
Fiera, Verona lancia la sfida a Milano
Investimenti per 30 milioni di euro e nuovi padiglioni: «Sempre primi sul territorio»
Di fronte allo strapotere della nuova Fiera di Milano che apre in questi giorni nel polo di Rho-Pero nel segno della grande vela disegnata dall’architetto Fuksas, Verona lavora in silenzio e si attrezza per la dura campagna d’inverno. Come? Siamo andati nel grande cantiere della Fiera per capire le strategie che si muovono su tre fronti: da un lato l’apertura di cantieri per creare nuove infrastrutture e padiglioni nel quartiere fieristico; sull’altro l’acquisizione di marchi per entrarne in possesso, rafforzando la leadership nazionale e evitando dolorosi scippi; infine migliorando i bilanci per generare sempre più risorse proprie (le prospettive per dicembre sono molto buone) e a metà novembre l’assemblea dei soci sarà chiamata a valutare il percorso di trasformazione in spa e privatizzazione. Senza dimenticare la promozione in Russia, Cina, Stati Uniti. Messo al sicuro tutto questo, si penserà ad alleanze e strategie. Questo è il percorso tracciato dal presidente Luigi Castelletti, che in agosto ha incrociato la spada con il presidente di Milanofiere sul Sole 24 Ore in un dibattito che ha visto l’intervento anche di altre società fieristiche, come Genova per nulla disposte a farsi portar via fette di mercato dal nuovo polo di Milano, un centro fieristico che non ha uguali neppure in Europa. Verona, Genova, Bologna, Rimini, Parma, Vicenza stanno creando un fronte comune. Alla vigilia dell’apertura della nuova stagione fieristica che vedrà innanzi tutto Marmomacc, il presidente Castelletti, caschetto rosso in testa, parla dal cantiere che sarà pronto nel marzo 2006, poco prima di Vinitaly, e che porterà a 140 mila metri quadrati coperti al disponibilità di spazi espositivi (300 mila lordi). Presidente, Milano butta sul tappeto 345 mila metri quadrati coperti lordi più 60 mila scoperti, ai quali aggiungere 115 mila metri di Fiera Milano City: è chiaro che dovranno pur riempirla, no? «Noi ci opponiamo alla strategia di Milanofiere, secondo la quale esistono soltanto loro e le altre devono inchinarsi e cedere manifestazioni. Noi, e con noi altre città, difendiamo il sistema fiere italiano e riteniamo che Milano debba svolgere un ruolo soprattutto di livello europeo». D’accordo, però il dibattito è fortissimo e le pressioni anche… «Noi prima vogliamo realizzare fatti concreti e abbiamo lavorato sodo tutta l’estate proprio per questo. Una volta che saremo attrezzati come si deve, penseremo ai dibattiti e alleanze. Ma prima, ripeto, dobbiamo essere forti. In che modo? «Vogliamo confermarci come secondo polo fieristico dopo Milano e primi per proprietà di marchi e manifestazioni. Prosegue al nostra politica di acquisizione, vedi Luxury and Yacht. Riteniamo che si possa lavorare assieme con Vicenza e Padova su una piattaforma regionale per aiutarsi a vicenda: prima che facciano investimenti immobiliari consistenti magari per una sola manifestazione fieristica che si è sviluppata molto, è meglio trovare soluzioni logistiche da noi. Abbiamo la dimensione giusta, le infrastrutture, la massa critica per ospitare manifestazioni fieristiche senza snaturarle, ma salvaguardandole». Parcheggi? «Abbiamo avuto rassicurazioni che nel Polo finanziario che sorgerà qui di fronte ci saranno». Area ex Macello: che cosa ne farete? «All’ordine del giorno di uno dei prossimi consigli di amministrazione ci sarà la scelta per la valorizzazione di quest’area». Che cosa farete del nuovo capannone? «Sarà un’area coperta di 20 mila metri quadrati pronta per marzo 2006 così da ospitare parte del Vinitaly e avrà un proprio ingresso, così da poter diventare un domani, un modulo indipendente: stiamo preparando un quartiere fieristico che possa lavorare su più manifestazioni contemporaneamente. E non finiremo mai di promuovere immagine e prodotti all’estero: e avere un veronese, Meocci, alla direzioen generale della Rai sarà sicuramente di aiuto».