ottobre, porterebbe inevitabilmente all’annullamento dell’agevolazione con immediato danno per tutte quelle imprese che, in forza dell’esistenza del beneficio, hanno, nel corso degli ultimi 11 mesi, effettuato pianificazioni e investimenti con le specifiche finalità.
Partecipazione a fiere all’estero (aiuto C 12/04). L’agevolazione, contenuta all’articolo 1, comma 1, lett. b) del Dl 269/03 era destinata a favorire l’internazionalizzazione delle imprese e la penetrazione delle stesse in mercati esteri attraverso l’attribuzione di un’ulteriore deduzione fiscale, oltre a quella normalmente spettante, di tutte le spese direttamente sostenute per la partecipazione espositiva di prodotti in fiere estere.
La valutazione della Commissione europea della agevolazione sembra essere particolarmente precisa e circostanziata e lascia poco margine allo Stato italiano per controbattere. Secondo la Commissione infatti la misura è incompatibile con il trattato comunitario in quanto la stessa:
*a determina un vantaggio economico con riduzione per le imprese che partecipano alle fiere degli oneri tributari annuali;
*a è selettiva. Infatti favorisce solo le imprese che operano con l’estero. Sul punto l’Italia aveva già chiaramente indicato che si tratta di una misura generale, ma la Commissione espressamente dichiara di non condividere la posizione espressa dal nostro Paese. La misura è selettiva, anche perché avvantaggia solo le imprese italiane e non le concorrenti estere;
*a implica un utilizzo di risorse statali, in termini di riduzione del gettito erariale;
*a causa una distorsione della concorrenza tra le imprese operanti in Italia e le imprese operanti in altri Stati comunitari. In effetti, la Commissione sostiene che l’agevolazione costituisce direttamente un aiuto all’esportazione.
Premio di quotazione in Borsa (aiuto C 8/04). L’articolo 1, comma 1, lettera d) del Dl 269/03 prevede una riduzione triennale dell’aliquota dell’imposta sul reddito per quelle imprese che per la prima volta nel periodo 2 ottobre 2003-31 dicembre 2004 si quotano in un mercato regolamentato comunitario. Inoltre, per gli stessi soggetti la misura concede una ulteriore deduzione, oltre a quella normalmente spettante, per tutte le spese direttamente connesse alla quotazione.
Anche per questa misura, la valutazione della Commissione europea è alquanto critica circa la sua compatibilità con l’ordinamento comunitario per ragioni del tutto analoghe a quelle evidenziate per la precedente agevolazione.
In effetti, l’agevolazione determina per le imprese che nel 2004 si quotano in una Borsa comunitaria un effettivo vantaggio economico riducendo il carico impositivo sia in termini di abbattimento della base imponibile tassata che in termini di riduzione dell’aliquota applicabile. Inoltre, è particolarmente selettiva, in quanto, oltre a discriminare le imprese estere non fiscalmente residenti in Italia rispetto alle imprese nazionali e estere fiscalmente residenti in Italia, è, in ragione dei tempi di quotazione in Borsa, ammessa, in concreto, solo per alcune specifiche imprese; determina, infine, una distorsione della concorrenza e influenza gli scambi intracomunitari, in quanto incide direttamente, considerata anche l’importanza delle società interessate, su settori di particolare interesse commerciale nazionale e comunitario.