
Fiera, Verona all’assalto di Padova
Verona va all’assalto di Padova e guida una cordata tutta veneta per diventare socio forte di Padovafiere e rilanciare così sull’offerta del colosso francese GL Events che altrimenti, con la proposta che scadrà il 15 gennaio, prenderebbe in mano tutto il controllo dell’ente patavino. Ieri sera il consiglio di amministrazione di Veronafiere ha dato il via libera all’operazione che vede scendere in campo una cordata costituita oltre che dall’ente guidato da Luigi Castelletti, anche la Fiera di Vicenza e il sistema bancario veneto guidato dal Banco Popolare di Verona. Obiettivo: acquistare il 75 per cento della società di gestione, da creare scorporando gli immobili. Valore: almeno 10 milioni di euro solo per questo passaggio. Una cordata vista di buon occhio anche dalla Regione che ha invocato più volte un sistema fieristico veneto, coeso e capace di fare strategie comuni per confrontarsi poi con Milano. Tant’è vero che la Regione partecipa alla cordata con la finanziaria Veneto Sviluppo che avrà la quota del 5%. Adesioni sono arrivate anche dalle categorie, visto che ha deliberato di partecipare anche Confartigianato veneto. La cordata veneta, che forse per una rara volta diventerà un concreto esempio di sistema, punterà alla semplice gestione di Padovafiere e non intende assumersi i debiti della gestione immobiliare, dal momento che per il patrimonio vi sono 40 milioni di euro di deficit. Il fatto che la Regione partecipi alla cordata per la gestione significa che non ha alcuna intenzione di accollarsi la parte immobiliare, per cui le pendenze resteranno tutte a carico dei tre soci pubblici di Padovafiere e cioè Comune di Padova, Provincia di Padova e Camera di commercio. In ogni caso, la vicenda Padovafiere è uno snodo dal quale partirà comunque il ridisegno della mappa fieristica veneta e Verona può davvero, vista la situazione, giocare una parte da protagonista, avendo bilanci floridi, grande numero di manifestazioni e di visitatori, utili in ascesa. L’unica criticità, che potrebbe essere la mancanza di spazi per alcune precise manifestazioni, potrebbe essere superata sia con l’acquisizione delle aree interne al quartiere come previsto da qui al 2006, sia creando una regìa per coordinare le manifestazioni lungo l’asse Verona-Vicenza-Padova e recuperando così nuovi spazi. In ogni caso, per la prima volta si profila la possibilità che i tre poli fieristici possano viaggiare di comune accordo coordinando manifestazioni e programmi, costruendo sinergie e mettendo a confronto le rispettive attività. Fin qui la prospettiva veronese. Restano però alcune incognite da superare, perché questo cammino si concretizzi. Primo: capire chi tira fuori i soldi per abbattere i 40 milioni di euro di debiti per il patrimonio immobiliare: lo faranno davvero i soci pubblici padovani? I nuovi soci dovranno pagare un canone? Secondo: verificare la disponibilità dei soci di Padovafiere (Comune, Provincia e Camera di commercio) a scorporare parte patrimoniale e società di gestione e capire come intendono gestire questa gara di ricapitalizzazione, che in realtà sta diventando una trattativa negoziata. Terzo: verificare i termini delle proposte. Probabilmente GL Events metterà a punto alcuni dettagli della sua originaria avance che prometteva di versare ai soci pubblici 10 milioni di euro in cambio del 75% della nuova società di gestione alla quale destinerebbe inoltre oltre 11 milioni per garantirne lo sviluppo. Padovafiere resterebbe proprietaria degli immobili e riceverebbe da GL Events un canone di affitto di 1 milione di euro l’anno per 30 anni, oltre alla manutenzione ordinaria e straordinaria. Una proposta molto simile era stata avanzata dalla Fiera di Verona, che ha già rilevato parte di Veneziafiere ed è presente a Rovigo, che adesso può rilanciare grazie ai nuovi compagni di strada per completar eil sistema veneto. (m. batt.)
Veronafiere è il primo organizzatore diretto di manifestazioni in Italia e nella top list delle prime in Europa. Presenta in calendario una media di 30 rassegne l’anno (più della metà organizzate direttamente), per 13.000 espositori e 1 milione di visitatori, ed ha raggiunto nel 2003 un fatturato globale di 53,1 milioni di euro, creando un indotto superiore ai 620 milioni di euro nell’ambito regionale e interregionale. Veronafiere stima di chiudere il 2004 con un fatturato di 51.407.540 euro rispetto ai 48.188.350 previsti (+6,6%), segnando un risultato positivo nei confronti del bilancio consuntivo del 2001 (esercizio di riferimento per la ciclicità degli eventi) con un incremento percentuale del 15%. Il cash flow ha raggiunto 6.606.536 euro con un aumento di 2 milioni sul bilancio di previsione. L’utile ante imposte è di 3.196.970 euro contro 1.697.723 iscritto in sede previsionale. Il quartiere espositivo di 300 mila metri quadrati lordi dispone di 10 padiglioni. Il Piano di sviluppo industriale prevede investimenti auto finanziati per 85 milioni di Euro in quattro anni (2004-2008).